Roma 9 maggio 2011
Ricominciano gli sgomberi.
Passata la Pasqua, dimenticate le tre giornate della Basilica San Paolo, quando anche l'ultimo pellegrino del Papa santo aveva lasciato la Capitale, si sono riaccesi i motori delle ruspe utilizzate per distruggere le baracche di uomini, donne e bambini Rom.
Quattro sgomberi in una sola mattina, tutti nella zona di Magliana, centinaia di persone lasciate sulla strada. Tutto secondo il solito folle copione di chi crea insicurezza per tutti nel nome della sicurezza di tutti.
Ma questa volta c'è una novità che rende tutto ancora più grottesco: una bomboletta di vernice rossa con cui vengono scritti dei grossi “NO” su alcune baracche.
Sono le abitazione di alcuni bambini che frequentano le scuole. Per loro sarà possibile continuare a vivere nel campo, almeno fino a giugno. Si apre quindi la fase della demolizione selettiva e punitiva.
Ad operazioni terminate, in via Candoni, lo scenario é desolante: 10 baracche rimaste in piedi in mezzo alle macerie di 40 baracche distrutte dalle ruspe del Comune.
La polizia se ne va, il circo mediatico pure.
50 persone restano nelle baracche con i loro bimbi che frequentano la scuola, in condizioni disumane, tra detriti, topi, macerie, senza acqua né corrente.
Gli altri 200, con neonati, bimbi in eta` pre-scolare e anziani, sono in mezzo alla strada e si accamperanno per la notte in giacigli ancora più pericolosi.
Una mamma con un bimbo di 15 giorni ci chiede: perché? Ma tutto questo può essere legale nel vostro Paese?
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