mercoledì 14 settembre 2011

Rom: aperto il "Tavolo Rom" nel Comune di Livorno - lettera dal Dipartimento Immigrazione IDV della Regione Toscana


Livorno 14 settembre 2011
di  Mariella Valenti 
Dipartimento Immigrazione IDV Regione Toscana

A Livorno, si è finalmente “riaperto” il “Tavolo Rom” alla presenza dell’assessore Cantù e di molte Associazioni del Volontariato, degli Uffici del Comune di Livorno , di rappresentanze dei Vigili Urbani, dell’ Opera Nomadi ( per inciso cambieranno il nome Nomadi, visto che ormai solo il 2% della popolazione Rom è tale) e della sottoscritta quale invitata come Dipartimento Immigrazione IDV della Regione Toscana.
Il senso di questo inizio di consultazioni  è stato quello di condividere una strategia di inclusione della Popolazione Rom e riaprire un dialogo indispensabile con tutti i soggetti interessati, primi fra tutti le rappresentanze degli stessi Rom, che fino ad oggi sono sempre stati esclusi, in larga parte, dai percorsi  di interazione/integrazione a loro dedicati!
Sappiamo come in Italia vi sia un ritardo storico culturale  e politico sociale sulla questione Rom e questo ritardo ha comportato una significativa esclusione della popolazione costretta a vivere ai margini della società.
Nei decenni la volontà di riscatto sociale ed una profonda dignità hanno permesso ad un settore dei Rom in Italia di potersi organizzare ed autodeterminarsi..
Ma un’altra parte è rimasta in uno stato di estrema marginalità, senza possibilità di inclusione, “grazie” anche al razzismo , alla non conoscenza ed alla xenofobia che una buona parte dei cittadini italiani hanno nei confronti dei Rom.
Si ha paura dei Rom perché non si conoscono, mentre chi è riuscito a conoscerli profondamente si è accorto della profonda umanità e cultura di questo popolo che deve essere riconosciuto come tale!
Al Tavolo Rom di Livorno  sono stati presentati alcuni progetti validi di accompagnamento delle persone  attraverso l’ottimizzazione delle risorse , con la promozione  di società di servizi coinvolgendo i soggetti interessati ma soprattutto  le persone Rom, che dovrebbero  essere in prima persona coloro che integrano i progetti con le loro richieste, i loro bisogni  le loro professionalità.
Il rappresentante dell’Opera Nomadi Toscana, ha posto l’attenzione su  percorsi di formazione ambientale  per favorire la crescita delle Fattorie Sociali (già presenti in Abruzzo)  e per la pulizia delle nostre coste, nonché la cura del patrimonio boschivo!
Altro importante percorso da continuare e rendere più efficace  è quello della scolarizzazione…
Le famiglie Rom  vogliono senza dubbio mandare i propri bambini a scuola, ma molto spesso la scuola è lontanissima dai loro “campi”, per fare un esempio, cito ancora la famiglia Dibran che oggi abita  vicino Pisa  ma è sempre residente a Livorno e dunque i bambini hanno diritto alla scuola livornese…..
Se non ci fossero i genitori dei  compagni di scuola o anche le maestre che a  turno vanno a prendere i piccoli, questi  bambini non potrebbero frequentare alcuna scuola
Credo fermamente che si debbano ricostruire i rapporti di fiducia tra le famiglie Rom ed i cittadini italiani, i Rom sono l’unico popolo che ha subito il “Porrajmos”  “Shoa”
Lo sterminio nei campi nazisti, senza che questo sia stato riconosciuto a livello internazionale, nessun tribunale ha mai processato il “Porrajmos” né le famiglie hanno mai ottenuto un risarcimento.
E’ un nostro dovere morale chiedere il riconoscimento dell’olocausto riconoscendo  nella giornata della memoria  il loro martirio. 
Può iniziare già da questo momento lariconciliazione” con il popolo ROM e l’inizio di una attenzione  significativa e portatrice  di buoni progetti di interazione fra donne e uomini , anche di diverse etnie,  ma sempre e comunque cittadini Italiani.

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