mercoledì 19 gennaio 2011

Difesa dei Diritti Umani

Rom di Sesto Fiorentino e diffida della Regione Toscana a Marcello Zuinisi:
lettera aperta di EveryOne all’assessore regionale Salvatore Allocca

Gentile assessore Salvatore Allocca,
anche noi difensori dei diritti umani di EveryOne, organizzazione internazionale per i diritti
umani, abbiamo ricevuto in copia la comunicazione da parte della Sua Segreteria, inviata dal
sig. Matteo Giordano, nella quale si comunica a Marcello Zuinisi che, “come Regione Toscana,
e in particolare come Assessorato alle Politiche Sociali, non abbiamo la competenza né la
facoltà di rendere nostri interlocutori ufficiali Associazioni che non siano documentalmente
presenti su tutto o gran parte del territorio regionale, o che comunque siano iscritte all'albo delle
associazioni di volontariato riconosciute a livello regionale o quanto meno a livello provinciale” e
dove si invita “caldamente” lo stesso Zuinisi, “onde evitare di essere costretti ad adire anche noi
alla Magistratura”, a “terminare immediatamente ogni forma di tentativo di contatto con questo
Assessorato poiché non sortirebbe nessun effetto voluto a causa degli impedimenti suesposti e
perché ciò crea un serio nocumento al gravoso compito che ci è stato assegnato”.

Dopo esserci consultati con l’attivista umanitario Marcello Zuinisi, che sta svolgendo un lavoro
esemplare per quanto riguarda il soccorso e l’assistenza alla comunità Rom di Quaracchi

(Sesto Fiorentino), nonché con i rappresentanti della suddetta comunità oggetto del
contenzioso, desideriamo chiarire alcuni aspetti, a nostro parere fondamentali affinché un
istituzione di riferimento, come la Regione Toscana, da sempre considerata aperta al dialogo e
pronta a recepire le questioni relative ai diritti umani fondamentali, mantenga la sua linea
democratica consona all’impegno che le è stato assegnato.

In uno Stato di diritto, l’interlocutore delle istituzioni, per quanto concerne questioni di carattere
umanitario, non può essere scelto dalle istituzioni stesse; esso è invece ben rappresentato dalla
figura dello Human Rights Defender, ovvero il difensore dei diritti umani, figura riconosciuta
dalle Nazioni Unite con la Dichiarazione sui difensori dei diritti umani (Dichiarazione sul diritto e
la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e
proteggere le libertà fondamentali e i diritti umani universalmente riconosciuti), adottata
dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con Risoluzione 53/144, 8 marzo 1999.
La figura del difensore dei diritti umani, indipendentemente dal fatto che egli agisca in prima
persona, in rappresentanza di una collettività o di una associazione costituita, riconosciuta o
iscritta a un pubblico registro, nasce spontaneamente - e ne ha piena legittimità - accanto a una
minoranza perseguitata, qualunque essa sia; egli infatti la rappresenta, anche in sede
istituzionale, conoscendone perfettamente le difficoltà sociali nonché le impellenti necessità.
Caro Assessore, la democrazia riconosce il valore del difensore dei diritti umani, figura che
diviene immediatamente interlocutore delle istituzioni, sia a livello centrale che locale.

Al contrario, nei regimi dittatoriali, le istituzioni, locali o centrali, scelgono come interlocutore
esclusivamente strutture governative, para-governative o comunque istituzionali, mentre
rifiutano ogni richiesta di contatto e di dialogo con altri soggetti deputati alla difesa dei diritti
umani al di fuori di condizionamenti e interessi di carattere politico-economici e istituzionali.
Si tratta di un atteggiamento identico a quello che abbiamo visto con Sakineh e i tanti innocenti
condannati in Iran, dove il Governo ha perseguito e persegue tuttora, con intimidazioni e azioni
vessatorie, ogni tentativo di innalzare una voce in difesa dei diritti fondamentali; lo vediamo ogni
giorno, anche attraverso il portale di Front Line ( www.frontlinedefenders.org ), la fondazione
internazionale per la protezione dei difensori dei diritti umani, che denuncia quotidianamente i
tentativi dei Governi intolleranti di sedare voci spontanee di cittadini e attivisti che lottano per la
libertà e l’eguaglianza di ognuno, senza distinzioni.
Un atteggiamento di netta chiusura nei confronti dei difensori dei diritti umani, come sembra
ravvisarsi dalla Vostra comunicazione, nonché di diffida a ricercare un dialogo con un soggetto
istituzionale competente, uccide il meccanismo virtuoso della democrazia , sacrificando di fatto
alle decisioni del potere i diritti delle minoranze.


Ci rendiamo conto che in questo momento di tensione la Regione Toscana certamente non
intende imitare i regimi dittatoriali sopra menzionati; tuttavia, continuare con un atteggiamento di
rifiuto a ogni tentativo di richiesta di aiuto e collaborazione fattiva pervenuto da attivisti per i
diritti umani non legati a particolari associazioni o istituzioni porterebbe a cancellare ogni tutela
democratica delle minoranze; se perde valore la figura dello Human Rights Defender, o se la
stessa viene intimidita o addirittura negata, viene annichilita una componente essenziale della
società civile, che è uno dei capisaldi di uno Stato democratico.
Chiediamo a tutti di fare un passo indietro: sia a chi, comprensibilmente, si lascia accalorare
dalla passione per difendere i diritti umani, sia a chi non intende dialogare ma preferisce
raggiungere soluzioni meramente istituzionali, scorciatoie non democratiche che non tengono
conto delle esigenze e delle richieste della comunità.

Auspichiamo che si istituisca al più presto un tavolo etico e umanitario tra istituzioni - in primis la
Regione Toscana e i Comuni di Sesto Fiorentino e Firenze - e attivisti per i diritti umani, che
scongiuri ogni tentativo di giustificare uno sgombero che comprometterebbe la vita di decine e
decine di donne, bambini, disabili e anziani che compongono la comunità Rom di Sesto
Fiorentino. Ricordiamo che i Rom di Quaracchi sono già stati oggetto di pesanti e inaccettabili
attacchi, nei quali sta indagando la Magistratura e per i quali ci auguriamo vengano presto
individuati i responsabili.

Caro Assessore, per risolvere drammi umanitari ci vogliono impegno, sacrificio e programmi
seri e concreti; ci auguriamo che tutto questo venga pianificato accanto ai rappresentanti della
comunità Rom di Sesto Fiorentino e a tutti coloro, come Marcello Zuinisi, che spendono la loro
quotidianità a difesa dei più deboli, con l’unico interesse di vedere tutelata la loro integrità.

In Fede,
Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau
co-presidenti Gruppo EveryOne
+39 393 4010237 :: +39 3313585406
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