venerdì 2 settembre 2011
Genova - Sergio Cizmic il bagnino rom che ha sconfitto il razzismo
http://genova.repubblica.it/cronaca/2010/07/07/news/il_bagnino_rom_che_ha_sconfitto_il_razzismo-5447423/
E' riuscito anche a organizzare corsi di nuoto per i suoi piccoli connazionali.
Da bambino non riusciva a entrare alla Sciorba, ora fa parte del personale.
di DOMENICA CANCHANO
Era in un'estate della sua infanzia, ricorda Sergio Cizmic, che oggi ha 25 anni, quando decise che il momento giusto per imparare a nuotare era arrivato, ma per soddisfare il suo desiderio doveva prima convincere il personale all'ingresso della Sciorba, che per diverse settimane e con mille scuse non gli avevano mai staccato il biglietto per entrare in piscina.
Si immaginava il perché di quel rifiuto ma lui continuava a insistere, si presentava alla cassa con i suoi soldi ponendo sempre la stessa domanda: "Oggi posso entrare?". Dopo qualche settimana il bagnino di allora lo notò e impietositosi della situazione si offrì di essere il suo "garante", permettendo finalmente a Sergio di entrare e di imparare a nuotare. A Sergio piace raccontare questo episodio e oggi lo fa sorridendo, perché la sfortuna di ieri sfocia nella sua fortuna di oggi.
Così gira il mondo per Sergio, diventato il primo bagnino rom a Genova, ma anche istruttore di nuoto presso la stessa piscina in cui allungò le sue prime bracciate. "All'epoca ero troppo piccolo per capire che le mie origini rom erano la causa principale di molti rifiuti - racconta Sergio -. Come quella volta alle elementari quando il mio compagno di classe si rifiuto di sedersi nello stesso mio banco perché, disse alla maestra, io ero uno "zingaro".
In tutti questi anni non me la sono mai presa con nessuno, anzi sono rimasto amico dell'allora bigliettaio della Sciorba, ora mi consiglia i libri sulle tecniche di nuoto o semplicemente della buona lettura. Cerco di dimostrare quello che valgo veramente e a chi mi sta vicino insegno ad andare sempre oltre l'apparenza", dice serio. Ma non è poi così difficile strappargli un sorriso.
Non si oscura nemmeno quando parla della sua comunità, di come vivono e crescono in un campo. "Anch'io abito in una delle roulotte stazionate nel campo rom di via Adamoli, dove una ottantina di persone organizzata in 15 gruppi di famiglie, si divide lo spazio di circa 500 metri quadrati. Molti come me sono nati in Italia ma non sono riusciti a chiedere la cittadinanza, nessuno sapeva che compiuti i diciotto anni, c'era solo un anno di tempo per richiederla.
Ci vorrebbe un mediatore culturale che parlasse la nostra lingua e aiutasse i nostri anziani e i bambini. È vero che siamo una minoranza ma anche noi facciamo parte di questa città". Sergio, comunque, non si perde d'animo, e cerca di aiutare la sua comunità, mettendo a frutto le proprie capacità.
"Con l'associazione Opera Nomadi abbiamo da poco concluso il progetto "In campo il nuoto!": per tre mesi abbiamo portato una quindicina di bambini in piscina per insegnare loro a nuotare. Questa volta ci fanno entrare tutti, la mia esperienza è servita da esempio".
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