mercoledì 31 agosto 2011

Rom - Corso per Avvocati: Difendere i diritti fondamentali dei Rom e dei Sinti Venezia 13-14 ott 2011‏



Difendere i diritti fondamentali dei Rom e dei Sinti

sulla base degli standard europei


Formazione professionale degli avvocati nazionali implicati/interessati 
nella/alla difesa dei diritti dei Rom e dei Sinti

Il gruppo di supporto al Rappresentante Speciale del Segretario Generale per le questioni relative ai Rom organizza, in collaborazione con il Centro Interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell’Università di Padova, il 13-14 ottobre, 2011, a Venezia (presso la nuova sede del Consiglio d’Europa), una sessione di formazione professionale destinata agli avvocati interessati a difendere i diritti dei Rom e dei Sinti di fronte alle giurisdizioni nazionali.

Questa sessione di formazione mira a rafforzare le conoscenze e le competenze giuridiche degli avvocati in materia di diritti dei Rom e dei Sinti, esponendo loro le norme di diritto pertinenti e fornendogli esempi concreti sull’utilizzazione di dette norme di fronte alle corti nazionali.

La formazione comprende:

  • Una panoramica delle norme giuridiche pertinenti elaborate in seno al Consiglio d’Europa (Convenzione Europea dei Diritti Umani, Carta Sociale Europea Riveduta, Risoluzioni, Raccomandazioni, Pareri e Rapporti degli organi dell’Organizzazione)  e cenni di Diritto dell’Unione Europea pertinente.
  • L’identificazione delle problematiche davanti alle quali sono posti Rom e Sinti.
  • Casi ed esercitazioni pratiche

La sessione di formazione sarà condotta da esperti esterni all’Organizzazione, da docenti dell’Università di Padova e da funzionari del Consiglio d’Europa.

Il corso è stato accreditato dall’ordine degli avvocati di Venezia.

I beneficiari (massimo 20 persone) dovranno essere degli avvocati regolarmente iscritti all’Ordine degli Avvocati, ed essere implicati/interessati nella/alla difesa dei diritti dei Rom e dei Sinti.

La lingua di lavoro sarà l’italiano.

Il Consiglio d’Europa coprirà in maniera forfettaria le spese sostenute per la partecipazione a questo corso di formazione. Sono disponibili a carico del progetto 15 camere singole presso la Casa Cardinal Piazza, Fondamenta Contarini, Cannaregio 3539/A, Venezia, istituto religioso gestito da suore con chiusura serale alle ore 23.00. Inoltre ai partecipanti saranno rimborsate le spese di viaggio secondo la prassi del Consiglio d’Europa.

La domanda di iscrizione, una lettera di motivazione e un CV redatto in Italiano dovranno pervenire via email alla dott.ssa Cinzia Clemente (Centro Interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli, Università di Padova, E-mail: cinzia.clemente@centrodirittiumani.unipd.it) al più tardi entro il 15 settembre 2011 .

I partecipanti selezionati dovranno versare una cauzione di 120euro per confermare l’iscrizione, cauzione che verrà rimborsata a Venezia a fine corso.


Persona da contattare per maggiori informazioni:

Cinzia Clemente
Centro Interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli, Università degli Studi di Padova
Tel. +39 0498271817


Eleni Tsetsekou
Gruppo di supporto al Rappresentante Speciale del Segretario Generale per le questioni relative ai rom
Tel. +33 388412433

       Marcello Zuinisi
       Presidente e Legale Rappresentante
       Opera Nomadi Toscana
       Via XXV Aprile 61, Ameglia (Sp)
       Via Ricortola 166, Marina di Massa (Ms)
       tel + 39 3209489950
       E-mail: operanomadi.toscana@hotmail.it
           http://nazionerom.blogspot.com

      Opera Nomadi Toscana sostiene l'iniziativa di formazione promossa dal Consiglio d'Europa.
       famiglie e dei cittadini Rom. La formazione specifica potrebbe permettere di avanzare nella difesa 
       dei diritti umani che mai come oggi sono pesantemente minacciati e sovente negati.
       In Italia potrebbero formarsi team di Avvocati che permetta la difesa legale delle famiglie rom che 
       quotidianamente subiscono ogni genere di abusi e arbitri.
       

martedì 30 agosto 2011

Rom: Europa Razzista e Nazista (lettera di Moni Ovadia)

 
 
di Moni Ovadia

 
La Slovacchia, prospero paese della «civile» Europa ha varcato il Rubicone che separa la soglia minima della democrazia dalla mentalità che caratterizza il nazismo.

Il governo ultraconservatore e razzista di quel Paese ha ipocritamente travestito la proposta di legge che favorisce ed incentiva la strilizzazione volontaria delle donne povere, ovvero rom, con il crisma di uno scopo di utilità sociale. I nazisti e i razzisti di una volta erano schietti, criminalmente onesti. Questi omuncoli di oggi sono vigliacchi, indossano la maschera del perbenismo, rifiutano l'appellativo di razzista che gli è proprio, pretendono di operare a fin di bene.

Ma la Slovacchia è solo la punta dell'iceberg. Per tutta l'Europa serpeggia la vocazione razzista e xenofoba delle forze di quella destra nazionalista o regionalista come la nostra Lega Nord ma non è infrequente ascoltare anche esponenti delle forze riformiste riconoscere le ragioni del buonsenso all'intolleranza nei confronti di rom e sinti.

Questa connivenza a mezza voce è a mio parere la cosa più infame. Ma che accadrebbe se questa logica da fogna venisse proposta nei confronti degli ebrei. Apriti cielo! L'intera Europa rovescerebbe sulla piccola Slovacchia un bombardamento mediatico con l'artiglieria pesante della retorica della Shoa e il suo governo farebbe una frettolosa retromarcia.

Ma la vera domanda è: a che serve l'Europa unita se non è in grado di imporre pesantissime sanzioni ai governi razzisti, fino a decretarne l'espulsione? Perché è mai nata l'Europa? Per tenere attaccata con lo sputo la moneta unica? O per prosternarsi davanti ai «mercati» e leccarne i piedi?

26 agosto 2011

lunedì 29 agosto 2011

Rom: Invito ai Sindaci della Liguria - Summit a Strasburgo 22 settembre 2011 - Condividere la strategia di inclusione sociale elaborata dal Consiglio d'Europa




Al Presidente Anci Liguria
Marta Vincenzi Sindaco di Genova gabsindaco@comune.genova.it
Roberta Papi Assessore al Sociale asssociosanita@comune.genova.it
Paolo Giuseppe Veardo Assessore Politiche Formative assscuola@comune.genova.it

Al Segretario Anci Liguria

Ai Sindaci



Sindaco di Savona Federico Berruti  staff.sindaco@comune.savona.it

Sindaco di Sarzana Massimo Caleo  protocollo.comune.sarzana@postecert.it
Assessore al Sociale Rosanna Pittiglio pittiglio.rosanna@provincia.sp.it
 
Sindaco di Ameglia Umberto Galazzo  sindaco@comune.ameglia.sp.it
Assessore al Sociale Francesca Strenta francesca.strenta@comune.ameglia.sp.it
 
Sindaco di Ortonovo  Francesco Petrini  sindaco@comune.ortonovo.sp.it
 
 
oggetto:   Summit di Strasburgo  
Condividere la strategia di inclusione sociale elaborata dal Consiglio d'Europa con il popolo Rom


Ci rivolgiamo a voi in qualità di Sindaci di Genova, La Spezia, Savona, Imperia, Sarzana, Ameglia, Ortonovo inoltrando la presente a tutti
i Sindaci e le Istituzioni della Liguria.  Vorremmo promuovere insieme all'Anci della Liguria il summit di Strasburgo avviando una  conoscenza e collaborazione con ogni comune della Liguria, collaborazione improntata a costruire una innovativa strada di inclusione  sociale per la Popolazione Rom.

Opera Nomadi di Genova e della Toscana organizzazioni Rom collaborano attivamente con il Consiglio d'Europa e ne condividendone prassi, contenuti e metologie.

Stiamo costruendo il Summit in tutta l'Europa e l'occasione che si offre alla Liguria può essere una importante e significativa possibilità  di crescita e sviluppo economico, sociale, culturale ed educativo.

Recentemente nello spezzino l'ennesimo incendio in un campo Rom abusivo ha messo a repentaglio la vita di alcune famiglie.
Abbiamo apprezzato l'intervento immediato predisposto delle Istituzioni che attraverso la Protezione Civile sono intervenute predisponendo tende di accoglienza.
Purtroppo nei giorni immediatamente seguenti all'incendio c'è stato un gravissimo episodio di violenza e discriminazione razziale con un lancio di sassi rivolto verso
le famiglie rom.
 
 
Alla fine di luglio il Sindaco di Ortonovo e la cittadinanza hanno condiviso nell'Anfiteatro di Luni il lavoro, la cultura e la musica di chi crede negli esseri umani, nella loro capacità di costruire e produrre ricchezza sociale, economica, culturale ed umana. Moni Ovadia, Jovica Jovic, Marco Rovelli hanno prodotto "Homo Migrantes".
Il messaggio che è giunto dall'antica terra di Luni è stato quello dell'amore per lo straniero come condizione di costruzione di ricchezza diffusa.
 
Vorremmo condividere le Strategie di Inclusione sociale elaborate dal Consiglio d'Europa ed attuarle sul territorio ligure. Il termine per le iscrizioni è il 15 settembre e di seguito alla lettera in allegato troverete il link fornitoci dal Consiglio d'Europa.

 http://www.coe.int/t/congress/Sessions/20110922-Roma-Summit/Registration_fr.asp

 
In attesa di vostre
 
 
Cordiali Saluti
 
 
Sergio Cizmic
Opera Nomadi Genova
Campo della Molassana
Via Adamoli 501, Genova
tel 3477330144
 
 
Marcello Zuinisi
Opera Nomadi Toscana
Via XXV Aprile 61, Ameglia (Sp)
Via Ricortola 166, Marina di Massa (Ms)
tel 3209489950
mail operanomadi.toscana@hotmail.it
http://nazionerom.blogspot.com/

domenica 28 agosto 2011

Il piccolo Daniel vivrà: Storia di un miracolo quotidiano di chi crede ancora in un mondo fatto di persone che non girano la testa




di Marco Squicciarini

Roma, 24 agosto 2011.

 Dopo la storia a lieto fine della piccola Irina nata cieca in Russia, che poi ha riacquistato la vista grazie al viaggio umanitario che abbiamo organizzato, molte famiglie chiedono aiuto per i bambini da paesi che non hanno nulla. “Quando Roberto Malini circa due mesi fa mi chiamò alle undici di sera mentre stavo per addormentarmi avevo subito capito che si trattava di un problema grave. Era così.

Ma non si arrendono. Chiamano Roberto Malini di EveryOne e chiedono aiuto. Lui si rivolge a me come per la scorsa volta, perchè sa che qui abbiamo una squadra regionale non indifferente. Un'altra storia di povertà, di dolore, di genitori che scoprono che il piccolo ha solo un mese di vita perchè affetto da un morbo gravissimo con compromissione del midollo.Il piccolo viene messo sul primo aereo dopo tre settimane perchè non avevano la tessera sanitaria del loro paese (che qui serve per il ricovero).

Io trovo al Bambin Gesù il riferimento per questa rara malattia tramite un uomo meraviglioso dal nome Michele Salata (valido medico pediatra del PS del Bambin Gesù, eroe nel mondo, che ho avuto il piacere di incontrare ad Haiti nel 2010 in una missione umanitaria). Michele mi mette in contatto con il primario che poi l'ha preso in carico.

Tradotto in parole povere o paga 120mila euro più le spese di cure successive o... muore. Ma ecco il primo grosso problema: non ha la tessera sanitaria della regione Lazio e quindi non puo' fare la richiesta nella banca dati mondiale del midollo.
Non appena ottenuta - grazie all'impegno di alcuni difensori dei diritti umani, fra i quali va citato Marcello Zuinisi, che ha consentito di vincere una difficile lotta contro il tempo - parte e arriva a Roma.

Iniziamo subito a capire come fare ad avere la tessera. Il papà o la mamma devono avere un lavoro, ma non solo non c'è per gli italiani ma i genitori di Daniel non parlano neppure una parola di italiano tanto che Annamaria Pulzetti ha dovuto trovare una interprete che ogni volta traduce tutto. Annamaria Pulzetti, Giovanni Kheraui subito in moto per trovare un alloggio (incredibile Annamaria!) e curare la logistica (straordinario Giovanni). Io non so come ha fatto giovanni Kheraui ma oggi è accaduto un miracolo: tessera con codice fiscale e tessera sanitaria per tutta la famiglia.

Un diritto sacrosanto: quello alla vita. Questo diritto era stato messo in periocolo da ostacoli, imprevisti e burocrazia, ma probabilmente lassù qualcuno vede, ama e provvede. Oggi pomeriggio sarà inoltrata la richiesta e questo piccolo bambino di nome Daniel potrà avere la speranza di vivere, visto che al bambin Gesù lo hanno rimesso in sesto, almeno per ora io non so come ha fatto Giovanni ma questo bambino gli deve la vita.

Il miracolo quotidiano di chi crede ancora in un mondo fatto di persone che non girano la testa, di chi crede che la vita di un bambino lontano di un paese che neppur eè sulla cartina valga qualcosa, di chi non fa finta di nulla e si impegna per gli altri senza chiedere nulla in cambio.

I medici del Bambin Gesù hanno applaudito Giovanni increduli. Anche per loro questo è, e continua ad essere un piccolo grande miracolo dei giorni nostri in un mondo che apparentemente non si cura del prossimo.
Il mondo è pieno di tante belle persone che ogni giorno fanno cose straordinarie, ed io voglio gridarlo a a tutti.Fare, fare bene e far sapere. Questo il motto .

Oggi è una bella giornata per tutti noi, ma sopratutto per Daniel e per i genitori che dalle ore 11 continuano a piangere guardando un semplice pezzettino di plastica colorata: una tessera sanitaria regionale. Un grazie a chi ha creduto ed ha reso possibile tutto questo.



















Rom Europa. Libera circolazione - la Commissione impegnata per il rispetto delle regole







La libera circolazione delle persone tra gli Stati membri è uno dei successi più tangibili degli ultimi 60 anni di integrazione europea, che si traduce in enormi vantaggi per i cittadini dell'UE, gli Stati membri e l'economia europea nel suo complesso. Tutti i giorni gli europei traggono vantaggio dalla libera circolazione: ogni anno ad esempio intraprendendo circa 1,25 miliardi di viaggi per turismo nel territorio dell'UE. Da un recente sondaggio si evince che per il 48% dei cittadini europei il diritto di circolare e soggiornare liberamente nell'Unione europea rappresenta il più importante diritto dei cittadini.

http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/giustizia_liberta/libera_circolazione_cittadini_ue_it.htm


La Commissione europea è fortemente determinata a garantire l'effettiva applicazione delle disposizioni dell'UE sulla libera circolazione in tutti gli Stati membri. A tal fine la Commissione ha adottato una decisa posizione intesa ad affrontare i problemi che gli Stati membri incontrano nel dare concreta attuazione alla direttiva sulla libera circolazione nell'UE del 2004 (direttiva 2004/38/CE) affinché i cittadini europei possano godere pienamente dei propri diritti. Alcuni avvenimenti dell'anno scorso avevano portato alla luce gravi problemi riguardanti il rispetto delle garanzie procedurali e sostanziali nell'ambito della direttiva UE sulla libera circolazione. La Commissione ha pertanto preso provvedimenti per garantire che tutti i 27 Stati membri agiscano nel pieno rispetto dei diritti di libera circolazione riconosciuti dalla normativa dell'UE.
A distanza di un anno, la Commissione ha ottenuto risultati concreti, anche grazie alle continue pressioni politiche: 16 Stati membri hanno dato una risposta diretta alle preoccupazioni espresse dalla Commissione o hanno elaborato una modifica legislativa volta a garantire la perfetta conformità alla direttiva. Nei confronti degli altri Stati membri la Commissione ha avviato o sta considerando di avviare procedimenti d'infrazione ai sensi dei trattati UE.
"Il diritto alla libera circolazione è uno dei diritti più cari ai cittadini dell'UE", ha dichiarato la vicepresidente Viviane Reding, Commissaria per la Giustizia. "Voglio assicurare che tutti i cittadini europei possano effettivamente godere del diritto di libera circolazione. Gli avvenimenti verificatisi l'estate scorsa sono stati un campanello d'allarme per l'Europa. La Commissione non esiterà a farsi sentire se gli Stati membri non applicano correttamente questo diritto fondamentale, con particolare riferimento alle garanzie procedurali che proteggono i cittadini dell'UE da provvedimenti di allontanamento arbitrari o contrari al principio di proporzionalità. Constato con soddisfazione che la maggior parte degli Stati membri ha ora dato piena attuazione alle norme dell'UE sulla libera circolazione. Mi aspetto che gli altri paesi vi provvedano rapidamente. La Commissione europea manterrà una ferma vigilanza fino a che tutti gli Stati membri avranno dato risposta congrua alle preoccupazioni giuridiche sollevate dalla Commissione."
Dall'estate 2010 la Commissione ha individuato complessivamente 786 casi, che ha sollevato nelle riunioni bilaterali con gli Stati membri, avvertendo che il ricorso ai procedimenti d'infrazione ai sensi del trattato si sarebbe reso inevitabile qualora non si fosse trovata soluzione ai problemi in questione. Risultato: 711 casi (circa il 90%) sono stati risolti attraverso il dialogo e/o la presentazione da parte degli Stati membri dei progetti di modifica legislativa. Solo 75 casi rimangono pendenti e formano oggetto di procedimenti d'infrazione. Nel caso della Francia, il 16 giugno il governo ha adottato le modifiche normative richieste dalla Commissione per garantire la conformità alla direttiva sulla libera circolazione, comprese le garanzie che tutelano i cittadini dell'UE da arbitrari allontanamenti dal territorio nazionale o da trattamenti discriminatori. La Commissione continua a collaborare con gli altri paesi per affrontare le questioni in sospeso, quali l'ingresso e il soggiorno per i familiari, le carte di soggiorno per i cittadini di paesi terzi e le garanzie contro le limitazioni alla libera circolazione.
In tempi di difficoltà economica, alcuni Stati membri potrebbero essere tentati di adottare misure discriminatorie a danno di cittadini dell'UE e di loro familiari. Tuttavia, la direttiva UE sulla libera circolazione fornisce sufficienti garanzie per assicurare che l'esercizio del diritto di libera circolazione dei cittadini non gravi in modo sproporzionato sul bilancio di uno Stato membro. Non c'è quindi alcun margine di manovra per interventi nazionali unilaterali in materia.
La Commissione è impegnata a rimuovere i rimanenti ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini europei, come illustrato nella prima relazione sulla cittadinanza dell'Unione , pubblicata nell'ottobre 2010. Le imprese e i cittadini hanno ottenuto enormi vantaggi dallo smantellamento degli ostacoli interni alla circolazione delle merci, dei servizi e delle persone. Tra il 2004 e il 2007 l'incremento della mobilità della forza lavoro in provenienza dai nuovi paesi che hanno aderito all'UE si è tradotto in un aumento del prodotto interno lordo dell'UE di circa 40 miliardi di euro. L'UE deve continuare a coltivare questi risultati di modo che tutti - da turisti e studenti a lavoratori e piccoli imprenditori - possano realmente beneficiare di uno spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia.
Contesto
Il 25 agosto 2010, riferendosi alla situazione dei diritti di libera circolazione dei cittadini dell'UE, la vicepresidente Reding aveva dichiarato: "E' ovvio che chi viola la legge ne deve subire le conseguenze. È altrettanto chiaro che nessuno dovrebbe essere allontanato dal territorio nazionale solo per il fatto di appartenere alla minoranza Rom."

Recepimento della direttiva UE sulla libera circolazione
Entro fine 2010 il Portogallo e la Finlandia avevano risposto alle preoccupazioni espresse dalla Commissione attraverso un dialogo bilaterale, fornendo chiarimenti sulle questioni sollevate o adottando norme atte a garantire la conformità alla direttiva. 14 Stati membri (Bulgaria, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia e Slovenia) hanno nel frattempo presentato progetti di modifiche legislative, corredati di calendari precisi circa la loro rapida adozione ed entrata in vigore, in modo da garantire il pieno rispetto della direttiva sulla libera circolazione. La Commissione sta esaminando tali progetti così come le misure pianificate o adottate di recente in Danimarca e nei Paesi Bassi al fine di garantire l'assoluto rispetto del diritto dell'Unione. Per quanto riguarda i problemi irrisolti con gli altri Stati membri, tra marzo e giugno 2011 sono stati avviati procedimenti di infrazione contro Austria, Cipro, Repubblica ceca, Germania, Malta, Lituania, Spagna, Svezia, Polonia e Regno Unito. La situazione della libera circolazione in Belgio è attualmente all'esame della Commissione.
I principali problemi di incompleto o scorretto recepimento o attuazione riguardano tre aspetti principali: l'ingresso e il soggiorno dei familiari, compresi i partner; il rilascio di visti e carte di soggiorno per i familiari cittadini di un paese terzo e le garanzie procedurali.
Prossime tappe
La Commissione seguirà da vicino il rispetto degli impegni assunti dagli Stati membri che hanno annunciato l'adozione di un progetto legislativo. La Commissione valuterà, nel corso del 2012, il recepimento e l'applicazione delle disposizioni della direttiva in ciascuno Stato membro. Tale esercizio fornirà le informazioni per la redazione nel 2013 di una relazione sull'applicazione della direttiva sulla libera circolazione, da trasmettere al Parlamento europeo e al Consiglio.
Stato di avanzamento dell'integrazione dei Rom
Il 5 aprile 2011 la Commissione ha proposto un quadro UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom.Tale quadro contribuirà ad orientare le politiche nazionali dei Rom e a mobilitare fondi europei disponibili per sostenere gli impegni di integrazione. Esso si incentra su quattro pilastri: accesso all'istruzione, all'occupazione, all'assistenza sanitaria e all'alloggio. Gli Stati membri dovrebbero fissare obiettivi nazionali per l'integrazione dei Rom, che rispecchino l'entità della popolazione e la situazione attuale delle politiche di integrazione. Finanziamenti UE e un solido quadro giuridico per far fronte alla discriminazione sono disponibili a sostegno degli sforzi nazionali. In seguito all'adozione del quadro UE, la Vicepresidente Viviane Reding ha affermato: "Quello che mi preme maggiormente è che gli Stati membri contribuiscano a garantire che tutti i bambini Rom completino almeno la scuola primaria."
Nell'anno passato la Commissione ha continuato a lavorare a stretto contatto con gli Stati membri per facilitare l'utilizzo dei fondi strutturali, e segnatamente il Fondo sociale europeo (FSE) a sostegno dell'inclusione dei ROM. Seminari bilaterali sono stati organizzati in Ungheria, Bulgaria, Slovacchia e Romania per uno scambio di buone pratiche e di esperienze relative ai progetti FSE che hanno dato buoni risultati.
Il 24 giugno 2011 il Consiglio europeo ha approvato il quadro UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom proposto dalla Commissione. Ciascuno dei 27 governi nazionali dovrà presentare alla Commissione entro la fine del 2011 la propria strategia nazionale di integrazione dei Rom. La Commissione, coadiuvata dall'Agenzia europea per i diritti fondamentali, valuterà i piani e riferirà in merito la prossima primavera.
Il progetto "Colorful but Colorblind", cofinanziato dall'UE e volto a combattere gli stereotipi attraverso la realizzazione di video, è stato premiato questa estate dalla Società di Giornalisti Professionisti, con sede negli USA.

sabato 27 agosto 2011

Rom: Toscana in Europa


Condividere la strategia di inclusione sociale elaborata dal Consiglio d'Europa

Questo è l'invito che rivolgiamo a tutta la Toscana

L'occasione è il summit organizzato a Strasburgo il 22 settembre 2011.
Troppo spesso la questione rom viene affrontata con superficialità,
distacco o vero e proprio fastidio da parte di molte amministrazioni.

La politica è stata sino ad oggi impreparata per comprendere la questione rom.
Il
Porrajmos (Shoa) è stata la principale causa che ha ridotto nella povertà più assoluta la principale minoranza etnica dell'Unione Europea.  Un terzo della popolazione Rom fa annientata e sterminata nei campi di concentramento del Nazismo e del Fascismo.  Ogni avere fu sequestrato dagli stati. Nessun tribunale ha mai processato il Porrajmos ne le famiglie ottenuto un risarcimento riparatorio.

E' il Presidente del Parlamento Europeo Jersy BuzeK a chiedere il riconoscimento dell'olocausto Rom nel recente intervento in occasione delle  giornate della memoria per il 66° anniversario della liberazione del campo di sterminio di  Auschwitz-Birkenau rivolgendosi ai  "fratelli e sorelle rom"

Il Italia vi è un ritardo storico culturale politico e sociale sulla questione rom. Questo ritardo ha comportato una significativa esclusione della popolazione rom costretta a vivere ai margini della società.  Nei decenni la volontà di riscatto sociale e una profonda dignità hanno permesso ad un settore dei Rom in Italia di potersi organizzare, crescere  ed autodeterminarsi. Molti settori rimangono però in uno stato di estrema marginalità ed esclusione. Il razzismo, la non conoscenza, la xenofobia verso i Rom continua  ancora oggi.
Si ha paura dei Rom e non si conoscono. Per questo si rifiutano.

Chi ha invece conosciuto in profondità questa popolazione è rimasto affascinato dalla profonda umanità e cultura di questa etnia, una cultura umana  che merità di essere rispettata.

L'occasione per affrontare con responsabilità la questione Rom
è offerta dal Summit del 22 settembre.

E' una occasione che può vedere le istituzioni, le amministrazioni comunali  protagoniste insieme alle famiglie rom ed alle loro organizzazioni. 
Protagoniste di una ricostruzione.

La ricostruzione di rapporti di fiducia tra le famiglie Rom ed i cittadini italiani. Ricostruzione di case, salvaguardia del territorio e del patrimonio ambientale  storico e culturale, possibilità di lavoro per i Rom e gli autoctoni. In poche parole la presenza delle famiglie Rom può essere una occasione di crescita per tutti se si saprà raccogliere questa sfida. Il continuare con le politiche di esclusione e di sgomberi non farà che approfondire un baratro di miseria e povertà.
Vogliamo condividere la Strategia per l'inclusione della
Popolazione Rom con tutte le Amministrazioni.
Opera Nomadi Toscana e le famiglie Rom stanno coraggiosamente denunciando alla Procura illecite attività che coinvolgono alcune istituzioni toscane.Le famiglie che hanno accettato recentemente il  “rimpatrio assistito” in Romania come successo recentemente a Firenze, Sesto Fiorentino e Pisa sono state letteralmente ingannate ed ora alla fame 
stanno studiando il modo di tornare in Italia.

I Rimpatri assistiti non risolvono nessun problema e
producono ulteriore povertà.

La pratica degli sgomberi e della deportazione chiamata "rimpatrio assistito" ha visto purtroppo l'Assessorato della Regione Toscana al Welfare  Salvatore Allocca coprire e favorire operazioni di illegalità.  Fondi che la stessa Regione aveva stanziato con la precisa e totale destinazione per l'integrazione sul territorio usati per cacciare le famiglie Rom dal territorio. La politica dei “rimpatri assistiti” voluti e pensati dal Ministro degli interni Roberto Maroni e successivamente dal Presidente Francesce Sarkozy sono un tentativo di negare l'attuazione della direttiva  sulla libera circolazione. La direttiva CE 2004/38/CE prevede la libera circolazione degli individui sul territorio e la sua violazione  costituisce una grave infrazione dell'ordinamento su cui si basa l'Unione Europea.

I Rom ed Opera Nomadi Toscana vogliono opporsi a queste pratiche illegittime ed illegali affermando con coerenza politiche di Inclusione Sociale per tutti. A questa Toscana ed ai Sindaci che sgombrano e cacciano le famiglie Rom dal loro territorio si contrappone un altra Toscana. 

E' la Toscana che vuole includere e che vede nella presenza delle famiglie Rom una occasione per affrontare l'estrema marginalità nelle quali vivono come una sfida di accoglienza ed educazione al rispetto dei diritti umani. Una sfida che potrà produrre benessere e ricchezza per tutti.

La strategia del Consiglio d'Europa vede nella sfida
educativa la sua base portante.

Una sfida che rimetta in discussione le pratiche assistenzialistiche
che non hanno portato significativi risultati.
I progetti elaborati sino ad oggi sono stati spesso e volentieri dei progetti non condivisi con le famiglie rom. Progetti destinati per questo al fallimento. Progetti calati dall'alto, decisi senza una  reale partecipazione delle famiglie,  progetti che sono stati spesso contro gli stessi rom. Speculazioni sono state fatte sulla pelle delle famiglie rom e delle stesse famiglie italiane. Risorse considerevole impiegate in modo contrario a quelle per le quali erano state destinate. L'Unione Europea ha composto una take force che sta indagando sull'utilizzo reali  dei fondi sociali europei destinati ai Rom.  Progetti che hanno avuto come unica finalità la pratica dell'assistenzialismo, quella degli sgomberi e delle deportazioni.

L' assistenzialismo svuota il protagonismo delle persone di ogni valore e riduce gli esseri umani a fruitori di servizi.  Assistenzialismo tra l'altro destinato a pochi privilegiati visto che la maggioranza delle famiglie rom ne sono state escluse. Una sfida che metta la progettualità educativa al centro del pensiero. Una progettualità pensata per costruire l'autonomia e l'autodeterminazione delle famiglie e degli individui attraverso il lavoro, la scuola e soprattutto la capacità degli individui di affrancarsi dalla miseria e dalla povertà. Una progettualità che restituisca dignità agli individui e con essa il rispetto. Una progettualità che pensi alla relazione ed alla conoscenza come sapere diffuso, consapevolezza e coscienza sociale.

L'invito è ad iscriversi e partecipare al Summit.


 L'invito è ad incontrarsi e conoscersi.
Insieme, Regione, Province, Comuni, Italiani, Rom ed Immigrati
possiamo affrontare  la crisi morale ed economica e ricostruire il paese.

Opera Nomadi Toscana

Per info tel 3209489950

Rom: Il Porrajmos - Olocausto di un Popolo mai processato a Norimberga



La Spezia

“Porrajmos”, cioè “Divoramento”.

Con questa parola, rom e sinti ricordano ciò che accadde loro fra il 1936 e il 1945 in Italia e Germania.
“Rom e sinti sono stati perseguitati dai rispettivi governi per motivi razziali, con la cattura di intere famiglie.”


Comincia illustrando il significato di questo termine che contrassegna una fase tragica per i due popoli, il racconto di Carlo Berini, coordinatore del gruppo di ricerca sul porrajmos dell’Istituto di Cultura Sinta.


“Le date principali del porrajmos sono l’8 Dicembre 1938 – narra in un’accurata ricostruzione - , quando Himmler emanò il decreto contro la ‘piaga zingara’ e l’11 Settembre 1940, quando il Capo della Polizia Bocchini firmò la circolare, diretta a tutti i prefetti del Regno d’Italia, per la destinazione di rom e sinti italiani ad appositi campi di concentramento. Oggi non ci sono ancora numeri precisi sulle perdite subite dai due popoli, e per gli storici questa è stata una pagina a lungo dimenticata. 


Dobbiamo a Giovanna Boursier e a Luca Bravi l’aver riportato alla luce quanto accaduto.”


La persecuzione italiana e tedesca hanno seguito strade differenti: “In Germania – continua Berini – la questione era problematica: i rom e i sinti si sono spostati nell’anno 1000 dalla valle dell’Indo verso l’Europa, e vista la loro origine erano più ariani dei tedeschi. Non a caso, per tutta durata del porrajmos, si è sviluppato un acceso dibattito fra Himmler da una parte e Hitler e Göring dall’altra: il primo voleva salvare i ‘puri’ e rinchiuderli in uno ‘zoo’ in Ungheria, ma prevalse l’idea di soluzione finale del Führer, con rastrellamenti che imperversarono dal 1934 al 1936. Ad avallare la tesi, le misure antropometriche condotte sui due popoli da pseudostudiosi incaricati dal regime, che sostennero come la razza ariana, nel percorso dall’India alla Germania durato quattro secoli si fosse ‘imbastardita’ con i geni slavi del nomadismo. 




Prima ci fu il progetto di sterilizzazione, poi quello dello sterminio. Nel nostro paese, gli scienziati erano prevalentemente impegnati a far risultare che la razza “italica” fosse una commistione di altre, giovane e forte.

Riguardo rom e sinti, la tesi degli ‘studiosi’ era che la migrazione verso il paese, avesse indotto un forte mutamento psichico, che li aveva portati ad essere ladri, truffatori assassini e altro, fattore diventato poi un gene ereditario.”


Oggi in Slovacchia viene di nuovo proposta la sterilizzazione:

http://www.rai.it/dl/grr/notizie/ContentItem-b01b6bde-68fc-4ff3-8e2c-fd43831afb07.html

L'Olocausto Rom non è mai finito e continua in tutta l'Europa
 Vogliamo un Tribunale Internazionale che processi i crimini contro la Popolazione Rom

STOP PORRAJMOS



Rom La Spezia: Sassi dai Razzisti contro i bambini Rom dopo l'incendio che ha distrutto il Campo. In Italia è Olocausto contro il Popolo Rom



La Spezia, 24 agosto 2011 -
 
Sendi ci viene incontro con l’ombelico scoperto di tredicenne un po’ civettuola. «Non è mica mia», dice riferendosi al caschetto castano che le ‘penzola’ su un fianco: un sorriso sdentato che non ha patria e che parla la ‘babele’ dei gesti. No, la neonata non è sua, è di un’amica, ma il sospetto era legittimo. Perché al campo rom dei Boschetti l’adolescenza dura un soffio.

Poi restano i giochi, ma l’innocenza si perde tra la polvere, l’acqua imputridita delle pozzanghere e l’odore di ferri vecchi. E’ il giorno dopo. L’incendio che ha bruciato sei roulotte ha lasciato a terra mozziconi di vita. Tutto intorno un brulichio di ragazzini e donne senza età, che cercano di scampare al sole. Gli uomini non ci sono: sono a lavorare, o chissà dove. Hanno perso tutto — i vestiti, i piatti per il pranzo, le coperte, — ma non piangono, perché hanno la dignità del poco. Un dodicenne col panciotto scorrazza in sella a una bicicletta troppo piccola. E ci accompagna in mezzo a un dedalo di tappeti, lamiere, fornelli. E’ il suo nido e alla fine non sai più dove finisce il ‘dentro’ e inizia il ‘fuori’. «Ci date la casa?» continua a ripetere ossessivamente in un italiano stentato.

Sua sorella è bella come una della tivù e ha la discrezione di una segretaria, con la camicia bianca e la gonna sotto il ginocchio. Sul seno tiene un pacco di fogli dai bordi anneriti. Si chiama Samanta. ha 15 anni e frequenta il Centro italiano opere femminili salesiane di viale Amendola. Stringe al petto quella manciata di frasi scritte in stampatello da lunedì pomeriggio, da quando le ha raccolte in mezzo alla cenere: ha dormito con loro. «Sono le mie canzoni — racconta timidamente — le compongo di notte». Ha mani ruvide con unghie smaltate e indica un cumulo puzzolente di macerie: fino a due giorni fa abitava lì, col fratello e la mamma.

Adesso non resta che una carcassa: impossibile distinguere il fantasma di un’abitazione, per quanto di fortuna. Un passeggino smesso completa l’improbabile architettura. Anche lei l’altro ieri, insieme a una ventina tra parenti e vicini, ha trovato sistemazione sotto le quattro tende messe a disposizione dalla Protezione civile e allestite in uno spiazzo vicino al vecchio campo.

In attesa che venga bonificata la zona che ospitava la sua roulotte, dovrà restare lì, prigioniera di un’afa che non dà scampo, e che la plastica del tendone ingigantisce fino a togliere il respiro. Come se non bastasse, lunedì, a mezzanotte, qualcuno ha pensato di dare il benvenuto ai nuovi arrivati, appena scampati al rogo, con una sassaiola. Una pioggia di ciottoli arrivata all’improvviso dalla via che corre parallela all’Aurelia, appena dopo la ferrovia. Un ragazzino è rimasto lievemente contuso e gli operatori della cooperativa che si occupano della comunità rom dei Boschetti hanno avvertito le forze dell’ordine. Allo stato gli investigatori escludono l’ipotesi di un gesto di intollerenza, ma questa considerazione non è sufficiente a ridimensionare la gravità dell’episodio.

Vicino a Samanta c’è Elife, già nonna a 33 anni. E’ fortunata, perché il marito, 36 e pochi grilli per la testa, è uno degli uomini del campo che lavorano sodo: fa il robivecchi, è proprietario di diversi camion e ha una regolare partita Iva. Ma dieci bocche da sfamare sono tante. Due delle sei roulotte incenerite erano occupate da suoi congiunti. In una abitava Ibrahim, il figlio diciassettenne, con la sua famigliola. Anche lui rivende il ferro usato e nonostante la giovane età ha già un mezzo di sua proprietà e un dipendente che gli fa da autista. La sua unica preoccupazione, a parte il diploma andato in fumo, è la salute della sua piccola, sette mesi o poco più. A metterla in salvo lunedì sera, quando le fiamme hanno aggredito le baracche, ci ha pensato Rebia, 15 anni appena. La guardi negli occhi, neri come pozzi sotto le sopracciglia maldestramente sfoltite, e non la diresti capace di un gesto così coraggioso. Invece la ragazzina, a dispetto delle gambe magre e delle spalle strette, è forte come una noce: si è caricata la nipotina e i fratellini sulle spalle e li ha portati in salvo, oltre il recinto del campo. Ora sorride, un po’ timida. Aspetta l’anno che verrà, perché tornerà a iscriversi a scuola, e forse arriverà la licenza media. L’esame della vita è già superato.

http://www.lanazione.it/laspezia/cronaca/2011/08/24/567741-rogo_campo_sassi_dopo_fuoco.shtml

Rom Roma: Sgombrato il Campo del Canneto. Emergenza Umanitaria in Italia. Cronaca di una Odissea





RESOCONTO SGOMBERO DEL CAMPO ABUSIVO DEL CANNETO ALL’INIZIO DI VIA CANDONI di Maria Doriana Casadidio


Sabato 6 agosto 

Andavo al campo di via Candoni per il compleanno di Cristin una bambina che vive lì con la sua famiglia. Alla fermata dell’auto, all’inizio della strada, c’erano diverse persone tra cui molti minori con valige e materassi, ho pensato a una partenza di gruppo visto che diverse famiglie d’estate vanno a trovare i parenti nei paesi d’origine. Al ritorno dopo circa un’ora e mezza le persone erano ancora lì e mi sono accorta che nel lato opposto avevano spianato il canneto e le baracche che ospitavano le famiglie sgomberate.

Conoscevo una delle ragazze e mi sono fermata a parlare per capire cosa fosse successo. La ragazza mi ha detto che erano venuti i vigili e avevano ordinato alle famiglie di andarsene poi avevano abbattuto le loro baracche. Sembra che lo sgombero fosse stato annunciato per la fine delle scuole frequentate dai bambini dell’insediamento, ma nessuno sapeva una data precisa e comunque non sembra ci sia stato l’avviso che deve essere consegnato alle persone nei tempi stabiliti.



Come si evince dall’immagine lo spazio dove si trovavano le famiglie alle quali non era stato dato un soggiorno alternativo era molto stretto e la presenza di tanti bambini piccoli in una strada transitata da mezzi pesanti: camion e autobus, poteva mettere in pericolo la loro incolumità. Mentre stavo andando via mi si è avvicinata una donna molto giovane con un bambino in braccio e mi ha chiesto se potevo accompagnarla a prendere l’acqua a una fontanella, avrebbe preso le bottiglie dai cassonetti per la plastica. In macchina mi ha detto di avere 24 anni e tre bambini, viveva al campo con i suoceri e il cognato, il marito è in carcere per rissa. Abbiamo poi preso le bottiglie al bar dove siamo andate a prendere un caffè. Le ho promesso che avrei cercato di contattare qualcuno e che comunque sarei tornata il giorno dopo.

Come sono arrivata a casa ho aperto il computer e ho cominciato a inviare mail a tutte le persone che ingenuamente speravo avrebbero potuto risolvere la situazione. 

Sui messaggi di face book ce n’era uno di Marcello Zuinisi dell’opera nomadi, l’ho contattato e mi ha risposto immediatamente, non era a Roma, ma mi ha inviato il suo numero telefonico, l’ho chiamato e mi ha consigliato di rivolgermi a Marco Squicciarini responsabile della Croce Rossa. Squicciarini, che si trovava in montagna, mi ha dato a sua volta il telefono di AnnaMaria Pulzetti che ha provveduto a portare l’acqua alle famiglie la mattina del 7 agosto. 



La sera, quando sono tornata alla fermata dell’auto di Candoni per portare una pasta al forno, l’acqua era ovviamente terminata, era invece cresciuto il numero delle persone e dei bambini accampati. Ho richiamato la signora Pulzetti che mi ha detto di rivolgermi al comune, la Croce rossa aveva esaurito le scorte d’acqua e ha ribattuto che le donne in fondo avevano rifiutato l’ accoglienza offerta a madri e figli, gli uomini erano ovviamente esclusi in quanto, a parere della signora, potevano arrangiarsi. La mattina seguente , un nuovo intervento “umanitario” dei vigili, aveva privato le famiglie dei materassi e della precaria sistemazione. Il giorno dopo verso le 15 quando sono tornata con tutte le bottiglie e le taniche d’acqua che sono riuscita a trovare, la fermata era deserta. A comunicarmi la notizia del nuovo sgombero avvenuto alle sette di mattina è stato l’operaio che stazionava con il camion sul terreno dell’ex canneto.

Ho proseguito per il Campo regolare in cima alla strada dove mi hanno confermato la versione dell’operaio. Quando sono tornata in dietro la fermata dell’auto si stava ripopolando delle persone sgomberate che non sapevano dove andare. Ho consegnato l’acqua e ho lasciato il mio numero telefonico. 

Via mail ho ripreso a contattare le associazioni che si occupano di diritti umani: l’Associazione 21 luglio, l’Istituto di Cultura Sinta, l’Arci solidarietà.

Il 10 mattina ho ricevuto la chiamata della madre che avevo accompagnato a prendere acqua il primo giorno dopo lo sgombero, era preoccupata per il protrarsi della situazione, il giorno seguente dovevo incontrare Najo Adzovic per una proposta da inserire in un progetto, quindi ho pensato di portare con me mamma e figli per accelerare i tempi . L’appuntamento con Najo era fissato alle undici di mattina, ma il protrarsi di una riunione in Comune gli aveva consentito di arrivare solo alle 14. 

Come si può vedere dalle foto all’incontro erano presenti altre persone che come me avevano presentato le loro proposte per il progetto . Quando Najo Adzovic è arrivato i bambini erano molto stanchi e dopo un breve scambio di parole in cui Najo ha assicurato che si sarebbe occupato della situazione ho portato la famiglia a casa mia per mangiare qualcosa. Un piatto di gnocchi al pomodoro e un bagno in una vasca di plastica diventata una piscina improvvisata hanno eliminato tutta la stanchezza e il caldo della mattinata.

Ho riaccompagnato la famiglia a villa Bonelli dove si era trasferito anche il resto del gruppo. Al bar, dove siamo entrati per prendere il gelato, abbiamo subìto uno dei tanti attacchi che si ripetono contro i rom, la proprietaria ci ha cacciati fuori perché a suo parere i bambini facevano confusione. Le ho risposto che non ci saremmo mossi finché non avessimo finito la consumazione. 

Daniela mi aveva anche lasciato quel giorno il numero di due persone che avevano seguito la situazione nell’ex campo del canneto. Parlare con Federica mi ha permesso almeno di condividere la preoccupazione per quei bambini buttati in mezzo alla strada.

Il 12 ho ricevuto una chiamata di Daniela, mi diceva che il gruppo si era trasferito nel parco di villa Bonelli e mi chiedeva se potevo portare una tenda, la notte precedente i bambini avevano sentito freddo. Per fortuna il negozio di campeggio a via di porto Fluviale era ancora aperto e ho potuto prendere una tenda abbastanza grande e abbordabile per le mie finanze, a casa avevo anche un sacco a pelo di stoffa abbastanza imbottito da servire come materasso. 

Nel frattempo ,non ricordo il giorno, il gruppo aveva ricevuto la visita di Najo Adzovic e di don Paolo. Najo aveva detto alle famiglie che avrebbe provveduto alla loro sistemazione. Il 15 le persone erano ancora nel parco di villa Bonelli. Verso le 12 avevo ricevuto la chiamata di Daniela, era preoccupata perché il suo nome, quello dei bambini e della suocera non figuravano tra le persone che sarebbero state ospitate sulla Salaria. Avevo fatto lo speaker per un report sull’ex cartiera della Salaria e speravo che non fosse quello il posto dove il gruppo sarebbe stato trasferito. Sono arrivata a villa Bonelli alle 15 e mi ci è voluto un po’ per capire che era stato il cognato di Daniela a escludere la famiglia dalla lista. 

Ho tirato un sospiro di sollievo, “la casa di carta” come viene chiamato quel posto è una struttura malsana che confina con un deposito della spazzatura, le famiglie vivono in stanzoni separati da reti coperte da plastica e lenzuola per un minimo di vita privata, ci sono infiltrazioni di umidità, bagni insufficienti, non c’è una cucina, i pasti vengono portati da fuori e il più delle volte sono immangiabili. Pensavo anche che l’estate non sarebbe durata in eterno e quelle persone dovevano avere un tetto, ma non potevo immaginare che quei ragazzini sul prato, che si arrampicavano sugli alberi e che la vita aveva messo sulla mia strada fossero confinati in quel ghetto. E gli altri, allora? Quelli che nel ghetto ci vivevano? 

La pratica Buddista mi ricorda che la preoccupazione è una delle offese alla vita. Avere fede vuole dire ricordarsi che-“ quanto più buia è la notte più vicino è il giorno”- e il sorriso di quei bambini era già il giorno, io dovevo solo continuare a cercare. . I ritardi burocratici e l’assenza per ferie delle persone che dovevano occuparsi del trasferimento non aveva permesso di portare a termine la sistemazione del gruppo. 

Il 18 mi avevano avvisato che le famiglie erano tornate alla fermata dell’auto di via Candoni, in uno o due giorni sarebbe avvenuto il trasferimento. I ritardi burocratici e l’assenza per ferie delle persone che dovevano occuparsi del trasferimento non aveva permesso di portare a termine la sistemazione del gruppo. 

Sabato sera…
In tutto questo periodo oltre a contattare le varie associazioni umanitarie avevo mantenuto una comunicazione costante con Carlo Stasolla presidente dell’Associazione 21 luglio che si occupa dei diritti dei bambini rom.

Ho contattato la croce rossa mi hanno detto che lo sgombero era stato annunciato per la fine dell'anno scolastico, che alle donne è stata offerta una sistemazione con i bambini, ma senza i mariti, credo che abbiano anche  firmato  un foglio in cui accettavano queste condizioni. (Elimino ogni commento).

Ovviamente parlando con le persone sgomberate mi è stato detto che non avevano ricevuto nessuna comunicazione nelle 24 ore precedenti. La signora Pulzetti che opera sul territorio di Roma che ho contattato attraverso Marco Squicciarini, mi ha detto che sarebbero passati a portare almeno l'acqua. Come scrivevo poco fa a Carlo Stasolla,( all'inizio di via Candoni) ci sono sei minori lasciati non a pane e acqua, ma a acqua, a cui non solo è stato tolto il precario tetto che avevano in testa, ma ai quali si vuole togliere anche il diritto alla vicinanza del padre.

Stamattina ho portato comunque un po' di spesa e stasera tornerò, sperando davvero che nel frattempo le menti oscurate ricevano uno sprazzo di luce.
 
Tutto questo si chiama Porrajmos
L'olocausto Rom non è mai terminato


 
Quanto dolore dobbiamo ancora sopportare ?