giovedì 27 gennaio 2011

27/01/1945 - 27/01/2011 Meditate che questo è stato. Primo Levi. Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per la via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
Da Se questo è un uomo (Einaudi,1947)
Il 27 gennaio, data dedicata alla memoria dell’Olocausto, è stabilita da una legge del Parlamento approvata sette anni fa. Il 27 gennaio 1945 le truppe alleate sono entrate nel campo di concentramento di Auschwitz, liberando i prigionieri superstiti. I nazisti hanno eliminato un totale di circa sei milioni di ebrei, diversi e oppositori politici. Ma nell’occasione non possiamo dimenticare tutti gli altri genocidi nel mondo, a cominciare dal primo messo in atto nel Novecento dal governo turco nei confronti della comunità armena  dell’Anatolia nel 1915 (un milione e mezzo di vittime), per arrivare a quello del Ruanda degli anni più recenti.
Primo Levi sollecita l’attenzione sul suo monito: “Vi comando queste parole./  Scolpitele nel vostro cuore/ …/ Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa”. Un’imperiosa voce che non concede alternative: o ricordare, non dimenticare, o maledizione totale.

Meditate che questo è stato

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