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EMERGENZA NOMADI
Bimbi «mangiati» dai topi, così vivono
i rom nella baraccopoli di Zia Lisa
Almeno cinque i piccoli morsicati dai ratti, i genitori
non vanno in ospedale per il timore di essere sgomberati
16 settembre 2011
CATANIA
Bimbi «rosicchiati» dai topi, in preda ad infezioni per le ferite curate male. I loro genitori, infatti, stentano a portarli in ospedale per paura di essere sgomberati dalla baraccopoli nella quale vivono.
È il calvario dei piccoli rom che abitano nel quartiere Zia Lisa, dietro il cimitero di Catania. Sono almeno cinque, con ferite sparse su tutto il corpo, dalle braccia in giù. Vivono in mezzo alla spazzatura, in una favela infestata da topi «lunghi anche 40 cm e molto aggressivi», hanno raccontato loro stessi ai volontari delle varie associazioni catanesi che cercano di aiutarli.
«Il campo è dentro una discarica abusiva - conferma il direttore della Caritas di Catania padre Valerio Di Trapani – e, nonostante le proteste delle famiglie rom, c'è ancora chi getta rifiuti tra le loro baracche. Anche noi abbiamo saputo dei morsi ai bambini: ecco perchè ci stiamo impegnando in un'opera di derattizzazione, come abbiamo già fatto qualche anno fa nella baraccopoli di corso dei Martiri, posizionando il veleno lontano dalla portata dei bimbi».
Sono decine le capanne, costruite con legni e mezzi di fortuna, che si intravedono dal parcheggio del cimitero: sono lì da anni, nonostante sgomberi e roghi. Eppure, per camminare nel fossato dove ci sono le baracche ci vogliono gli stivali.
«Alcuni bambini - continua Di Trapani - sono stati costretti a cambiare campo.
Almeno quello di transito allestito qualche mese fa dal Comune a Fontanarossa vicino l'aeroporto, dopo lo sgombero del Palazzo delle Poste, è il tentativo di fare uscire queste persone da situazioni come quella di Zia Lisa: ora abitano in roulotte, hanno luce e acqua, vivono in modo dignitoso. Anche a San Giuseppe La Rena, dove c'è una comunità molto numerosa, non ci sono allarmi sanitari così gravi».
Nella zona c'è il «presidio leggero» del Comune, tuttavia mancano ancora i cassonetti della spazzatura per i rifiuti domestici prodotti dalle famiglie rom. Poca cosa, comunque, rispetto alle tonnellate di schifezze scaricate da ignoti dietro i loro materassi. Oggi anche per i piccoli di Zia Lisa è stato il primo giorno di scuola: fino all'anno scorso la Caritas veniva a prenderli con un pulmino e li accompagnava in classe, con doposcuola e mensa tre volte a settimana.
«Quest'anno hanno fatto le iscrizioni, ma il servizio non è ancora partito - conclude il direttore della Caritas etnea - perchè il nostro pulmino ha solo 9 posti mentre gli scolari sono aumentati: sono almeno 20 a San Giuseppe La Rena e 5 a Zia Lisa. Tuttavia ci stiamo organizzando, speriamo di ripartire la prossima settimana».
Fonte Italpress
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