mercoledì 12 ottobre 2011

Rom Italia: violazioni sistematiche dei diritti umani fondamentali. Ora vogliamo un piano nazionale di inclusione sociale e la fine delle persecuzioni


http://www.paesesera.it/Societa/Rom-a-Roma-e-in-Italia-diritti-violati-Stasolla-Stop-al-Piano-Nomadi

http://nazionerom.blogspot.com/2011/10/rom-italia-al-governo-italiano.html


Roma 10 ottobre 2011
Conferenza

Rom, a Roma e in Italia diritti violati
Stasolla: "Stop al Piano Nomadi"


Minori e donne di etnia rom vittime di violenza e discriminazione. E' quanto emerso dai due rapporti presentati questa mattina presso la sala Igea in piazza dell'Enciclopedia italiana. Carlo Stasolla (21 luglio): "Nella capitale circa 430 gli sgomberi effettuati che hanno portato alla nascita di 256 insediamenti informali"

DI LARA FACONDI

SGOMBERI Catarci: "Aumentano gli insediamenti abusivi"
L'INTERVISTA I Rom raccontati da Bianca Stancanelli
Non è un bel ritratto dell’Italia quello che è emerso oggi nel corso della conferenza stampa, presso la sala Igea in piazza dell'Enciclopedia italiana, indetta dall’European Right Roman Center e dall’Associazione 21 luglio, durante la quale sono stati presentati i due rapporti sui diritti dell’infanzia e delle donne rom, sottoposti a settembre alle apposite Commissioni delle Nazioni Unite.

Una lunga sequela di diritti violati sia per quanto riguarda le donne che per i minori. Da una parte la violenza perpetrata contro le Romnì da più attori, tra i quali spicca l’inquietante presenza della polizia: il 26% del campione della ricerca riferisce infatti di avere subìto da rappresentanti delle forze dell’ordine calci, spinte, minacce di violenza sessuale, molestie e di essere state obbligate a guardare materiale pornografico.

Solo due, tra le donne intervistate, hanno avuto il coraggio di denunciare i fatti, senza peraltro ottenere giustizia; le altre hanno deciso di soprassedere in quanto “nessuno avrebbe dato credito alle parole di una zingara”.

I bambini devono invece fare i conti con forti  impedimenti per l’accesso all’istruzione e standard di vita inaccettabili a cui si sommano i  problemi di salute derivanti anche dalle condizioni abitative, oltre che “dall’accesso limitato alle cure mediche e ad altri servizi sociali” che “si manifestano nei tassi di mortalità infantile più alti e nella più elevata incidenza di malattie croniche e infettive”.

Oltre a ciò, il Comitato delle Nazioni Unite per la difesa dei diritti dei minori ha espresso serie preoccupazioni, per quanto riguarda in particolare lo stato di apolidia di molti bambini rom e per l’amministrazione della giustizia minorile che porta alla collocazione di minori stranieri in istituti di correzione minorile e centri di accoglienza solo a causa della mancanza di documenti.

In generale, il Comitato, “notando la deplorevole situazione economica e di esclusione sociale della comunità rom”, ha espresso il dubbio che “lo Stato stia affrontando la situazione principalmente attraverso la sicurezza, piuttosto che di inclusione sociale” e ha raccomandato che si “interrompa lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi in vigore dal 30 maggio 2008”, per sviluppare invece “un piano nazionale di azione per una vera integrazione sociale dei Rom nella società italiana”.

Nella capitale la situazione non è migliore. Come racconta Carlo Stasolla, presidente della 21 luglio, “Dall’inizio del Piano Nomadi sono stati circa 430 gli sgomberi effettuati che hanno portato alla nascita di 256 insediamenti informali. Sgomberi che hanno comportato una spesa stimata di circa 4 milioni di euro e che hanno prodotto in primo luogo la violazione sistematica dei fondamentali diritti dell’infanzia sanciti dalle convenzioni internazionali”. Stasolla ha sottolineato poi come in genere gli sgomberi non vengono annunciati in tempo utile per permettere alle famiglie di raccogliere le proprie cose e trovare un’altra sistemazione.

E riguardo alle alternative di alloggio offerte dal Comune ha voluto ricordare che mai vengono proposte soluzioni ai nuclei familiari, ma soltanto a donne e bambini, andando di fatto a separare madri, padri e figli. Per questi motivi “L’Associazione 21 luglio chiede una profonda revisione del Piano Nomadi affinché la costruzione e la gestione dei cosiddetti “villaggi attrezzati” annunciati dai rappresentanti istituzionali, in realtà spazi istituzionali di segregazione e di esclusione sociale, possano essere sostituite da reali ed efficaci azioni in favore dei rom e dei sinti presenti sul territorio comunale”.

E le intenzioni sono serie. “Nelle prossime settimane – ha aggiunto Stasolla – l’Associazione 21 luglio promuoverà e supporterà ricerche volte a verificare la legittimità delle politiche sociali che hanno sinora coinvolto la comunità rom e sinta di Roma prevedendo anche l'avvio di procedimenti legali qualora si ravvisino violazioni dei diritti umani, azioni discriminatorie e abusi istituzionali”.

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