venerdì 27 maggio 2011

Rom Prato: Il caso Dunja verrà segnalato all'Unar



PRATO
26 maggio 2011

http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2011/05/26/news/il-caso-dunja-verra-segnalato-all-unar-4289892

Il caso Duja verrà segnalato all'Unar

L'assessore Loredana Ferrara e la referente per l'Osservatorio sulle Discriminazioni razziali Elena Cardori hanno ricevuto il presidente di Opera nomadi Toscana Marcello Zuinisi, Ahmetovic Duja e la figlia Patrizia.

 L'incontro è stato incentrato sulla situazione vissuta dai rom di Prato, in particolare sulle condizioni di vita delle donne rom all'interno del campo abusivo di viale Marconi. «L'assessore - dice Zuinisi - si è impegnata a segnalare la drammatica situazione vissuta da Duja Ahmetovic, all'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali con il quale la Provincia ha siglato un protocollo per l'istituzione di un Osservatorio sul razzismo nel territorio pratese.

Verrà fatta anche una richiesta all'Unar auspicando l'inserimento delle famiglie rom all'interno del legale campo sinti di viale Marconi». 

«Quello che Zuinisi chiama campo rom di viale Marconi - precisa Alessandro Ciardi, presidente del Quartiere Est - in realtà è un campo nomadi occupato esclusivamente da
famiglie Sinti».

mercoledì 25 maggio 2011

Università di Calabria: le esperienze, le proposte, le sfide dell'accoglienza dei Rom


Università di Calabria
26 maggio 2011
ore 15.00
Cosenza

"Insieme con i Rom"

Prato: La Provincia difende le Famiglie Rom che il Comune vuole cacciare



Prato 25 maggio 2011

 Si è tenuto stamani un importante incontro alla Provincia di Prato.

L'Assessore al Sociale Loredana Ferrara e la referente per l'Osservatorio sulle Discriminazioni Razziali Elena Cardori
hanno ricevuto il Presidente di Opera Nomadi Toscana Marcello Zuinisi ed Ahmetovic Duja e Patrizia componenti dell'Associazione che difende i diritti umani della Popolazione Rom.

L'incontro svoltosi nella piu' assoluta cordialità e rispetto reciproco è stato incentrato sulla situazione vissuta dai Rom di Prato, in particolare sulle drammatiche condizioni di vita nelle quali sono costrette le donne rom all'interno del Campo Abusivo di viale Marconi.

Sono stati mostrati i documenti e le richieste che la nostra Associazione sta rivolgendo all'Amministrazione Pratese da più di un anno senza avere ricevuto nessuna risposta se non rifiuti, dinieghi, opposizione a voler affrontare in termini positivi ed includenti l'intera vicenda.

Il positivo incontro si è concluso con la volontà della Provincia di Prato di voler segnalare la drammatica situazione vissuta da Duja Ahmetovic, anziana profuga della guerra nella Ex-Yugoslavia all'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ministero per le Pari Opportunità con il quale la Provincia ha recentemente siglato un protocollo per l'istituzione di un Osservatorio sul razzismo nel territorio pratese.

Da parte dell'Assessore Ferrara la richiesta all'Unar auspicando  l'inserimento delle famiglie rom all'interno del legale campo Sinti di Viale Marconi come da tempo la nostra associazione sta richiedendo.



L'"emergenza rom" a Prato riguarda 10 persone tra cui tre donne e sette bambini tutti attualmente residenti nell'area abusiva adiacente al Campo Sinti.

Opera Nomadi Toscana ritiene importante l'incontro e la volonta manifestata dallAssessore Ferrara nella continua ricerca di un dialogo positivo con le Istituzioni volto al superamento delle gravi condizioni di marginalità nelle quali ancora le famiglie Rom.

Il tal senso auspichiamo che questa strada veda un crescente e positivo coinvolgimento di tutte le istituzioni Toscane
per affermare in sintonia con Il Consiglio d'Europa quelle strade e percorsi voluti dalle massime istituzioni europee.

Costruire solidarietà concreta ed attiva nel supportare le persone povere, gli ultimi, italiani o immigrati che siano non è un lusso, é presupposto fondamentale per affrontare la crisi in corso, crisi prima umana che economica.

"Nessuno escluso"è stata la campagna che ha portato il Governatore della Regione Toscana Enrico Rossi ad essere recentemente eletto.

"Nessuno escluso" la campagna che ha recentemente portato Pisapia ha vincere le elezioni a Milano.

"Nessuno escluso" la politica di Opera Nomadi Toscana.
Gli incitamenti all'odio razziale, alla divisione, a voler usare i rom come capro espiatorio della crisi in corso che trova ancora oggi esponenti della Lega Nord usare linguaggi e terminologie offensive della dignità umana. Il voler continuare a negare le verità storiche come l'olocausto (Porrajmos) subito dalla popolazione rom e crocifiggerli  come "ladri bastardi da rimandare a casa" come fece Clarissa Lombardi del Pdl pratese non porta a nessuna soluzione civile. Queste politiche producono solo dolore miseria esclusione alimentando odio e razzismo.
Il nostro paese ha bisogno di ritrovare dignità umana.
I Rom sono esseri umani. Gli immigrati della Libia o della Tunisia sono esseri umani.
I Lavoratori licenziati sono esseri umani. Gli anziani, gli indigenti, i poveri sono esseri umani.
Difenderne la vita ed affermarne i diritti un compito imprescidibile per ognuno di noi.

                                                              Opera Nomadi Toscana

Urgente: Cristea Anisoara giovane Rom Rumena scomparsa a Montemurlo nella mattinata di domenica 22 maggio.‏




Comunicato stampa

Montemurlo  (Po)   25 maggio 2011

Cristea Anisoara giovane Rom Rumena è scomparsa a Montemurlo nella mattinata di domenica 22 maggio.

Stamani la famiglia, la madre, il fratello ed il marito si sono recati dai Carabinieri di Montemurlo per denunciarne la scomparsa dopo giorni di angoscia e dolore in attesa del suo rientro.

Nata il Germania, di Etnia Rom con nazionalità Rumena Anisoara viveva con il marito ed i parenti nel Campo Rom abusivo di Sesto Fiorentino in Via del Ponte a Quaracchi 72.

Il Campo rom di Quaracchi a Sesto Fiorentino è abitato da cento Rom rumeni, con bambini piccolissimi, anziani e malati senza le minime condizioni di abitabilità. Senza acqua, luce, riscaldamento e servizi igienici. Il 31 dicembre del 2010 il Campo è stato ulteriormente devastato da un incendio.

Anisoara cercava di aiutare la sua famiglia ed i bambini del suo campo.
Domenica mattina si è recata a Montemurlo dove nei pressi della Chiesa era solita chiedere delle elemosina ai fedeli per permettere alla sua  famiglia di sopravvivere alle durissime e difficilissime condizioni nelle quali si trova.
Costretta in strada, senza nessuna ipotesi di accoglienza da parte del Comune dove risiede, si affidava alla carità dei fedeli nelle Chiese come molte  altre donne ed uomini del Campo.

Anisoara è scomparsa nella mattina di domenica 22 maggio. Da allora nessuna notizia di lei è giunta ai suoi familiari.
Anisoara è alta 165 cm. occhi scuri, capelli scuri, di costiutzione normale.

Chiediamo alla stampa di pubblicare questo annuncio per permettere di ritrovare la nostra concittadina.

Chiunque abbia notizie o abbia visto Anisoara è pregato di contattare i Carabinieri di Montemurlo allo 0574/798038 o fax 0574/791511 o di telefonare al marito Mihai Elvis al numero 329/6225020.

Preghiamo tutti i cittadini di Montemurlo di aiutare le forze dell'ordine a rintracciare Cristea Anisoara.
I Carabinieri stanno svolgendo delle indagini ed ogni indizio potrebbe essere prezioso.

Nel ringraziarvi per tutto l'aiuto che potrete fornirci.


Cordiali Saluti


Marcello Zuinisi
Presidente Opera Nomadi Toscana
Via XXV Aprile 61, Ameglia (Sp)
tel 320 9489950
mail operanomadi.toscana@hotmail.it
http://nazionerom.blogspot

Lega Nord: Incitamento all'odio Razziale contro il Popolo Rom. ADESSO BASTA. FUORI IL RAZZISMO DALLO STATO ITALIANO



Il presidente
Dr. Nazzareno Guarnieri

Federazione romanì federazioneromani@libero.it http://federazioneromani.wordpress.com
sede legale: Via Altavilla Irpina n. 34 – 00177 ROMA
codice fiscale 97322590585 tel. Fax 0664829795
email: 
Web: 
Presidenza 3277393570 Segreteria 3483915709





li, 22 Maggio 2011

Legittimazione istituzionale dell'odio razziale e del disprezzo?

Spietata
popolazione rom e sinta in Italia.
Ad ogni elezione c'
programma politico rispettoso delle norme e dei principi Costituzionali, strumentalizza la
presenza della popolazione rom/sinta con la propaganda, con
esclusivo effetto mediatico, contraddistinte dalla fierezza dell'ignoranza e
dall'arroganza del potere,
e realizzare una soluzione vera ed adeguata alla realt

Il limite
Umberto Bossi, dopo che il suo partito ha perso consenso elettorale al primo turno delle
elezioni amministrative, ha dichiarato:
citt
è oramai superato. Qualche giorno fa un ministro della Repubblica Italiana,“Giuliano Pisapia è un matto, vuole trasformare laà in una Zingaropoli”.
Una dichiarazione di disprezzo, di
roman
Un ministro della Repubblica Italiana con una simile dichiarazione non d
istituzionale all'incitamento all'odio ed al disprezzo?

La
chiede al ministro le pubbliche scuse al popolo rom.
Ma da quale pulpito arriva la predica molti cittadini iniziano a comprenderlo.
Infatti
non perdere le poltrone del potere e nella speranza (legittima!) di sistemare qualche altro
figlio. Anche la “

Quella
e locale e che quando gridava
La
Italiana per evitare che l'infelice dichiarazione di un ministro della Repubblica Italiana
possa dare legittimazione istituzionale all'odio razziale e al disprezzo delle minoranze.

“brigata verde” che si è legata con nodo marinaio alle poltrone del potere nazionale“Roma ladrona” forse era solo una introspezione psicologica.Federazione romanì chiede un autorevole intervento del Presidente della Repubblica
Federazione romanì esprime indignazione per la dichiarazione di Umberto Bossi eè un altro “teatrino” della “brigata verde” messa in scena nel disperato tentativo dibrigata verde” ha famiglia.
incitamento all'odio razziale contro la popolazioneì.à legittimazione
è crescita del disprezzo, dell'incitamento all'odio e della discriminazione contro laè sempre qualche partito che invece di presentare ai cittadini undichiarazioni farlocche ade racconta falsità al cittadino elettore, senza mai programmareà ed ai bisogni.

Comunicato di Roberto Natale (Presidente della Federazione nazionale della Stampa)



Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Roberto Natale:
No alla parola Zingaropoli, è carica di disprezzo

Il leader della Lega Umberto Bossi, intervenendo sul prossimo ballottaggio milanese, ha detto che Giuliano Pisapia vuole “trasformare la città in una Zingaropoli”.

La polemica politica è affare dei candidati e delle coalizioni.

Ma l’avvelenamento del linguaggio è un problema che riguarda tutti, compresi noi giornalisti che le parole le maneggiamo per lavoro.
E allora non si può accettare che entri in circolo un nuovo termine così carico di significati spregiativi: il popolo Rom si chiama così e ha il diritto di essere chiamato così.

All’estero un uso tanto contundente del linguaggio politico verrebbe bollato come “hate speech”, incitamento all’odio.

E’ bene che anche il discorso pubblico italiano recuperi il senso del limite.

Ci abbiamo messo vent’anni a imparare che gli immigrati non andassero chiamati “vu’cumprà”, e abbiamo ancora difficoltà a non definirli sbrigativamente “clandestini”. Non c’è proprio bisogno di aggiungere un altro vocabolo al glossario del disprezzo”.


Gelem Gelem - Camminando Camminando





                           Gelem Gelem


                             

Annamaria Rivera: Milano come stalingrado.. ovvero una zingaropoli islamica

http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/05/23/annamaria-rivera-milano-come-stalingrado-cioe-una-zingaropoli-islamica/


Da bambina avevo due compagne di scuola e un amico di mio padre che facevano di cognome Zingaropoli. Perciò mi son detta: si saranno trasferiti a Milano? Forse il celodurista biascicante ce l’ha con loro, in quanto terroni? Poi ho riflettuto: no,

Bossi padre deve aver fatto un corso di recupero scolastico, come il figlio. Sicché un maestro paziente deve avergli insegnato che “polis” in greco vuol dire città. Di sicuro il maestro ha ritenuto inutile chiarirgli il significato di “zingaro”: sarebbe come voler spiegare a un nazista che cosa vuole dire “ebreo”. Alla fine ho capito di più grazie al suo maggiordomo. Silvio, infatti, ha rivelato che, se a Milano vincesse la sinistra, dio non voglia, per prima cosa costruirebbe ovunque agglomerati di baracche di zingari, per l’appunto delle zingaropoli (lui non ha usato il congiuntivo e il condizionale, ma il senso è questo).

Credevo d’essermi chiarita le idee quando il maggiordomo Silvio se ne è uscito con altre battute. Per esempio, ha detto che in mano alla sinistra, dio ce ne scampi e liberi, Milano diventerebbe Stalingrado. Le idee mi si sono confuse di nuovo: per me come per chiunque, credo, Stalingrado vuol dire soprattutto la strenua resistenza sovietica contro l’avanzata delle truppe dell’Asse, nel ’42-’43, e la prima grande sconfitta della Germania nazista.

Allora ho ipotizzato che all’epoca ‘sto Silvio deve essere rimasto colpito dalla canzone degli Stormy Six, il cui ritornello faceva: “D’ora in poi troverà/Stalingrado in ogni città”. E siccome non conosceva la storia, non sapeva il significato di “croce uncinata” (cioè il soggetto del ritornello) e aveva la coda di paglia, magari ha pensato che gli Stormy Six, saputo che aveva appena fondato la Fininvest, volessero minacciare proprio lui. In sostanza dirgli: sta’ attento tu che vuoi mettere le mani su Milano, ché noi chiamiamo i katanga!

Ma la spiegazione che mi son data non mi ha convinta. Anche perché il maggiordomo ha aggiunto che se la sinistra vincesse il ballottaggio, dio sconfigga satana, Milano diventerebbe anche islamica oltre che zingaropoli e Stalingrado. La confusione di analogie e metafore a casaccio mi ha provocato il capogiro: una Stalingrado islamica, zingaresca, comunista? Qui c’è qualcosa che non quadra. D’accordo, non si può pretendere da un maggiordomo che sappia usare le figure retoriche, ma insomma…

Mi è venuto il dubbio che il poveretto, a furia di servire un padrone delirante e ossessionato da zingari, extracomunitari, clandestini, terroni, islamici e culattoni, abbia perso il ben dell’intelletto. Lì per lì ho pensato di avvertire la neuro. Poi ho riflettuto che la cura migliore per il maggiordomo e il suo padrone sarebbe un Pisapia sindaco di Milano. Si sa, la sindrome delirante cronica si basa su una percezione alterata della realtà, su un sistema di credenze infondate che il paziente prende per vere. Chissà che non li faccia rinsavire l’impatto con una realtà, certo, scioccante e dura da accettare ma concreta e tangibile…

Intanto una buona terapia intermedia sarebbe questa: zingari, extracomunitari, clandestini, terroni, islamici e culattoni si organizzano insieme a comunisti, centri sociali, estremisti e integralisti per andargli a cantare sotto il balcone, in migliaia: “D’ora in poi troverà/Stalingrado in ogni città”.

Un altro piccolo rimedio terapeutico potrebbe essere il seguente: i tanti italiani che si chiamano Zingaropoli, cognome diffuso da sud a nord, comprese le mie due ex compagne di scuola, querelano per diffamazione i due caporioni della banda che pretende di continuare a governarci (si fa per dire).

Annamaria Rivera
(23 maggio 2011)

" Siamo persone e non bestie". Parlano i rom "sgomberati" della capitale



di Bruna Jacopino

Chi governa ha deciso che adesso gli zingari ( testuale) devono andare tutti via e gli italiani sono d'accordo... e se domani qualcuno si sveglia e dice che bisogna ammazzarci tutti, voi che fate?” Parla con voce bassa e pacata, M. ( la chiameremo così), mentre lentamente, in quell'angolo nascosto di Roma, si fa buio e sale l'umidità dal terreno. Zingari dice, e non rom, perchè così vengono apostrofati durante uno sgombero, così continua a chiamarli la gente.

M. avrà sui quarant'anni, ma ne dimostra molti di più, siede composta sul bordo di un materasso, trovato chissà dove, mentre i suoi due nipotini piccolissimi dormono beatamente coperti solo da un tetto spiovente ricavato con due pannelli di legno leggero e un involucro di plastica in caso di pioggia. Intorno erba alta, rovi, topi e spazzatura.

Prima dello sgombero, avvenuto intorno alla metà di aprile, lei insieme alla sua famiglia, i figli, la nuora, giovanissima e i nipoti di un anno e mezzo e sei mesi, stavano tutti nel campo abusivo di via del Flauto, ora, come tanti altri, centinaia, vive per strada o dove capita, nel primo posto utile, dove è possibile montare una tenda improvvisata e trovare così riparo per la notte. “ Ci trattano come se fossimo animali, ci fanno stare come animali... ma io so bene che qualsiasi persona ha bisogno di lavarsi tutti i giorni, ha bisogno di dormire in un letto con lenzuola pulite, di avere un tetto sopra la testa, di mangiare bene e non come facciamo noi adesso, roba presa dai cassonetti. La vera bestia è chi ci costringe a vivere così”.

Parla un italiano stentato, ma i concetti, nella sua testa e per noi che stiamo lì ad ascoltarla, sono fin troppo chiari.
Racconta di una burocrazia lenta e ingarbugliata, di tribunali e servizi sociali, del terrore più grande: che le venissero sottratti i figli per la mancanza dei documenti... “ Esistono dei diritti internazionali che valgono per tutti, anche per noi che siamo Rom, e allora perchè tutto questo, perchè cacciarci come bestie? Che cosa abbiamo fatto di male? Io... io ho la fedina penale pulita non ho mai fatto nulla di male, però quando vengono a prenderti e ti portano via per identificarti ti mettono insieme ai criminali (gente che ha rubato, ucciso) come se anche tu fossi un criminale...”

E' come se riflettesse a voce alta, un flusso continuo e ininterrotto di pensieri da scacciare, da buttar fuori, il volto stanco di chi è stato in giro tutto il giorno, a rovistare nell'immondizia. La sola alternativa che ha adesso è prendere con se la sua famiglia e tornarsene in Romania da dove è venuta, però prima c'è da risolvere il problema dei documenti della nuora, sepolti durante le operazioni di sgombero, sotto i resti delle baracche insieme a tutto quello che avevano.

Le ruspe, accompagnate dai servizi sociali e le forze dell'ordine in genere arrivano la mattina piuttosto presto, senza un preavviso, danno giusto il tempo di uscire di casa e buttano giù: i documenti li perdono in molti. La stessa sorte è toccata anche ad A., che invece stava nel campo di via Severini, sgomberato nello stesso periodo, anche il suo documento è rimasto sepolto sotto i resti della baracca, da un paio di anni la sua casa, e insieme ai documenti sono rimasti i vestiti della sua bambina di 5 anni. “Non mi hanno dato il tempo di prenderli e la bambina dal 18 aprile non può più andare all'asilo, come faccio a portarla così...” Dove stanno “accampati” adesso non c'è un posto dove potersi lavare, per attingere acqua c'è una fontana pubblica, che usano per bere e cucinare qualcosa.
A. mi racconta che qualche giorno fa l'hanno fermata e portata in questura per l'identificazione, ora ha con se anche un foglio di via.

Anche a via Severini era stata proposta l'accoglienza a Castel Nuovo di Porto, ma solo per donne e bambini, gli uomini si sarebbero dovuti arrangiare, la maggior parte di loro ha rifiutato e si sono sparpagliati per la città. “ Io ho cercato di spiegarglielo, anche alla polizia, che è inutile che ci sgombrano in continuazione, tanto noi ritorniamo.” Sorride A., è poco più di una bambina. Anche qui, dove stanno adesso, le forze dell'ordine sono già arrivate per mandarli via: “Hanno buttato giù tutto e poi hanno anche dato fuoco” mi dicono, facendomi vedere i resti bruciacchiati di legno e cartone.

E loro lì ci sono tornati, alternative non ne hanno. Tornare in Romania?
“ E per fare cosa, senza soldi?” Mi risponde. Suo marito lavora a giornata dove capita, in genere va al mercato a scaricare la merce che arriva la mattina molto presto, così riescono a tirare avanti. “ Dalla Romania siamo venuti via perché non c'era più lavoro per noi, prima lavoravamo in campagna, con la terra, allevavamo gli animali, adesso non c'è più niente e tutto costa il doppio che in Italia...”
Il buio scende sempre più fitto nel fossato in cui ci troviamo, rischiarato appena da un piccolo fuoco che dovrà servire a cuocere la cena. E domani sveglia presto, appuntamento alle 8.30 per andare in via Assisi a richiedere il biglietto per la Romania: “rimpatrio assistito”, lo chiamano.

Ad accompagnarli però non ci sarà qualcuno dei servizi sociali, ma I. una “signora di cuore” come dicono loro, che li conosce e li segue con profonda umanità dall'inizio di tutta questa assurda vicenda, è grazie a lei se sto lì. I. si dibatte tra lo stupore e l'indignazione, animatamente mi racconta della “disavventura” capitata ad una delle famiglie sgomberate: “ ...la mattina dello sgombero a via Severini hanno anche sequestrato un furgone senza neanche accertarsi chi fossero i proprietari e se i documenti stavano posto e senza rilasciare un verbale... ma i documenti erano in regola! E invece no, hanno costretto persone oneste a pagare un avvocato andando a raccogliere ferraglia per la strada solo per farsi restituire il furgone e poter ripartire per la Romania.

Mi hanno mandato un messaggio, sono arrivati stamattina...” mi dice, tirando quasi un sospiro di sollievo. Almeno loro sono lontani da qui.
Li salutiamo che ormai è buio. “Vengo domattina a portare un po' di latte caldo, va bene?” Strilla I. allontanandosi.
“Speriamo che stanotte non viene la polizia a sgombrarci...” si sente rispondere dall'altra parte.

“ E questa sarebbe sicurezza? Costringere la gente a vivere in maniera disumana? E spingendoli a fare cose che non vorrebbero e dovrebbero fare?” La domanda rimbalza di bocca in bocca ma rimane sospesa in un limbo. Noi la risposta la conosciamo già.

 
I fatti
Dopo lo stop decretato per la Pasqua, in concomitanza con l'occupazione della Basilica di San Paolo, gli sgomberi nella capitale sono ripresi di gran lena, facendone registrare ben 4 nella sola mattinata del 9 maggio, nella zona della Magliana. Le modalità sempre le stesse per tutti, con un aggravante, come denunciano le associazioni e come documentato anche dai mezzi di informazione, lo “sgombero selettivo”: le famiglie con bambini scolarizzati possono continuare a rimanere nel campo fino alla fine dell'anno scolastico, tutti gli altri anche se con bambini, ma non scolarizzati, debbono andar via; l'offerta di accoglienza è sempre vincolata allo smembramento famigliare. Succede allora che i campi si moltiplichino in maniera esponenziale, al momento sarebbero 279, denuncia l'associazione 21 luglio, triplicati, dall'annuncio del Piano nomadi. Una follia propagandistica tutta giocata sulla pelle di uomini, donne e bambini rom.

sabato 21 maggio 2011

Rom: Cittadini Europei discrminati

http://www.womeninthecity.it/index.php?option=com_content&view=article&id=589%3Ai-rom-sono-cittadini-europei&catid=84%3Aworld&Itemid=150


Proseguono senza nessun ostacolo, e nel disinteresse della stampa, i provvedimenti di sgombero rivolti alle famiglie Rom in tutta Italia. Lo denuncia una lettera aperta, scritta all'Unione Europea da un gruppo di ong come EveryOne e Opera Nomadi, che sta facendo da giorni il giro del web.

"Oltre 200 mila esseri umani, più della metà bambini, sono stati colpiti dal 2007 ad oggi da provvedimenti di sgombero. Una forma moderna di pulizia etnica, anche in pieno inverno, anche quando le persone evacuate erano sofferenti di tumori maligni e gravi cardiopatie, anche quando le donne erano incinte o portavano in braccio bimbi di pochi giorni. In seguito agli sgomberi, numerosi bambini e malati sono morti, mentre di altri si sono perse le tracce. Gli sgomberi sono azioni disumane, già condannate dall'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, dalla Commissione europea e dal Consiglio dell'Ue.".

A Roma l'evacuazione dell'acquedotto della Magliana, avvenuto la mattina del 9 maggio, senza che fosse  prevista alcuna alternativa di accoglienza, ha messo in emergenza umanitaria diversi nuclei familiari.
A Milano le operazioni contro l'insediamento di piazza Lugano hanno costretto cinque famiglie Rom romene all'ennesimo esodo, trattandosi di persone in povertà estrema e in condizioni di salute precarie.
Infine il 13 aprile è toccato a una famiglia Rom di Prato, già conosciuta alle istituzioni internazionali e alle organizzazioni umanitarie locali, specie Opera Nomadi Toscana, che segue da vicino questa famiglia a causa della grave condizione di vita.

La donna più anziana, Duja Ahmetovic, 65 anni, è profuga dalla Bosnia, perseguitata e sfuggita ai bombardamenti degli anni '90, ha perso durante il conflitto parenti e amici, fra i quali numerosi bambini. Duja è malata e necessita di assistenza sia per la salute precaria che per l'età. I Rom in Italia hanno una vita media di 40 anni e la donna, a causa della vita difficile e delle condizioni di povertà in cui vive, appare più anziana rispetto all'età anagrafica. Nonostante questa situazione, l'assessore alle Politiche Sociali Dante Mondanelli, dopo l'ennesimo sopralluogo, ha dato lo sfratto alla famiglia di Duja Ahmetovic che vive a lato dal campo di via Marconi. In 15 giorni, deve trovarsi un altro luogo dove stare.

La denuncia delle ong è indirizzata alle istituzioni italiane e internazionali, e illustra nei dettagli la tragedia che ogni sgombero comporta, chiedendone l'interruzione verso le famiglie più vulnerabili, "[...] i Rom in Italia erano 180 mila nel 2007, oggi ne restano meno di 40 mila, sono i numeri di un'espulsione di massa che si è posta contro tutte le leggi che tutelano i popoli".

Questa è purtroppo una vecchia storia... Ma cominciamo dal principio.
A proposito degli “zingari”...
Il termine "zingaro" è una definizione tutta occidentale che viene data ad un insieme di popolazioni da quelli che zingari non sono.  La connotazione negativa che questo termine ha finito con l'assumere nel corso del tempo è alla base della discriminazione sociale di cui sono vittime, e li priva ogni giorno di più della loro identità storica che riconosce nel nomadismo l'elemento fondante e caratterizzante.

Quelli che noi chiamiamo "zingari", come ci spiega l'antropologo Leonardo Piasere, comprendono "un insieme di popolazioni parlanti lingue di origine neo-indiana e un insieme di popolazioni non parlanti lingue di origine neo-indiana. Questi due grandi insiemi condividono caratteristiche di vita particolari. Caratteristiche segnate per esempio dal nomadismo, in certe regioni d'Europa, e da altri tratti culturali in altre regioni".

La comunità più numerosa in Europa è quella dei Rom concentrati soprattutto nell'Est, mentre ad occidente abbiamo comunità differenti, ad esempio i Sinti, i Manus, i Kalé della Spagna o del Galles. "Nella letteratura specializzata degli ultimi anni", dice Piarese, "è invalso l'uso di denominare "zingari" solo le popolazioni che si ritengono originarie dell'India e "Viaggianti" quelle di origine autoctona. Ma una netta divisione è spesso impossibile da stabilire".

Giunti  in Europa dall'India attraverso il Caucaso, l'Armenia e l'Anatolia, di mestiere  impagliatori, calderari e manisclachi, li troviamo già nel secolo XIV accampati in  estese regioni dell'Impero Ottomano, Grecia, Albania, Bulgaria Jugoslavia e Romania.

Cent'anni più tardi, quando il conflitto tra cristiani e musulmani sta infiammando la regione mediterranea, gli zingari – che in  questo periodo allevano cavalli per i principi ottomani, suonano la musica "alla turca" per i Beys, e "all'ungherese" per i principi magiari – si ritroveranno  sballottati tra difensori dei Credenti, i musulmani, e i prodi Cavalieri Cristiani .

E' allora che riprendono la via per l'Europa occidentale e, passando il mar Mediterraneo, arrivano a chiedere asilo al Papa nel XV secolo.

La protezione papale viene sì accordata ma a un patto: non devono stabilirsi in un solo posto ma girare per diciasette anni attraverso il "globo".

Gli zingari prendono in parola l'editto papale e, riprendendo la strada, si ritrovano sparsi per tutta Europa fino ad arrivare alle porte di Parigi nel 1427.

A raccontarci  l'arrivo nella capitale francese, e ad inscrivere nel mito l'epopea zingara, è il romanzo di Victor Hugo "Notre Dame de Paris", che vede una tribù di gitani, di cui fa parte la bella e misteriosa Esmeralda, stabilirsi alla periferia di Parigi occupando un terreno chiamato "la Corte dei Miracoli".

I gitani incanteranno la popolazione con giochi e magie, per sopravvivere, a volte anche rubando e raggirando. Ma ben presto, il fascino del loro esotismo  viene meno negli europei, e il luogo comune per definirli si cristallizza nell'immagine del ladro, imbroglione e pigro. Gli zingari diventano in tutta Europa  l'"altro" per eccellenza.

La popolazione europea li accusa di furto e accattonaggio, nell'immaginario collettivo si trasformano in rapitori di bambini e cannibali. A questo punto i provvedimenti presi in tutta Europa contro di loro possono riassumersi in una sola parola che li accompagna sino ai nostri giorni: espulsione.
A questa si aggiungeranno nei secoli persecuzioni e torture più o meno legalizzate.

Nel Novecento condivideranno, in parte, il destino degli ebrei nei campi di concentramento nazisti.



Se le comuni radici indiane e le tradizioni condivise ne fanno un popolo, gli zingari vivono oggi  condizioni differenti secondo il paese di accoglienza che li ospita.

"Il fenomeno dell'urbanizzazione degli zingari", spiega ancora Leonardo Piasere, "intensificatosi in molti Paesi dell'Europa occidentale negli ultimi quaranta, cinquant'anni, ha seguito grosso modo il fenomeno dell'urbanizzazione della popolazione non zingara. Quindi, da questo punto di vista, non possiamo dire che il rapporto tra zingari e non zingari sia cambiato. E' cambiato soltanto semmai, in rapporto alle condizioni di vita sia degli uni che degli altri: tutti si sono inurbati con un'azione intensiva".

Ciò che segna la condizione dei Rom italiani è la vita disagiata all'estrema perferia delle nostre città, in "campi nomadi" abusivi o strutturati, veri e propri ghetti che avrebbero  bisogno di un'attenzione istituzionale in grado di preservare il diritto al loro stile di vita e di accogliere le loro richieste.  Una direttiva dell’ Unione europea ha definito il quadro legale per combattere la discriminazione nei loro confronti basato tra l’altro sull’articolo 13 del Trattato della Comunità Europea e sulla Direttiva 2000/43/CE sulla parità di trattamento a prescindere dalla razza. Gli Stati Membri hanno il dovere di trasporre questa direttiva nelle loro legislazioni nazionali. La Commissione europea è tenuta tra l’altro a promuovere l’utilizzo dei Fondi Strutturali da parte degli Stati Membri affinché venga sostenuta l’inclusione dei Rom.

Invece assistiamo in molte città agli sgomberi feroci e scriteriati di questi giorni, "aumentati sotto periodo elettorale, come è già successo diverse volte", ci dice Antonio Ardolino, che da anni lavora con i Rom a Roma, nelle case e nei campi .

Fondatore della cooperativa romana Berenice all'interno del progetto più ampio "Controcampo"
che vede coinvolti vari soggetti, Ardolino conosce direttamente la situazone dei Rom in Italia.

"Questi sgomberi sono un peggioramento sotto tutti i punti di vista, perché non viene data alcuna alternativa. Il campo viene sgomberato e la gente si disperde per la città". Inoltre, "non viene dato il preavviso di 48 ore previsto, queste persone vengono avvertite da un'ora all'altra. Li mandano via e basta".

Il risultato è decine - quanto non centinaia - di persone che si sparpagliano per le città con gravi conseguenze per i più fragili, anziani, donne incinte, bambini. Una delle conseguenze immediate, denunciate da molte insegnanti, è la perdita della scuola come punto di riferimento per i più piccoli che sono costretti a cambiare continuamente quartiere. "Neppure la famosa questione sicurezza è risolta se non c'è un progetto dietro lo sgombero, perché queste persone vengono abbandonate letteralmente in giro per la città e quindi, se si smantella un campo di cento persone, se ne formeranno presto cinque più piccoli.

Il coordinamento informale formato tra le varie associazioni laiche e cattoliche che lavorano con i Rom affronta anche questa questione. Inoltre i Rom stessi si sono uniti tra loro per reagire denunciando a voce alta la condizione in cui sono costretti, cosa che sino ad ora non era avvenuta. I Rom sono abituati a sopportare".
Rappresentanti di diverse famiglie, tra cui molte donne, hanno infatti preso parte alle riunioni promosse dalle varie associazioni nei campi per stabilire un progetto per il futuro.

Oggi ci sono alcune donne tra i leader, ascoltate e riconosciute all'interno della comunità. Ma quale può essere un'alternativa a questa politica dello sgombero dissennato? "Spesso ogni nucleo familiare propone diverse soluzioni". Ci sono famiglie che vorrebbero un appartamento,  e gruppi che sarebbero disposti ad acquistare terreni in cui vivere tutti insieme. "Perciò quello che noi proponiamo, su cui tutte le associazioni sono d'accordo, sono progetti sui singoli nuclei familiari. E' possibile e necessario superare i campi e ciò che ne consegue, con costi addirittura inferiori a quelli che gravano sulle amministrazioni che decidono gli sgomberi.".

Se invece si adotta questa soluzione è perché in verità li si vuole strumentalizzare per una battaglia politica vile che agita i fantasmi e la paure inconsce della gente. Rafforzando lo stereotipo dello zingaro pericoloso, ladro e accidioso che turba l'ordine della nostra vita quotidiana, si va in realtà ad attuare quella pratica razzista che ha visto nei secoli diverse vittime, ogni volta differenti ma descritte esattamente allo stesso modo.

Tra queste, la convinzione che i nomadi non conducono una vita "normale" spostandosi in continuazione e sfuggendo in questo modo ad ogni etichettatura sociale. Nello stesso tempo nessuno li vuole realmente sedentarizzati e vicini di casa. La Lega, in questi giorni di elezioni, ha rimarcato il problema dei campi nomadi, ribadendo nello stesso tempo che è inimmaginabile vedere i Rom costruirsi "centinaia di case dentro Milano".
Ovviamente l'unica soluzione resta il limbo nel quale sono costretti a vivere.
Insomma, i nomadi non sono più tali...

Le condizioni di vita dei Rom nel resto d'Europa non sono migliori. Il 27 aprile scorso l’AEDH, l'Associazione Europea per la Difesa dei Diritti dell'Uomo (AEDH) che riunisce leghe e associazioni di tutela dei diritti dell'Uomo dei paesi dell'Unione europea, ha manifestato il proprio consenso per il nuovo quadro sull’integrazione dei Rom in Europa presentato dalla Commissione europea il 5 aprile 2011, giudicandolo tuttavia insufficiente per mettere fine alle discriminazioni subite dalla popolazione Rom.

L'Associazione si è appellata all’Unione Europea per rinforzare la sua posizione e prendere in considerazione le violenze fatte loro; l’AEDH considera che per un reale miglioramento della situazione dei Rom in Europa sia necessario andare al di là di una visione unicamente economica e sociale e adottare un approccio basato sul rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana, ed evidenzia l’assenza di misure destinate a mettere fine alle violenze fisiche conto i Rom.

La questione della violenza anti - Rom resta ancora grave e deve essere inclusa in qualunque quadro europeo che pretenda di migliorare la loro integrazione in Europa. Prima di parlare d’integrazione é necessario garantire la protezione.

Analizzando la reazione degli stati in 44 casi di violenza contro i Rom, il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC) ha stimato che, nella maggioranza dei casi, gli autori non sono stati condannati e spesso neanche perseguiti.

Oltre alla necessità di combattere contro questa violenza, l’AEDH rinnova il suo appello alle istituzioni europee per riconoscere un vero diritto alla mobilità delle minoranze Rom; l’obiettivo è metter fine alla contraddizione dell’Unione Europea che incoraggia gli spostamenti di  cittadini europei, mentre ostacola quelli delle popolazioni più povere e più vulnerabili.

Una tale politica è contraria alla Carta dei Diritti Fondamentali che riconosce gli stessi diritti a tutti i cittadini dell’Unione senza distinzione rispetto all’origine. I Rom sono cittadini europei e una lotta efficace contro le discriminazioni e le violenze contro le minoranze passa, anzitutto, attraverso il riconoscimento di uguaglianza nei diritti

venerdì 20 maggio 2011

Discriminazioni Razziali nel Comune di Prato ai danni delle Cittadine Rrom Ahmetovic Duja ed Ahmetovic Patrizia






Al Sindaco di Prato
Roberto Cenni

All'Assessore al Sociale di Prato Dante Mondanelli

Al Presidente della Circoscrizione Est di PratoAlessandro Ciardi

Al Comitato di Gestione del Campo Rom e Sinti di Viale MarconiAssistente Sociale Noemi Imprescia

Alla referente per i Rom Comune di Prato Saveria Bruno

All'Assistente Sociale
Galli Simona
All'Assistente Sociale
Patrizia Bartolini

All'Osservatorio sulle Discriminazioni Razziali Provincia di PratoAssessore Loredana Ferrara
(protocollo dott.sa Cardori)
Segreteria Elisabetta degli Innocenti

Al Governatore della Regione ToscanaEnrico Rossi

All'Unar - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni RazzialiPresidenza del Consiglio dei Ministri
Massimiliano Monnanni
Pietro Vulpiani
Roberto Berardi

Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Ambasciatore Diplomatico Stefanini
Consulente per la coesione sociale Giovanna Zincone

Al Presidente della CameraGianfranco Fini

Alla Commissione diritti umani - Senato della RepubblicaPietro Marcenaro
Maurizio Gressi

Ecri - European Commission Against Racism and IntolleranceSarah Burton

Al Consiglio d'EuropaSegretario Generale questioni Rom
Thomas Hammarberg
Eleni Tsetsekou

Office of the Commissioner for Human Rights
Giancarlo Cardinale
Committee on Equal Opportunites for Woman and Men
Sonia Sirtori
Commitee on Migration, Refugees and Population
Isild Heurtin

Congress of Local and Regional Authorities
Dmitri Marchenkov

Commissione Europea Giustizia Diritti Umani e Cittadinanza - BruxellesViviane Reading
Dana Trama-Zada


Oggetto: Discriminazioni Razziali nel Comune di Prato ai danni dei Cittadini rom
              Ahmetovic Duja ed Ahmetovic Patrizia

              Richiesta di incontro urgente con il Comitato di Gestione del Campo Rom di Viale Marconi

Il sottoscritto Zuinisi Marcello, Presidente e legale rappresentante dell'Associazione Opera Nomadi Toscana con la presente intende portarvi a conoscenza di una grave situazione che vede coinvolte le cittadine Rom di Prato Ahmetovic Duja ed Ahmetovic Patrizia.

Duja Ahmetovic, 64 anni,Rom  cittadina Bosniaca di Mostar, sopravvissuta alla guerra in Ex-Jugoslavia, anziana e malata è vittima di Discriminazioni Razziali nella città di Prato.

Da due anni, essendo stata sfrattata dalla casa nella quale viveva alloggia in una Roulotte, parcheggiata in un campo adiacente al Campo Rom di Viale Marconi legalmente autorizzato insieme a sua figlia Patrizia ed ai nipoti senza servizi igenici, acqua corrente, energia elettrica.

Da due anni, attraverso lettere, protocolli, richieste di incontri abbiamo sollecitato l'Amministrazione della Città di Prato ed i Servizi Sociali ad prestare la giusta e corretta attenzione per affrontare e risolvere positivamente ed in termini di inclusione sociale permettendo una vita meno dolorosa e umiliante per Duja, sua figlia ed i suoi nipoti.

Voglio ricordare che il Parlamento Eurtopeo ha votato nel marzo del 2011 una risoluzione in cui si sottolinea come la Popolazione Rom sia vittima di Discriminazioni Razziali all'interno dell'Ue e che in particolare le Donne siano particolarmente costrette a subire pesantissime condizioni di intolleranza e di vita.
L'Amministrazione Pratese non ha mai raccolto le nostre richieste, ovvero poter inserire 2 donne e 3 bambini all'interno del Campo Rom sito in Viale Marconi.

Venerdi 13 maggio l'Assessore al Sociale Dante Mondanelli e l'Assessore alla Sicurezza Milone hanno comunicato si sono presentate presso la Roulotte delle Ahmentovic comunicandogli la loro intenzione di sgombrare il Campo e di essere disposti ad usare le ruspe per abbattere 2 roulotte nella quali le donne rom vivono. La notizia viene ampiamente pubblicizzata dal Quotidiano la Nazione.

Duja e sua figlia si sono opposte protestando.




Lunedi in un presidio organizzato sotto il Comune di Prato da Opera Nomadi Toscana abbiamo denuncato il carattere apertamente razzista del provvedimento di esclusione. L'Assessore al Sociale Dante Mondanelli è intervenuto durante la Manifestazione dichiarando ai giornalisti presenti la sua intenzione di inserire la Duja Ahmentovic all'interno del Campo Rom di Viale Marconi attaccando apertamente l'Associazione Opera Nomadi Toscana a suo dire non rappresentativa dei Rom.

Voglio ricordarvi che Duja Ahmetovic e sua figlia Patrizia sono parte attiva della nostra Associazione come centinaia di Rom all'interno della Regione Toscana.

Ampio risalto è stato dato sempre dal Quotidiano la Nazione titolando la prima pagina del 17 maggio: "Pace fatta" "l'Assessore Mondanelli trova una casa a Duja".

Il giorno 18 maggio Duja Ahmetovic si reca presso gli uffici dell'Assessore Mondanelli per richiedere di avere il permesso di quanto da lui dichiarato. Duja è stata cacciata dagli uffici con le parole dell'Assessore che dichiarava: "abbatteremo la tua baracca con le ruspe".

Con una mail l'Assessore attaccava pubblicamente e presso le Istituzione il sottoscritto e l'Associazxione Opera Nomadi Toscana.

La ferma replica della nostra Associazione con la richiesta di smentita e rettifica all'Assessore.
Oggi, 18 maggio Duja Ahmetovic e Patrizia venivano ricevute alle ore 12.00 negli uffici dell'Assistente Sociale Galli Simona.

L'Assistente sociale confermava che Duja non verrà inserita nel Campo autortizzato.
Le due famiglie tra pochi giorni verranno messe letteralmente sulla strada.

Una Profuga di guerra non viene rispettata. una sopravvissuta di Mostar vine discriminata nella Città di Prato.
Nel mentre a Mostar si continuano a sminare i campi agicoli. Sono ancora 150.000 le mine ancora da bonificare nella martoriata città Bosniaca.

Voglio ricordare come all'interno della Circoscrizione est di Prato dove le due famigli vivono la Consigliera del Pdl Clarissa Lombardi dicharò pubblicamente: "i Rom mi fanno vomitare" "sono ladri bastardi da rimandare a casa". Ampio risalto venne dato dal Quotidiano la Nazione alle parole incitanti all'odio razziale. La Lega Nord di Prato difese apertamente la Clarissa Lombardi.
Opera Nomadi Toscana denuncio all'Unar il comportamento discriminatorio.

Lo stesso Comune di Prato ed il suo Sindaco Roberto Cenni si sta apertamente opponendo all'Accoglienza di 13 profughi della Guerra di Libia che la Provincia è invece disposta ad aiutare.

I Diritti Umani vengono violati da parte del Sindaco Roberto Cenni.

Con la presente chiediamo un incontro urgente per poter trovare una soluzione di accoglienza per le donne Rom.

Chiediamo al Quotidiano la Nazione di stigmatizzare e non diffondere le parole apertamente razziste degli esponenti dei Partiti di governo Popolo della Libertà (Pdl) e Lega Nord.

Continuando a denunciare i ripetuti e quotidiani atti di violenza e discriminazione razziale che i Rom subiscono in Italia agli organismi Europei. Ricordando che la Commissione Europea con protocollo CHAP04005(2010) ha aperto ufficialmente indagini per disciminazioni verso lo Stato Italiano dal 25 gennaio 2011.

Ricordando che il sottoscritto Zuinisi Marcello ha dato autorizzazione alla Commissione Europea di divulgare le proprie generalità nel procedimento in questione verso le istituzioni Italiane.

Gli attacchi che parte delle istituzioni Italiane muovono contro Marcello Zuinisi ed Opera Nomadi Toscana sono attacchi verso i rom e verso chi come Human Right Defender cerca di arginare il razzismo.

Ricordando che la prima Istituzione Italiana, il Presidente della Repubbluica Giorgio Napolitano ha apertamente condannato il razziamo contro i Rom solidarizzando con questo popolo e con le sue Associazioni rappresentative come Opera Nomadi Toscana.

Certi di una volontà Istituzionale e Politica che ponga fine alle discriminazioni e cerchi una strada che permetta la piena inclusione sociale per la Popolazione Rom nelle Stato Italiano.


Cordiali Saluti
Marcello Zuinisi
Presidente Opera Nomadi Toscana
Via XXV Aprile 61, Ameglia (Sp)
tel +39 3209489950
mail operanomadi.toscana@hotmail.it
http://nazionerom.blogspot/

mercoledì 18 maggio 2011

Noi Rom abbiamo fede nella Santità di Papa Karol Wojtyla: Oggi è il tuo compleanno, Aiutaci San Karol



Noi Rom abbiamo fede
nella Santità di Papa Karol Wojtyla
Aiutaci San Karol



 
Noi ti preghiamo
una casa, un lavoro ed una scuola per i nostri figli



Beato Ceferino Gimènez Malla
Martire Rom
Ferma lo sgombero delle nostre baracche


gli Esseri Umani non si sgomberano - Diritto alla vita per i Rom di Quaracchi


gli Esseri Umani non si sgomberano
Diritto alla vita per i Rom di Quaracchi

Manifestazione
18 Maggio 2011
ore 10.00
Comune di Sesto Fiorentino
Piazza Vittorio

Il Sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi con ordinanza n. 310 del 27 aprile 2011 ha deciso che le famiglie rom di Quaracchi devono lasciare le proprie umili baracche, dove vivono da quando il 16 gennaio del 2010 è stato demolito il Campo Rom dell'Ex-Osmatex all'Osmannoro.

Le famiglie rom vivono da due anni in condizioni igienico sanitarie terribili, senza acqua, luce e servizi igienici e sotto capannoni di amianto pericolosissimo per la salute umana in quanto l'inalazione delle particelle provoca il cancro.

Le famiglie rom, con tantissimi piccoli bambini, alcuni appena nati, anziani, invalidi, donne ed uomini poverissimi provenienti dalla Romania stanno cercando una speranza ed una possibilità di vita e di riscatto sociale dopo essere state sterminate dal nazismo e dal fascismo durante la seconda guerra mondiale. Un milione i cittadini Rom massacrati nei campi di concentramento.

Il Nazismo ed il Fascismo ha sottratto ogni avere alle famiglie Rom.
Nessun tribunale internazionale ha mai risarcito le vittime di questi crimini.

In Romania le condizioni di vita odierne sono molto difficili.
La tubercolosi è diffusa ovunque, molti i bambini malati
che vivono in piccole baracche senza finestre ne luce.
Questi bambini sono denutriti e perdono i capelli per problemi di carenza alimentare.
Negli Ospedali ogni cura è a pagamento e senza del denaro non vengono forniti neanche i farmaci antidolorifici ai malati terminali di cancro.

Questi sono i motivi che hanno spinto le famiglie rom a venire in Italia.

L'Unione Europea, la Commissione diritti umani e cittadinanza di Bruxelles, il Consiglio d'Europa di Strasburgo riconoscono la popolazione Rom come vittima di Discriminazioni Razziali ed è disposta ad aiutare i Comuni italiani e le Regioni con Fondi Sociali Europei per permettere a queste famiglie di uscire dalla miseria e dalla disperazione.

Il Sindaco di Sesto Fiorentino, la Regione Toscana e lo Stato Italiano avrebbero la possibilità di ottenere cospicui finanziamenti per permettere l'inclusione sociale delle famiglie Rom.

Ristrutturazioni di case, cooperative di lavoro potrebbero essere una realtà concreta ed una possibilità di vita non solo per le famiglie Rom ma anche per i cittadini italiani disoccupati, per gli immigrati senza lavoro, per i poveri e gli ultimi.

Per avviare questi progetti serve la volontà politica.
Questa manifestazione chiede al Sindaco Gianni Gianassi ed alla Regione Toscana di praticare questa politica. Una politica per gli esseri umani, per il lavoro, per difendere ed affermare i diritti, per permettere ad ogni cittadino di abitare in un luogo dignitoso e sicuro.

OPERA NOMADI TOSCANA

martedì 17 maggio 2011

Forced evictions of Roma families continue throughout Italy

http://www.tolerance.ca/Article.aspx?ID=110575&L=en
Forced evictions of Roma families continue throughout Italy

Florence - The forced evictions of Roma families are continuing throughout Italy. In Rome, the clearance of the Magliana aqueduct area on the morning of May 9th - without the offer of alternative lodgings - has resulted in a humanitarian emergency for many Roma families. In Milan, the operations against the Piazza Lugano settlement has forced five Romanian Roma families to undertake a dramatic exodus as they were already living in conditions of extreme poverty and poor health. 

On April 13th it was the turn of a Roma family in Prato. "This is a truly heartbreaking case," say Roberto Malini, Matteo Pegoraro and Dario Picciau, co-presidents of EveryOne Group, "because we are talking about a family in need of humanitarian care.

The family is already known to the international institutions and local humanitarian organizations, particularly Opera Nomadi Tuscany, which has been following the family closely after all the suffering its members have been subjected to over the years. The eldest member, Duja Ahmetovic, aged 65, is a refugee from Bosnia who fled the persecution and bombings of the 1990s.

She lost many relatives and friends during those terrible conflicts, including many children. She is in bad health and in need of urgent medical treatment.

The average life span of Roma people in Italy is 40 years, and Duja, after a life of hardship and poverty, is physically much older than her age."

EveryOne Group has written a letter to the Italian and international institutions to explain the tragedies that result from these evictions and request a law to put a stop to this barbaric treatment of the most vulnerable families. "These camp clearances are inhumane actions, already criticized by the UN High Commissioner for Human Rights, the European Commission and the European Council," says EveryOne Group. "More than 200,000 human beings - over half of them children - have been subjected to this modern form of ethnic cleansing since 2007. Evictions have taken place during the winter; even when those evicted were suffering from serious heart problems and malignant tumours; and when women were heavily pregnant or carrying newborn babies in their arms.

Many children and sick people have died in the aftermath of the evictions, while others have disappeared without a trace. If the Roma people in Italy numbered 180,000 back in 2007, today less than 40,000 remain on Italian soil. These numbers point to a mass expulsion that goes against all the laws that protect peoples. Unfortunately, the Roma people are being persecuted in Italy by both Center-right and Center-left local authorities, and politicians regularly build their election campaigns on promising to evict Roma and Sinti families from their towns and cities.

We are calling on the Italian authorities who have still not been carried away by this wave of intolerance - and in particular on the President of the Chamber of Deputies, Gianfranco Fini - to set up a commission to evaluate the effects of these evictions and put an end to them with modern and effective legal measures in line with EU laws and the agreements signed with the United Nations. At the same time, we are asking the European Commissioner for Human Rights, Thomas Hammarberg - who we have repeatedly asked to come and verify the persecution of the Roma people in Italy, and who is finally about to visit the last Roma settlements in Milan and Rome - to take legal action to ensure this ruthless repression of socially excluded and persecuted human beings does not continue among general indifference.

It is vital to put an end to these evictions and collect testimonies from the Roma people themselves concerning the damage that these forced evictions and repression have done to their people, quantifying the number of victims and the public health problems suffered by those evicted in view of an apology and appropriate compensation and - first of all - an end to the ethnic persecution that has been going on for far too long."

May 15, 2011
 

Sesto Fiorentino 18 Maggio 2011 ore 10.00 - Manifestazione - Gli Esseri Umani non si Sgombrano

Sesto Fiorentino 18 Maggio 2011 ore 10.00 - 20.00

Manifestazione davanti al Comune di Sesto Fiorentino



Gli Esseri Umani non si Sgombrano
Richiesta di incontro con Il Sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi


Con la presente il sottoscritto Zuinisi Marcello, Presidente di Opera Nomadi Toscana,
residente in Ameglia (Sp) Via XXV Aprile 61, tel 320 9489950

preavviso per lo svolgimento di pubblica manifestazione il giorno mercoledi 18 maggio
dalle ore 09.00 alle ore 20.00 in Sesto Fiorentino – Piazza Vittorio Veneto, di fronte al Palazzo Comunale.

Il carattere della manifestazione assolutamente pacifico vuole affermare e difendere i DIRITTI UMANI apertamente violati e negati nel Campo Rom di Quaracchi.

La Manifestazione vedrà il coinvolgimento di circa 100 cittadini. Sono previsti striscioni, volantini, megafonaggio ed una messa celebrata da Don Daniele Bani nelle adiacenze della Piazza, c/o la Pieve di San Martino in piazza della Chiesa in ricordo della nascita del Papa Santo Karol Woityla al quale chiederemo in preghiera un miracolo per fermare lo sgombero ed aprire una strada verso l'inclusione sociale di questa martoriata minoranza.

Il 30 maggio il Sindaco di Sesto con ordinanza n. 310 del 29 aprile 2010 impone alla Comunità Rom composta da cittadini Europei provenienti dalla Romania di abbandonare l'unico spazio abitativo nel quale hanno trovato rifugio.

Ricordiamo alla Signoria Vostra che numerosi bambini, anche appena nati, anziani e malati vivono in questo spazio. Sino ad oggi, dal 16 gennaio 2010, giorno in cui la Comunità Rom fu sgombrata dalle ruspe in località Ex Osmatex (Osmannoro) abbiamo sollecitato in ogni modo l'amministrazione comunale e le autorità Regionali ad avere un incontro per affrontare in modo condiviso l'emergenza umanitaria in atto senza ricevere nessuna audizione.

La Commissione Europea Giustizia Diritti Umani e Cittadinanza di Bruxelles ha aperto ufficialmente indagini per Discriminazioni Razziali subite da questa comunità il 25 gennaio 2011 con Protocollo CHAP(2010)04005.

Lo sgombero senza alternative è contrario alle direttive europee sulla non discriminazione come affermato dalla 2000/43/CEE. Le espulsioni illegittime operate dalla Prefettura di Firenze nei confronti dei Cittadini Rom Comunitari hanno trovato riscontro nelle sentenze emesse dai Giudici Italiani che ne hanno annullato più volte la vadilità affermando il DIRITTO alla libera circolazione.

Abbiamo presentato ricorsi in tal senso anche al Signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano da cui abbiamo ricevuto una lettera di solidarietà per le azioni intraprese nella tutela della dignità umana e dei diritti della Popolazione Rom.

Voglio sottolineare come anche il Presidente della Camera Gianfranco Fini abbia inviato uno scritto ed una lettera dell'Organizzazione per i Diritti Umani Every One al Prefetto di Firenze in data 27 aprile 2011. Nella lettera si richiede soluzioni di inclusione sociale e la fine della Persecuzione.




    L'occasione per invitarla per il giorno 19 maggio alle ore 15.00 c/o l'Aula Magna del Dipartimento Universitario Scienze Sociali a Novoli dove la Commissione Diritti Umani presieduta dall'On. Pietro Marcenaro presenterà il rapporto di indagine, recentemente redatto, sulle condizioni dei Rom e Sinti in Italia.
    Voglio altresi ricordarle che il Parlamento Europeo con risoluzione del 9 Marzo 2011
    ha affermato l'esistenza di discriminazioni razziali contro la Popolazione Rom all'interno dell'Unione Europea e affermato la necessità di politiche volte al superamento di questa condizione di grave marginalità.

In tal senso al punto 4 di questa risoluzione si invita la Commissione all'istaurazione di un dialogo tra autorità locali, organi giudiziari, polizia e comunità Rom, al fine di evitare le discriminazioni in ambito giudiziario, rafforzare la fiducia e combattere il profiling etnico.

Con la presente sono a proporle la possibilità di avviare un percorso formativo e/o seminario rivolto agli organismi di Polizia per approfondire una maggiore conoscenza della storia, delle radici, della cultura della Popolazione Rom al fine di permettere così agli agenti, al personale che si ritrova quotidianamente a contatto con questa popolazione di affinare il proprio bagaglio culturale e possedere maggiori strumenti utili al proprio lavoro nel confronto con questa importante realtà delle nostre città.

Voglio ricordarle come lo stesso Congresso Europeo, svoltosi al Consiglio d'Europa di Strasburgo il 20 ottobre 2010, abbia votato una strategia europea per il superamento di tale condizione.

In tal senso nostri rappresentanti hanno partecipato al corso di formazione per Mediatori Interculturali svoltosi c/o gli Uffici dell'Unar in Largo Chigi 19 (Roma) nei giorni del 12, 13, 14 aprile ed ad un incontro Istituzionale svoltosi nella sala Mappamondo (Camera dei Deputati) il giorno 15 Aprile promosso direttamente dal Consiglio d'Europa, Ufficio del Rappresentante Speciale del Segretariato Generale per la problematica Rom Mr. Jeroen Schokkenbroek che ha visto il coinvolgimento delle Istituzioni Italiane in un lavoro di mediazione con i rappresentati Rom di tutta l'Italia.

Voglio informarla che il Segretario Generale del Consiglio d'Europa ribadirà l'invito alla collaborazione per l'inclusione sociale della Popolazione Rom negli incontri che si terranno a Milano e Roma alla fine del mese con i Prefetti e le Istituzioni italiane.


In attesa di un vostro riscontro porgo
distinti saluti


Marcello Zuinisi
Presidente Opera Nomadi Toscana
Via XXV Aprile 61, Ameglia (Sp)
tel +39 320 9489950



http://www.imgpress.com/notizia.asp?idnotizia=60606&idSezione=1

La lotta dei Rom di Prato - Duja Ahmetovic, Patrizia difendono i Diritti Umani - Basta Sgomberi - Casa e lavoro per tutti

http://iltirreno.gelocal.it/prato/multimedia/2011/05/16/fotogalleria/la-protesta-dei-nomadi-in-piazza-del-comune-29631902/1

Il Tirreno

PRATO. Venerdì scorso l'assessore alle politiche sociali Dante Mondanelli, dopo l'ennesimo sopraluogo, ha dato lo sfratto alla famiglia di Duja Ahmetovic che vive a lato del campo sinti di via Marconi.
Entro 15 giorni la famiglia rom deve trovarsi un altro luogo dove stare. «Mondanelli non ha motivato questa scelta - spiega Patrizia, la figlia - per questo lunedì insieme al nostro avvocato ci presenteremo al Palazzo Comunale per chiedere un appuntamento con il sindaco».

La scelta di preferire Cenni è duplice; Mondanelli è stato perentorio e Duja in seguito ad una denuncia ha la diffida ad avvicinarsi ai servizi sociali. A fianco della famiglia Ahmetovic come sempre si è schierata Opera Nomadi che tramite Marcello Zuinisi denuncia un sopruso e un atteggiamento illegale.
«Quello che è successo è di una gravita inaudita.
Mettere sulla strada una anziana cittadina con la sua famiglia è un crimine contro i più elementari Diritti Umani». Zuinisi attacca pesantemente anche Cenni: «Il sindaco di Prato, al pari del suo collega di Pisa Filippeschi, di quello di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi, di Matteo Renzi continuano la loro campagna di odio, di sgomberi, di persecuzione nei confronti dei Rom». Intanto il portavoce di Opera Nomadi annuncia anche di voler scrivere al Governatore della Toscana Enrico Rossi per ribadire, ancora una volta, un'accusa molto pesante: " Le persecuzioni non conoscono più alcun limite. Non si riconoscono più gli esseri umani. Non si riconosce più la sofferenza umana, non si riconosce più il dolore. Non si riconosce più l'umanità».


Prato, lunedi 16 Maggio 2011

Presidio di Solidarietà e Sostegno con i Rom di Viale Marconi Prato 
 Piazza del Comune – ore 11.00
con Duja Ahmetovic e la sua famiglia
gli ESSERI UMANI NON SI SGOMBRANO
i PROFUGHI SI ACCOLGONO

Ancora dolore e sofferenza per i Rom in Toscana

Venerdi la polizia municipale di Prato su ordine del Sindaco ha comunicato ad Ahmetovic Duja, sua figlia Patrizia ed i suoi giovani nipoti di voler sgombrare il piccolo Campo Rom di Viale Marconi nel termine di 15 giorni.

Il “progetto” dell' Amministrazione Comunale Pratese è voler fare una pista per le macchinine radiocomandate e lo sviluppo di un immaginario parco giochi sostenuto da alcuni imprenditori.
Il “progetto”, totalmente immaginario si basa solo su parole e incerti e traballanti piani di sviluppo e riqualificazione dell'area.

Quello che è certo è invece la vita di Ahmetovic Duja, anziana Rom originaria della Bosnia, sopravvissuta alla guerra negli anni 90’, gravemente malata, recentemente operata che fu sfrattata dalla sua casa due anni fa. Da allora vive in una Kampina (Roulotte) in Viale Marconi.
Da circa due anni abbiamo proposto al Comune di Prato una soluzione inclusiva che permettesse una speranza di vita, un percorso di inserimento lavorativo ed abitativo. Il Comune di Prato ci ha sbattuto la porta in faccia negando ad una profuga della guerra dell’Ex- Jugoslavia addirittura di poter recarsi ai servizi sociali della sua città.
L'Assessore al Sociale Mondanelli non ha mai voluto neanche parlare con Duja.
L'Assessore alla Sicurezza Milone dichiara addirittura ai quotidiani che è disposto ad usare le ruspe per cacciare una anziana e malata profuga della guerra nei Balcani.

Quello che è successo è di una gravita inaudita.

L’Italia responsabile di un intervento militare nel territorio dell’Ex-Jugoslavia nega ad una sopravvissuta ai bombardamenti, ad una anziana signora che ha visto morire con i suoi occhi decine di bambini, ad una cittadina che dovrebbe essere accolta e protetta ogni possibilità di sopravvivenza. Mettere sulla strada una anziana cittadina con la sua famiglia è un crimine contro i piu’ elementari Diritti Umani.
La persecuzione contro la Popolazione Rom non conosce soste ne pause nel paese della Xenofobia, del Razzismo Istituzionale, nella guerra contro i poveri e gli ultimi: l’Italia di Maroni, di Berlusconi, della Lega Nord, di Clarissa Lombardi, Consigliera Pratese del Pdl che pochi mesi fa dichiarò pubblicamente:
“gli Zingari sono bastardi, ladri da mandare a casa. I Rom mi fanno vomitare”

Alle accuse di Razzismo , alle dure critiche dei finiani alle denunce presentate all’Unar , al Consiglio d’Europa, ai commissari di Strasburgo dell’Ecri da parte di Opera Nomadi Toscana lei rispose con una menzogna: “nessuna volontà di scatenare odio razziale.”

Il Sindaco di Prato, al pari del suo collega di Pisa Filippeschi, di quello di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi, di Matteo Renzi continuano la loro campagna di odio, di sgomberi, di persecuzione nei confronti dei Rom.

Razzismo è la nostra accusa:
La parola zingaro era usata dal Nazismo in germania per definire i Rom come criminali.
La stessa parola usata in Italia dai Razzisti
Sterminati nei campi dei concentramento, reclusi e rinchiusi, umiliati, derubati di ogni avere: questa la storia dei Rom in Europa ed in Italia.
Le persecuzioni non conoscono alcun limite.
Non si riconoscono piu’ gli esseri umani. Non si riconosce piu’ la sofferenza umana, non si riconosce piu’ il dolore, le lacrime. Non si riconosce piu’ l’umanità.

Con quale coraggio un Assessore alla Sicurezza gonfia i muscoli contro una anziana donna Rom, una profuga della guerra, una cittadina che dovrebbe essere risarcita per le barbarie a cui è stata costretta. Con quale coraggio Milone vuole usare addirittura le ruspe per abbattere una roulotte.

Le scelte di Milone e dell'Assessore al Sociale Mondanelli sono dettate solo dalla vigliaccheria.
La vigliaccheria del Razzismo e dell'esclusione sociale.

La vigliaccheria di che usa la forza contro i poveri ed è incapace di progettare uno sviluppo della città pratese, uno sviluppo che metta gli esseri umani al centro della vita.

Sempre piu' esseri umani, italiani, immigrati, rom, semplici cittadini sono messi letteralmente sulla strada dalle scelte irresponsabili delle amministrazioni comunali, di politici incompetenti ed arruffoni. Politici che fanno “campagne elettorali” sulla pelle degli ultimi.

Duja, la sua famiglia, i Rom di Viale Marconi, i poveri della Città, gli ultimi, i lavoratori licenziati, i precari, gli anziani non sono animali da gettare sulla strada. SIAMO ESSERI UMANI.

L'Amministrazione Pratese ha negato addirittura i funerali quando 3 cittadini cinesi morirono annegati in un sottopasso. Questa è inciviltà. Questo è razzismo.

Questa la vigliaccheria di chi nega la propria origine, la “razza umana”, nega di essere un uomo e si comporta come una bestia, peggio di una bestia.

I Rom non sono criminali.

I Razzisti sono CRIMINALI, i Nazisti, il Fascismo è CRIMINALE, l'indifferenza è Criminale.

CACCIARE GLI ESSERI UMANI E' CRIMINALE.

Siamo con Duja, siamo con la sua famiglia, siamo con i Rom. Siamo con gli esseri umani.

Ai sindaci razzisti sono una parola: VERGOGNA!


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