Sesto Fiorentino: il sindaco accostato ad un gerarca nazista sui rom
Dopo alcune presunte dichiarazioni del sindaco Gianassi contro i rom scende in campo l'associazione Everyone: ingiusto"attrarre odio sulla comunità Rom, già colpita da tanti episodi di razzismo e crudeltà"
di Redazione - 07/01/2011
Continua la questione del campo rom di Sesto Fiorentino. Se dopo alcune ordinanze, tre per l'esattezza, doveva essere solo uno sgombero per liberare la zona dall'amianto, adesso sta diventando un caso politico. Si di politiche sociali. Dopo un incendio nello stesso campo, si sono susseguite dichiarazioni e richieste di tutela verso l'etnia colpita. L'ultima stoccata rimpalla a delle presunte dichiarazioni del sindaco Gianassi secondo cui l'incendio sarebbe stato appiccato dai rom stessi. L'associazione Everyone dissente da questa valutazione e accosta il sindaco ad un gerarca nazista. Questa la lettera del gruppo Everyone:" Dopo lo sgombero voluto dalle autorità di Sesto Fiorentino e messo parzialmente in atto il 29 dicembre 2011, causa di un dramma umanitario che poteva diventare irreparabile senza gli interventi urgenti, sia economici che operativi, da parte di Opera Nomadi Toscana e del Gruppo EveryOne; dopo la mancata assistenza da parte delle Istituzioni nei riguardi di bambini, donne e malati, costretti a peregrinare al gelo per la città di Firenze o a ripararsi entro baracche miserabili e pericolose a Sesto Fiorentino; dopo l'incendio doloso di capodanno, evento violento che ricorda i molti pogrom che nel secolo scorso (ma anche in questo, in Italia e Ungheria) hanno colpito la comunità ebraica e quella Rom; dopo tanta intolleranza, seguono nuovi abusi, ancora più gravi, contro le famiglie Rom di Sesto Fiorentino."Le dichiarazioni intolleranti rilasciate da esponenti della Lega Nord in merito all'attentato incendiario subito dai rom di Quaracchi e quelle del Sindaco Gianassi suscitano lo sdegno di tutti coloro che si impegnano per un mondo di uguali," afferma Marcello Zuinisi, presidente di Opera Nomadi Toscana. "Il primo cittadino di Sesto Fiorentino, che ha dichiarato pubblicamente che a bruciare il capannone possano essere stati gli stessi Rom, ha compiuto un'azione calunniosa e irresponsabile, perché potrebbe attrarre altro odio sulla comunità Rom, già colpita da tanti episodi di razzismo e crudeltà. E' un'insinuazione odiosa, perché l'incendio ha messo in grave disagio e pericolo la comunità Rom locale, senza produrre alcun vantaggio: di certo le famiglie non erano assicurate e di certo non ha giovato loro veder andare in fumo l'unico riparo che possedevano e tanti beni personali!"
"Siamo senza parole," aggiungono Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne, "perché l'atteggiamento delle autorità cittadine supera ogni limite. Da parte nostra, se ormai conosciamo le ideologie della Lega Nord e non ci fanno più neanche inorridire, ci stupisce invece la pesante illazione da parte del sindaco. Speriamo che sia un'invenzione della stampa e che Gianni Gianassi la smentisca recisamente, senza lasciar alcuna ombra. Se fossero, al contrario, le sue parole, si tratterebbe di una calunnia dettata da un sentimento di odio irrazionale, perché non può esservi lucidità in chi afferma che le vittime sono diventate carnefici... di se stesse. Accusato di concorso nel genocidio del popolo Rom, il gerarca nazista Eichmann si difese calunniando le vittime dell'odio razziale, negando i pogrom, le camere a gas e le fiamme dei crematori. Ma non possiamo credere che le stesse calunnie possano ripetersi impunemente oggi, a due passi da una città che è simbolo di civiltà e cultura: Firenze".
In attesa del tavolo convocato per l'11 gennaio prossimo dalla Regione Toscana in Via di Novoli, a Firenze, per affrontare l'emergenza dei rom di Quaracchi, Opera Nomadi Toscana e il Gruppo EveryOne promuovono un appello nazionale e internazionale. "Chiediamo a tutte le Ong, alle personalità politiche democratiche, ai difensori dei diritti umani, agli intellettuali e ai cittadini che non hanno rinunciato ai valori della Costituzione e delle Carte che tutelano i diritti inalienabili della persona," scrivono nell'appello Marcello Zuinisi, Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, "di esprimere il loro sdegno di fronte a qualsiasi dichiarazione calunniosa, qualunque sia la sua provenienza, mirata a gettare discredito sulle famiglie Rom di Sesto Fiorentino.
Contemporaneamente, chiediamo a tutti i democratici di vigilare sulle decisioni che le Istituzioni e autorità locali metteranno in atto nei confronti della comunità Rom, una comunità esclusa e in emergenza umanitaria che ha diritto a programmi di assistenza, accoglienza e integrazione, come prevede la legge. Le dichiarazioni prive di senso civile e di responsabilità apparse sulla stampa ci fanno temere, al contrario, nuovi atti di ostilità, nuovi gesti inconsulti, nuovi sgomberi senza alternativa abitativa: forme di intolleranza e odio razziale verso le quali diciamo no.
Ostilità e violenza hanno raggiunto l'apice ed è ora di rientrare nell'àmbito della vita civile, che prevede politiche umanitarie nei confronti di chi soffre. In particolare chiediamo alle più alte cariche dello Stato e agli organismi dell'Unione europea e delle Nazioni Unite preposti alla tutela dei diritti umani di vigilare affinché si fermi la persecuzione dei Rom di Sesto Fiorentino. Alla dirigenza del Partito Democratico chiediamo invece di dare ai propri iscritti, tanto più se rivestono ruoli ufficiali in seno alle Istituzioni centrali e locali, una direttiva etica che rispetti la Costituzione italiana, le convenzioni internazionali e le direttive Ue che proteggono le minoranze etniche e razziali. Altrimenti, non si vedrà più il confine fra i movimenti intolleranti e quelli civili".
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