sabato 13 agosto 2011

Rom - Lettera della Responsabile Immigrazione IdV Toscana Mariella Valenti: Basta Discriminazioni

 

Livorno. Rom: ancora pregiudizi dietro una triste vicenda

http://toscana.italiadeivalori.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2929:livorno-rom-ancora-pregiudizi-dietro-una-triste-vicenda&catid=373:comunicati&Itemid=251

“Gli zingari sono persone che non hanno voglia di lavorare, che rubano nelle case e per la strada”.

Questo luogo comune è fondato sul fatto che effettivamente persone del tutto emarginate da una società ostile sono più portati a delinquere, non fosse altro perché non sono posti in grado di provvedere a se stessi ed ai loro figli con sistemi più accettabili. Molti però ignorano che oggi, tra i Rom e Sinti sono la maggioranza quelli che cercano di integrarsi anche se continuano a subire un pregiudizio ormai consolidato che deve però essere smantellato, per offrire anche a loro la possibilità, di vivere decentemente lavorando e mandando a scuola i propri figli.
Mariella Valenti, presidente del Circolo Culturale Rosario Livatino IDV di Livorno, Responsabile Dipartimento Immigrazione Idv Toscana e profonda conoscitrice del mondo del volontariato sociale, ci ha raccontato la vicenda della famiglia Dibran, vicenda che sulla quale è giusto riflettere, poichè rappresenta una sconfitta per tutti.

C'era una volta il progetto "Città Sottili" nato per l'integrazione dei Rom e di cittadini non comunitari del territorio pisano, affidato alla COOP Il Cerchio, e c'era una famiglia, i Dibran, che aveva usufruito delle "agevolazioni" del progetto con ottimi risultati : i bambini erano tutti iscritti a scuola, mentre i grandi avevano partecipato con altre famiglie Rom alla costruzione delle case del villaggio di Coltano, come dipendenti lavoratori della Cooperativa che aveva avuto l'affidamento dei lavori.

La Cooperativa poi è fallita ed i lavoratori non sono stati pagati.  Del progetto faceva parte la famiglia Dibran, composta da 12 componenti : il patriarca Izeir che è un Ulema ( un capo spirituale), figli, nuore e nipoti. Erano stati alloggiati in un appartamento in un palazzo in  Piazza Cavallotti a Livorno. Quando gli uomini hanno perso il lavoro nella Cooperativa le donne della famiglia hanno cercato di dare una mano facendo qualche lavoretto di pulizia, ma, a causa del mancato pagamento degli stipendi da parte della Cooperativa fallit,a non hanno potuto ottemperare al pagamento dell'affitto e sono stati quindi sfrattati per morosità. Per un anno con l'aiuto dell'Unione inquilini sono riusciti a mantenere l'abitazione, poi l'esecuzione dello sfratto vero e proprio si è consumato.

Nell'ottobre 2010 la famiglia che comprendeva anche sette bambini è stata costretta a sloggiare. A seguito delle proteste del comitato inquilini, sono stati precariamente alloggiati da un affittacamere fino alla farsa finale: sono stati accusati di aver rubato dei mobili e sono stati privati di qualsiasi tutela dall'amministrazione comunale di Livorno. Le accuse sono cadute quasi subito perchè i mobili, in realtà erano stati ammassati in una camera per ordine dell'Ufficiale Giudiziario, ma, la famiglia Dibran, impaurita, è scappata nei boschi e ad oggi vagano ancora nelle campagne, dove ignoti criminali hanno anche tentanto di rapire i figli di uno di essi. In tutto il territorio livornese non c'è un luogo attrezzato per accogliere le famiglie Rom che sono costrette a nascondersi nei boschi, e i Dibran, pure avendo diritto ad una abitazione di emergenza abitativa per la quale avevano fatto domanda, dopo lo sfratto incolpevole, sono tutt'oggi alloggiati nelle terre livornesi! I bambini, che si erano ben integrati , non hanno più la possibilità di recarsi a scuola.

Resta soltanto il buon cuore delle maestre che li avevano in classe che si sono organizzate con le proprie automobili, per andare a recuperare i bambini e portarli, almeno nei mesi invernali, al caldo dando loro anche un pasto decente.

Si tratta con tutta evidenza di una situazione gravissima di discriminazione razziale e di omissione di tutela anche e sopratutto nei confronti dei minori. La legge deve essere uguale per tutti: così non è stato nei confronti di una famiglia sfrattata, privata di soccorso solo perchè ROM.

Mariella Valenti
Responsabile Dipartimento Immigrazione Idv Toscana

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