Il Parlamento europeo riconosce che l’Olocausto dei Rom non è finito
Bruxelles, 2 febbraio 2011. Mentre la Croce Rossa diffonde in tutti i paesi dell’Unione europea la “Storia del popolo Rom” di Roberto Malini, con importanti riferimenti al Porrajmos (o Samudaripen), all’interno delle “Linee Guida per accedere ai campi Rom e Sinti”, anche l’appello che il Gruppo EveryOne, la Croce Rossa, il Coordinamento Antirazzista e Opera Nomadi Toscana promuovono da alcuni anni presso le istituzioni europee sembra aver finalmente trovato ascolto.Qual è l’obiettivo di tale appello? Il riconoscimento ufficiale della persecuzione di Rom e Sinti durante la Seconda guerra mondiale e contemporaneamente l’ammissione di fronte a tutta l’Europa dell’emarginazione in cui il popolo Rom è ancora tenuto, in base agli stessi pregiudizi che ispirarono le atrocità nazifasciste.
Tre anni fa Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau vennero duramente criticati da alcuni membri della Commissione europea perché, durante un meeting a Roma promosso dalla stessa Commissione, avevano affermato che “L’Olocausto dei Rom non è un evento che appartiene al passato, perché gli stessi pregiudizi che furono alla base della persecuzione di allora sopravvivono oggi e causano violenze ed esclusione contro un popolo innocente”. Solo l’allora parlamentare europea Viktoria Mohacsi difese le affermazioni dei co-presidenti di EveryOne, evitando che fossero stigmatizzati pubblicamente in misura ancora più pesante. Oggi, 2 febbraio 2011, aprendo la Plenaria dell’europarlamento, il presidente Jerzy Buziek non solo ha riconosciuto ufficialmente il genocidio del popolo Rom avvenuto durante la Seconda guerra mondiale, ma ha aggiunto che “i Rom sono oggi la più numerosa minoranza nell’Ue, spesso ancora soggetta a gravi discriminazioni”. Buzek ha tracciato paralleli fra il genocidio dei Rom negli anni di Hitler e la loro condizione attuale, ricordando che educazione e informazione sono il miglior antidoto per “evitare di ripetere gli errori del passato”.
“Il nostro compito è imparare dalla storia”, ha aggiunto Livia Jaroka, europarlamentare di origini Rom. “Le sofferenze delle vittime del genocidio dei Rom durante la Seconda guerra mondiale ci inducono a sostenere ricerche storiche che facciano luce sulla verità. Propongo che nei programmi scolastici di tutta Europa si parli di questo sterminio, a fianco di quello degli ebrei e delle altre minoranze”.
Nella foto di Steed Gamero, Antonia Bezzecchi, testimone del Porrajmos
http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2011/2/4_Il_Parlamento_europeo_riconosce_che_lOlocausto_dei_Rom_non_e_finito.html
Nessun commento:
Posta un commento