lunedì 9 maggio 2011

Rom di Quaracchi: LETTERA APERTA di Mercedes Frias al Governatore della Regione Toscana Enrico Rossi

 
LETTERA APERTA di Mercedes Frias al Governatore della Regione Toscana  Enrico Rossi
Prato, aprile 2011-04-28

Enrico ROSSI
Presidente
Regione Toscana
Piazza Duomo 10,
Firenze

Presidente,
La sua scelta di farsi avanti di fronte a una situazione umanitaria, pessimamente gestita dal governo nazionale, è stata senza dubbio una risposta di rilevante spessore politico e culturale.
Mi riferisco alla disponibilità all’accoglienza di cinquecento dei cittadini tunisini arrivati a Lampedusa nelle ultime settimane. Il governo nel suo complesso, e il ministro dell’interno nello specifico, si sono trovati in evidente difficoltà con il proprio elettorato, conquistato coniugando le coccole all’opulenza con la più volgare xenofobia. Le uscite furbesche tramate dal ministro per gestire questi modesti arrivi di giovani dall’Africa, hanno messo a nudo le incongruenze dei limiti alla libera circolazione, volute proprio dalle formazioni di destra al governo nei diversi paesi dell’Unione.
Tendopoli, respingimenti, permessi temporanei per fregare i paesi confinanti, dominavano il dibattito nazionale su “l’esodo biblico proveniente dal Nord d’Africa”; mentre la Sua iniziativa, faceva da pungolo ad altre Regioni per dare delle risposte, e al tempo stesso, metteva in moto una rete di accoglienza territoriale che si è mossa in modo molto efficace.
La volontà politica che l’ha portata ad attivare le risorse per sovvenire ad un bisogno del Paese e dei giovani tunisini accolti, ha dimostrato che era possibile. Che le istituzioni e le organizzazioni del privato sociale che si sono presi in carico il progetto di accoglienza, queste risorse le avevano e le hanno. Risorse in termini di strutture per l’accoglienza, risorse in termini di capacità di mettere in moto gli strumenti di servizio e i beni materiali necessari a garantire una risposta dignitosa ai migranti. 
Alla luce di questa esperienze, le pongo una questione, senza alcun timore di apparire politicamente scorretta: per i poco più di cento cittadini rom di nazionalità rumena che da anni sopravvivono a stento sia a Firenze e dintorni, sia le poche decine che gravitano fra Pisa e Livorno, non è possibile adottare un piano di accoglienza che garantisca ugualmente un’esistenza dignitosa ?
 Non è possibile pensare ad un tipo di risposta che li tolga dalle baracche, dai sottoponti, dalle pensiline nel rispetto delle loro specificità ? 

Numericamente si tratta di un quarto delle persone rispetto ai cittadini arrivati da Lampedusa. Giuridicamente, non hanno bisogno di alcun escamotage per il loro soggiorno. E politicamente, sono soltanto esseri umani.

Confido nella sua disponibilità ad affrontare questa situazione con tutte le complessità che implica, in nome della dignità e della civiltà.

Cordiali saluti,
Mercedes Frias

1 commento:

  1. Brava, Mercedes. C'è grande bisogno per le famiglie Rom da Romania a Firenze di un dormitorio e il domicilio. Di avere acqua, luce, servizi igienici, il minimo. Lavorono molto bene, con maestria, avendo una grande manualità, come fabbri, muratori, falegnami, giardinieri. Vogliono guadagnare soldi per lo sostegno delle loro famiglie lasciate in Romania, bambini, nonni. Dove vivono in povertà senza finestre, con fame, senza lavoro, con malattie come TB e leucemia, e dove devono pagare per la medicina, gli ospedali, le scuole, anche l'affitto ai comuni per case abondonate. La storia di loro è terribile, la schiavitù dal Medio Evo fino all'Ottocento, l'Olocausto/Porrajmos. Sono cittadini europei, cristiani, ma senza nessun accoglienza, senza dritti umani.
    Julia

    RispondiElimina