venerdì 22 aprile 2011

CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA PER BERLUSCONI E MARONI - Lettera all'Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale UNAR ed alle Province di Firenze e Sesto

                          BASTA RAZZISMO CONTRO IL POPOLO ROM
                                      BASTA CON LE PERSECUZIONI

                         CHIEDIAMO PROCESSO BERLUSCONI E MARONI
                             DAVANTI ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA:
                         RAZZISMO E CRIMINI CONTRO L'UMANITA' IN ITALIA

                                                                 

Al Dirigente Responsabile Unar
Massimiliano Monnanni

Al Presidente della provincia di Firenze
Andrea Barducci

Al Centro Antidisciminazioni Provincia di Pistoia
Barbara Beneforti


Vi mando questa breve lettera per informarvi che martedi 12 aprile mentre  a Roma in Largo Chigi c/o gli Uffici dell'Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale) si svolgeva la formazione per Mediatori Interculturali promossa dal Consiglio d'Europa, una nostra delegazione rappresentativa della principali realtà Rom presente nello Stato Italiano si è recata a Bruxelles e Strasburgo per incontrare la Commissione Europea (Viviane Reading) ed i Commissari del Consiglio d'Europa nei giorni 13 e 14 aprile.

Lo scopo del viaggio è stato consegnare un Dossier Nazionale e chiedere al contempo che le indagini ufficiali che la Commissione Europea Giustizia Cittadinanza e Diritti Umani ha aperto il 25 gennaio contro lo Stato Italiano per discriminazioni Razziali verso i Rom si concludano e si apra una Procedura di Infrazione con conseguente deferimento e processo davanti alla Corte  di Giustizia Europea per il Capo del Governo Silvio Berlusconi,  il Ministro degli Interni Roberto Maroni ed i Sindaci complici del Razzismo Istituzionale.

Sempre a Roma si è svolto il 15 Aprile un incontro in sede Ministeriale promosso dal Consiglio d'Europa per permettere una prima fase di confronto tra le Istituzioni Italiane e i Mediatori Interculturali Rom formati come coerentemente deciso il 20 ottobre 2010 Strasburgo con risoluzione per strategia adottata per  l'inclusione sociale durevole su tutto il territorio Eu della Popolazione Rom.

Auspicando che questi passi permettano l'inizio di una vera e concreta politica di inclusione sociale per i Rom in Italia e la fine delle
sistematiche violenze e persecuzioni che le Popolazioni Rom e sinte subiscono da decenni.

Auspicando una piena e coerente sinergia costruttiva tra la nostra associazione e i vostri uffici.

Auspicando la costruzione di una prassi istituzionale che metta al centro la Difesa dei diritti umani e la piena e coerente applicazione del dettame e norme contenute nella Costituzione Italiana.

A breve vi invieremo una dettagliata relazione nel merito degli incontro avvenuti con la Commissione europea, con gli uffici dell'Ecri e con
i Commissari Europei.

Cordiali saluti ed auguri di Buona Pasqua


Marcello Zuinisi
Presidente Opera Nomadi Toscana
Via XXV Aprile 61, Ameglia (Sp) - Italia
tel +39 3209489950

Grave situazione umanitaria al campo Rom di Quaracchi, tra Sesto Fiorentino e Firenze: Appello Every One al Presidente della Camera




Lettera aperta 
al Presidente della Camera dei Deputati
on. Gianfranco Fini
Firenze, 22 aprile 2011
OGGETTO: Grave situazione umanitaria al campo Rom di Quaracchi, tra Sesto Fiorentino e Firenze 
Egregio Presidente Fini, 
Le scriviamo con sconcerto e preoccupazione per sottoporle una situazione oramai divenuta ingestibile nel territorio di Ponte di Quaracchi a Sesto Fiorentino, comune al confine con la città di Firenze, dove 98 romeni di etnia Rom non trovano assistenza da parte della Istituzioni, mentre la autorità non riescono, nonostante gli impegni e le promesse, ad affrontare la loro condizione di povertà ed emarginazione come una sfida umanitaria - in linea con la Costituzione e la Carta dei diritti fondamentali nell'Ue -,  ma hanno scelto di eliminare il problema insieme alla presenza stessa delle famiglie, trasformandolo in un'operazione di sicurezza. 
Le famiglie Rom di Quaracchi presentano gravi sintomi da precarietà, sia sotto l'aspetto sociale che sotto quello sanitario, ma non ricevono alcuna forma di assistenza socio-sanitaria né di un’alternativa alloggiativa. Vi sono casi di tubercolosi, di handicap, di patologie che pongono soggetti fragili a rischio di vita e vi sono giovani donne gravide, ma chi chiede disperatamente aiuto alle strutture pubbliche e alle autorità politiche riceve intimidazioni e forme di repressione istituzionale, come è accaduto all'attivista Marcello Zuinisi, che, mentre viene ricevuto da Commissione e Consiglio d'Europa, viene perseguito dalle autorità a Firenze.
Ai Rom di Firenze, siano essi bambini, donne, malati, è negato il diritto fondamentale alla salute. Si tratta di una comunità che ha volontà di integrarsi e lavorare sul territorio fiorentino e toscano, fuggita dalla crisi in Romania, e che tuttavia ha incontrato a Firenze un clima di chiusura e ostilità che l’ha presto isolata dal resto della società civile. Anche un incendio frettolosamente archiviato come incidente ha recentemente messo in pericolo la vita delle famiglie rifugiatesi a Quaracchi, distruggendo un capannone. Solo alcune associazioni umanitarie locali hanno continuato ad assistere i Rom, stanziati prima all’ex Osmatex, fabbrica in disuso da cui sono stati sgomberati nel gennaio del 2009, e poi su un terreno privato, in via del Ponte di Quaracchi, sempre a Sesto Fiorentino. Il loro essere considerati "abusivi" non ha senso, perché non hanno altro posto dove ripararsi e sopravvivere e hanno già sofferto drammi umanitari gravi a causa delle operazioni anti degrado e di "bonifica umana". 
Da allora, la nostra organizzazione e altri difensori per i diritti umani a livello locale si sono appellati innumerevoli volte alle istituzioni comunali, provinciali e regionali, ricevendo però fermi rifiuti a ogni richiesta d’incontro e perentori avvisi di non continuare a richiedere appuntamenti con l’assessorato alle politiche sociali della Regione Toscana o con il Prefetto di Firenze, pena l’avvio di procedimenti  giudiziari di natura penale nei nostri confronti.
Le ricordiamo, Presidente, che i nostri difensori dei diritti umani sono già stati oggetto di persecuzione poliziesca e giudiziaria in casi recenti che hanno richiamato, per fortuna, a favore degli stessi, l'opera di sostegno dell'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, delo Speciial Rapposrteur Onu sui difensori dei Diritti Umani, della Commissione europea, di Front Line e recentemente dell'Observatory for the protection of human rights defenders.
Ma abbiamo scelto di difendere la vita, di impegnarci per evitare persecuzioni e la nostra missione ci impone di subire tali forme di repressione senza esitare, senza fermarci, procedendo nelle istanze e nelle campagne umanitarie. Gli individui più fragili della comunità sono continuamente sottoposti alle intemperie, privi di ogni tutela dal punto di vista sociale e sanitario. Uno di loro è deceduto, lo scorso gennaio, in seguito a complicazioni per una pregressa polmonite, nell’indifferenza generale di istituzioni e autorità fiorentine, nonostante gli accorati appelli atti a istituire un presidio di emergenza in loco con l’ausilio della Protezione Civile e la manifesta disponibilità della Croce Rossa Italiana.
Nei giorni scorsi, una nuova, ennesima ipotesi di sgombero senza alternativa di alloggio si è prospettata al campo di Quaracchi. Numerosi agenti della Polizia di Stato (15 auto, per una comunità formata da esseri umani allo stremo delle forze!) hanno notificato ai Rom più di 30 denunce per l’occupazione abusiva di terreno privato (ex art. 633 c.p.), intimando alla comunità di andarsene. A sei uomini è stato notificato anche un ordine di espulsione, nonostante si tratti di cittadini comunitari, cui prontamente proporremo - grazie all'impegno che è ormai eroico di Marcello Zuinisi, sempre accanto a queste famiglie martoriate - ricorso in Tribunale. Altri Rom sono stati condotti in questura e trattenuti per ore, mentre una donna si è sentita male ed è stata trasportata in ospedale.
Ci appelliamo a lei, Presidente, al suo senso di solidarietà, legalità e giustizia sociale, certi che vorrà aiutarci, certi che vorrà evitare un'ingiustizia drammatica e cercherà di attivare - secondo le Sue funzioni e il margine di intervento che Le è concesso in questo periodo durissimo per chi si impegna per i diritti umani - le procedure atte a scongiurare una nuova operazione di sgombero. 
Bisogna convincere chi non conosce le norme e lo spirito umanitario necessari per proteggere i deboli, bisogna persuadere le autorità della Regione Toscana, dei Comuni di Firenze e Sesto Fiorentino e della Provincia di Firenze ad abbandonare politiche di sicurezza che nulla hanno a che vedere con un'emergenza umanitaria. Bisogna istituire un dialogo costruttivo con le famiglie Rom e con le organizzazioni per i diritti umani che le assistono in un clima terribile. 
Ci rendiamo conto che è una via difficile da percorrere anche per Lei, che ha un ruolo di grande importanza all'interno delle istituzioni democratiche, ma dopo aver bussato invano a ogni porta, non ci resta che sperare ancora nei pochi che non hanno fatto dell'intolleranza una chiave per il successo politico.
Con osservanza,
Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau
Co-Presidenti Gruppo EveryOne
+39 393 4010237 :: +39 331 3585406

giovedì 21 aprile 2011

La Pasqua dei Rom a Roma: 37 sgomberi senza inclusione - Stop Porrajmos



37 sgomberi, 37 Passioni viventi: la Pasqua dei rom nella capitale

Il mese di aprile 2011 sarà ricordato a Roma come il mese horribilis per la comunità rom presente nella capitale. Nel calendario delle settimane che hanno preceduto la Pasqua è stato impressionante segnare giornalmente la mappa dei diritti negati ai rom sgomberati dai margini sociali del nostro tessuto urbano: scuola, alloggio, salute, lavoro… Ancora più grave e scandaloso è stato l’ininterrotto abuso, ora terribilmente silenzioso, ora strombazzato, come fosse impresa di cui vantarsi, perpetrato nei confronti dei “nomadi” da parte di amministratori, pubblici ufficiali, politici.
 Riprendendo una leggenda che circola nella penisola iberica si potrebbe sicuramente dire che quest’anno Cristo è stato crocifisso due volte. La prima volta sul Gòlgota, la seconda ogni qual volta il potere, ipocrita come quello del Sinedrio e vigliacco come quello di Pilato, ha saputo trarre profitto nell’uccidere e calpestare i diritti dei più piccoli. In entrambi i casi Cristo è stato crocifisso “fuori le mura” della città, lontano dagli sguardi, nell’estrema periferia dell’interesse generale. Davanti a lui, come gridava il profeta, “ci si copre il volto”: per la vergogna, per il rifiuto di comprendere e di andare a fondo, oltre il groviglio dei pregiudizi.

 A Roma per 37 volte, dal 1° aprile ad oggi, abbiamo assistito a sgomberi di comunità rom, uomini, donne e bambini. Persone allontanate, scacciate, rifiutate. “Oggi queste persone devono sentire il nostro fiato sul collo” ha ripetuto con vanto un alto responsabile dell’amministrazione comunale. Così è. Così è stato. Probabilmente così continuerà ad essere…
Per qualcuno la Pasqua è solo il ricordo di un uomo crocifisso ingiustamente; per altri è la commemorazione di un uomo che ha vinto la morte. Ognuno mantiene il suo “credo” con la sola certezza che in questi giorni facciamo memoria di un uomo che, per resistere al male e alla falsa giustizia dell’istituzione, è stato inchiodato su un legno. Resta anche il dato storico che il popolo rom da secoli è stato un popolo perseguitato e scacciato, umiliato nei diritti e calpestato nella dignità. Un popolo che, come il Cristo di Nazareth, sempre ha saputo vincere, senza resistere, alla malvagità di una istituzione persecutrice e arrogante e alla storia scritta con l’inchiostro del rifiuto e dell’emarginazione.
La comunità rom che oggi, con il fardello di stracci e dolore sulle spalle, fugge dall’ennesimo sgombero incarna il popolo “della resistenza”, per chi crede nel crocifisso, e il popolo “della risurrezione”, per chi ha fede nel risorto. A noi decidere, dopo le 37 Passioni Viventi vissute negli ultimi 37 sgomberi della capitale, in quale personaggio riconoscerci per una Pasqua coerente alla nostra Vita.

 Roma, Pasqua 2011

Associazione 21 Luglio

 

sabato 16 aprile 2011

Rom 11 Aprile 2011 - Continua in Italia la Persecuzione contro il Popolo Rom - Fermiamo il Porrajmos


La tragedia e l'indifferenza  

11.04.2011 A Roma lo scorso mercoledì, 6 aprile, è stato effettuato l’ennesimo sgombero di un campo rom nei pressi di via Papiria. A essere state sgomberate sono state 40 famiglie rom rumene, alle quali, dopo essere state private delle proprie abitazioni, è stata proposta una sistemazione fuori Roma, ma solo per donne e bambini. Per gli uomini niente.
Le famiglie, naturalmente, hanno rifiutato di dividersi e le donne hanno preferito rimanere con i propri mariti, vagando insieme a loro per le vie di Roma in cerca di una nuova sistemazione.
Alcune di queste famiglie forse torneranno in Romania, ma la maggior parte si sistemerà in un nuovo campo abusivo, in mezzo all’immondizia e al degrado, in attesa di un nuovo sgombero.
Una tragedia consumata nell’indifferenza generale.
 
E questo caso è solo l’ennesimo di una lunga serie di tragedie che in tutta Italia ogni giorno ci ritroviamo ad affrontare. I diritti e la dignità delle persone vengono sistematicamente violati, con la falsa promessa che gli sgomberi siano la soluzione al degrado e alla criminalità. Ma come si può dare soluzione a questi problemi senza dare un’alternativa alle famiglie sgomberate? Uomini, donne e bambini, a cui le loro case sono state distrutte, saranno costretti a spostarsi nuovamente, cercando un nuovo lavoro, abbandonando scuole e costruendosi una nuova baracca.
 
A.I.Z.O., Associazione Italiana Zingari Oggi, che da quarant’anni opera a livello nazionale a fianco della popolazione rom e sinta per la difesa dei diritti e la promozione dei doveri, dunque per favorire l’integrazione di questa comunità nella società, si dichiara costernata per questo ennesimo caso di sistematica violazione dei diritti della popolazione rom. Violazione resa ancora più grave dall’assurda proposta di dividere le famiglie, per dare alloggio solo a donne e bambini.
 
Mentre la Commissione europea sta approvando la strategia per l’integrazione della popolazione rom, i nostri amministratori continuano a spingere nella direzione opposta, incrementando la condizione di disagio e l’emarginazione in cui si ritrovano a vivere queste persone.
A.I.Z.O. quindi chiede che questa tragedia venga fermata e che tutti gli attori della società, mass media in primis, si mobilitino affinché non si possano più leggere notizie di questo genere, ma vengano avviati progetti concreti di integrazione.

Per ulteriori informazioni contattarci i seguenti recapiti telefonici: 0117496016, 011740171, 3488257600
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A.I.Z.O. onlus
via Foligno 2
10149 Torino
tel. 011-7496016
fax 011-740171
cell 348-8257600
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web http://www.aizo.it/

Con il popolo Rom - Il quadro europeo per le strategie nazionali di integrazione



Con il popolo Rom   versione testuale
Il quadro europeo per le strategie nazionali di integrazione


08.04.-2011 - Bruxelles - Garantire che tutti i bambini rom completino almeno la scuola primaria, ridurre il divario occupazionale tra i rom e gli altri cittadini, ridurre la mortalità infantile, eliminare le disparità di accesso all'alloggio e a servizi pubblici: sono quattro obiettivi primari contenuti nel "quadro europeo per le strategie nazionali di integrazione" delle popolazioni di origine rom che la Commissione Ue ha lanciato il 5 aprile e che passa ora per competenza agli Stati membri dell'Unione europea. Entro il 2011 i ventisette Paesi Ue devono infatti presentare strategie nazionali rivolte a questi obiettivi.
Il quadro proposto dalla Commissione poggia su quattro "pilastri": accesso all'istruzione, occupazione, assistenza sanitaria, alloggio. Ogni Stato, spiega l'Esecutivo, "deve fissare i suoi obiettivi di integrazione in funzione della popolazione rom presente sul suo territorio". Il tema - discusso anche durante la plenaria dell'Europarlamento di questa settimana - tornerà prossimamente all'ordine del giorno del Consiglio europeo (dove sono rappresentati i capi di Stato e di governo).
"I rom in Europa vivono in condizioni socioeconomiche notevolmente peggiori di quelle del resto della popolazione", afferma la Commissione. E un'indagine condotta in sei Paesi - Bulgaria, Ungheria, Lettonia, Lituania, Romania e Slovacchia - rivela che solo il 42% dei bambini rom completa la scuola primaria, rispetto a una media Ue del 97,5%. Per l'istruzione secondaria la situazione dei giovani rom è ancora peggiore, essendo stimata ad appena il 10%.
"Nel mercato del lavoro - si legge ancora nel documento della Commissione - i rom presentano tassi di occupazione più bassi e sono soggetti a una maggiore discriminazione. Per quanto riguarda la situazione abitativa, spesso non hanno accesso a servizi essenziali come l'acqua corrente e l'elettricità". Anche dal punto di vista sanitario esiste un divario: la speranza di vita dei rom è di 10 anni inferiore alla media europea. "Negli ultimi anni, malgrado qualche buona intenzione manifestata dai responsabili politici nazionali, troppo poco è cambiato nelle condizioni di vita della maggior parte dei rom", ha commentato la vice presidente della Commissione, Viviane Reding.
"Gli Stati membri hanno la responsabilità comune di mettere fine all'esclusione" della principale minoranza presente nel continente, stimata tra i 10 e i 12 milioni di persone. È "una sfida importante. Per questo motivo stiamo fissando obiettivi precisi per l'integrazione e abbiamo bisogno di un impegno esplicito da parte di tutte le capitali, le regioni e le città dell'Europa per metterli in pratica. È ora di andare oltre le buone intenzioni e intraprendere azioni concrete".
Un ulteriore commento al provvedimento viene dal commissario per gli affari sociali e l'integrazione, Laszlo Andor: "La persistente esclusione della popolazione rom è inaccettabile nell'Europa del ventunesimo secolo. Negli ultimi anni le condizioni di vita della maggioranza dei rom e le loro relazioni con il resto della società non hanno fatto che peggiorare". Andor collega la questione-rom alla strategia Europa 2020 per la crescita, l'inclusione e la lotta alla povertà, e afferma: "Per alcuni Paesi sarà semplicemente impossibile raggiungere gli obiettivi di Europa 2020 senza una svolta sul piano dell'integrazione dei rom", perché essa "potrebbe offrire notevoli vantaggi economici. Con un'età media di 25 anni contro i 40 anni dell'Ue, i rom rappresentano una percentuale notevole della popolazione in età lavorativa. In Bulgaria e Romania, uno su cinque giovani che entrano per la prima volta nel mercato del lavoro è di origine rom".
La Commissione sottolinea anche un aspetto scarsamente considerato: mediante i fondi comunitari (Fondo sociale europeo, Fondo per lo sviluppo agricolo…) si potrebbero sostenere progetti concreti per l'istruzione o per la creazione di opportunità professionali rivolte a queste popolazioni.
Assieme alle sue proposte, la Commissione ha presentato un quadro statistico piuttosto articolato circa la presenza rom nei Paesi europei, sia di quelli facenti parte dell'Unione sia di quelli extra-Ue. Risulterebbe che nel vecchio continente vivono circa 11 milioni e 300mila rom (delle diverse "famiglie", alcuni stanziali e già integrati altri ancora nomadi), di cui circa 6 milioni nei Ventisette. I Paesi Ue che contano una maggiore presenza sono la Romania (1 milione e 850mila; ma i dati sono indicativi), la Bulgaria (750mila), l'Ungheria e la Spagna (700mila ciascuno), la Slovacchia (500mila), la Francia (400mila). Seguono Regno Unito, Grecia, Repubblica Ceca. Oltre i confini Ue le maggiori presenze sarebbero in Turchia (oltre 2 milioni), Russia, Serbia e Macedonia. (Sir Europa)
 
 

Critiche della federazione romanì al Rapporto sui rom della Commissione del Senato sui diritti umani

Critiche della federazione romanì al Rapporto sui rom della Commissione del Senato sui diritti umani

   versione testuale



07.04.2011 - “In  questi   giorni   in  diverse   città   Italiane   viene  presentato  il  rapporto  conclusivo   sulla condizione della  popolazione romanì  redatto dalla  Commissione  straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti  umani  del Senato  della Repubblica  Italiana – riferisce Nazzareno Guarnieri,Presidente Federazione romanì -Per  la redazione del  rapporto la Commissione  ha  utilizzato il metodo  delle  audizioni per raccogliere le informazioni sulla condizione della popolazione romanì  e visitato alcuni insediamenti rom (campi  nomadi).
Gran  parte   delle  informazioni e  delle  interpretazioni del  mondo   romanò contenute nel rapporto sono state  fornite  alla Commissione  del Senato  della Repubblica  nelle audizioni da persone  ed organizzazioni che si occupano della  popolazione romanì,  quasi  tutti  esterni  al mondo  rom.
La  Federazione  romanì  esprime   apprezzamento per  la  volontà   della  Commissione   del Senato  della Repubblica  Italiana  di redigere un rapporto sulla condizione della popolazione romanì  quale scelta di conoscenza per costruire scelte politiche  adeguate.
La  Federazione  romanì  NON CONDIVIDE gran  parte   del  contenuto del  rapporto, non tanto   per  i  dati  quantitativi (in  Italia  l’assenza   di  numeri   nazionali sulla  presenza rom scientificamente ricercati  e diffusi è questione nota  che permette a molti di “scrivere numeri sui  rom”  a  proprio   piacimento),  quando  per  le  numerose  contraddizioni  degli  aspetti qualitativi.
La Federazione romanì  manifesta preoccupazione per  la diffusione,  ancora  una  volta,  di una   conoscenza  sbagliata  della   popolazione  romanì   che  sarà   la  causa   di  altre   scelte politiche   sbagliate    (ancora  una   volta!)   e   sollecita   la   Commissione    ad   ascoltare  le professionalità rom e le organizzazioni rom per modificare il contenuto del rapporto.
Numerosi   sono   gli  emendamenti  della   Federazione  romanì   al  rapporto,  ma  vogliamo soffermarci  su due  questioni essenziali: ripetere gli errori  del  passato  e la partecipazione attiva.
Prima   questione.  Il  contenuto  del   rapporto  riporta    una   realtà    rom,   qualitativa  e quantitativa,  composta  da   informazioni  e  statistiche  obsolete,   stereotipate  e  di  falsa interpretazione,  che  sono   state   le  cause   delle   scelte   politiche   sbagliate   del  passato. Con le informazioni e le false interpretazioni del mondo  romanò contenute nel rapporto il rischio di ripetere gli errori  del passato  è un rischio concreto.
Il rapporto denuncia la grave condizione della popolazione romanì  ma non entra  nel merito delle responsabilità.
Come  è  possibile  conoscere   ed  attivare politiche  corrette senza  analizzare gli  errori  del passato?
Nel rapporto è chiaro che la responsabilità è attribuita ad una partecipazione dei rom molto
difficile  e alla  realtà  associativa  rom  “frammentata e attraversata  da conflitti  di gruppo  e settari”, sono considerazioni gravi e false, ed immagino che siano state suggerite alla Commissione  da chi ha sempre  ostacolato una partecipazione attiva  qualificata dei rom.
Seconda questione. Se da una  parte  il rapporto teorizza  l’importanza della  partecipazione attiva   e  propositiva  di  rom  e  sinti,  dall’altra ignora   la  presenza  di  professionalità  e  di organizzazioni rom.
Si sollecita  la partecipazione attiva  dei rom  e si soffia sul vento  della  divisione  ignorando
professionalità e credibilità.
Tutto   questo   è  documentato  dalla   scelta   della   Commissione  di  non  chiamare  alle audizioni le professionalità e le organizzazioni rom.
Si tratta di una grave dimenticanza? non dovrebbe  ma può accadere.
Se invece è una  precisa  volontà  politica  della  commissione sarebbe  peggio  del disastro  del passato.
Portiamo  all’attenzione solo alcuni passaggi  del rapporto.
1)  Nel rapporto  della  Commissione a pagina  3 è scritto:  “l’obiettivo del lavoro ……….. di offrire alla discussione parlamentare  una base di conoscenza condivisa che renda possibile un confronto più costruttivo.” “Naturalmente  la scelta di conoscere, in questo caso più che in altri, è di per sé una  scelta politica. E non solo perché si tratta  di rompere un circolo vizioso, una spirale  nella  quale  ignoranza   e  pregiudizio  si  alimentano   reciprocamente,  ma  perché  la conoscenza porta alla luce degli spaccati sociali e delle condizioni di vita così drammatiche  che possono essere tollerate  solo se si decide di non  guardarle,  …………” “Decidere di rompere questo velo di ignoranza,  decidere di conoscere e di sapere è il punto di partenza  senza il quale nessuna politica può essere costruita.”
Ottimo  obiettivo, belle  parole,  ma ….. Il rapporto descrive  una  corretta conoscenza del mondo  rom?
Assolutamente NO.
Il rapporto ripropone il disastro  della “conoscenza  interpretativa” del mondo  rom? Assolutamente SI.
Se  per   conoscere   la  popolazione  romanì   non   si  ascolta   le  professionalità  rom   e  le organizzazioni rom significa  che questo  rapporto non  è finalizzato ad INDAGARE la realtà rom,  ma cercare  una  demagogica GIUSTIFICAZIONE per le politiche  sbagliate  del passato. Se il punto  di partenza per costruire una  politica  è questa  falsa conoscenza del mondo  rom allora siamo molto preoccupati e dobbiamo attrezzarci per respingere questo  nuovo attacco.
2)  Ancora  a  pagina  3  del  rapporto:  “È necessario un  progetto  nazionale  che parta  dai numerosi  punti  di osservazione presenti nel territorio,  ………………… Questo progetto  non  è possibile senza  il dialogo, il coinvolgimento,  la diretta  partecipazione  dei diretti  interessati. Come vedremo più avanti questa partecipazione non è disponibile spontaneamente ma richiede lavoro e formazione.”
Cosa significa che non ci sono professionalità rom?
E chi lo dice coloro che hanno  ostacolato la partecipazione attiva  delle professionalità rom? Non solo la mia  persona, ma la presenza di tante  altre  professionalità rom,  che non  sono state  ascoltate dalla Commissione, dimostrano la falsità di queste  affermazioni.
3)  Ancora a pagine  6 del  rapporto:  “L’ultimo  problema che vogliamo sottolineare  è quello della partecipazione.  Non  spenderò parole per dire come sia una  questione  essenziale,  una conditio  sine  qua  non.  E nello  stesso  tempo  è  uno  dei  problemi  più  difficili.”  “La  realtà associativa  appare  oggi estremamente   frammentata e attraversata  da  conflitti  di  gruppo  e settari.    E   tuttavia    rimane    un    punto    di   partenza    e   un    interlocutore    necessario.”
E’ il passaggio più grave e falso  di tutto il rapporto.  Si tratta della solita motivazione per ignorare  e  boicottare  la  partecipazione  qualificata  dei  rom,   ma  anche   il  tentativo  di giustificare    il    fallimento    di     gran     parte     delle     scelte     politiche     del     passato. Cosa dovrebbe  fare la popolazione romanì,  AVERE IL PENSIERO UNICO?
Non è un  valore  avere  più  idee  che  si confrontano? Allora perchè  la popolazione romanì
dovrebbe  avere il pensiero unico?
E non  è forse  la  “credibilità” e la  “professionalità” dei  singoli  o delle  associazioni a  dare forma ad una rappresentatività romanì?
I termini  CREDIBILITA’ e PROFESSIONALITA’ hanno  un valore nella società  italiana, perchè
non devono  avere lo stesso valore per la popolazione romanì?
4) Infatti a pagine  6 del rapporto  la falsità  diventa  chiara:  “Ma il punto è come investire per formare dentro le comunità  Rom e Sinti una leva di operatori sociali, di mediatori culturali che siano la rete intorno  alla quale la partecipazione  può essere organizzata  con una  certa continuità.”
Per farne cosa? manovalanza nei progetti sociali come nel passato?
Per continuare nella “DIPENDENZA” ed impedire ogni forma di AUTONOMIA per la persona rom?
5)   Dal   rapporto   leggiamo  a  pagina   4:  “Il  passo  nella  direzione   giusta   può   essere rappresentato  dalla costituzione  di una task force nazionale  al servizio delle istituzioni  locali, delle  organizzazioni  non  governative,  delle  rappresentanze   dei  Rom  esistenti  che  aiuti  a passare dalle idee e dalla volontà al progetto, alla sua formulazione  tecnica e amministrativa e alla sua implementazione. In questa direzione si sono mossi e si muovono molti paesi europei.”
Una task force nazionale composta in primis ed in maggioranza da professionalità rom, è il radicale  cambiamento che il fallimento del passato  impone”.
 (Civita News)

Education to combat social exclusion


www.eesc.europa.eu/resources/docs/biennal-full-report-en.pdf

 Education to combat social exclusion
Firenze 20-22 maggio 2011
 Biennale per l'Inclusione Sociale

giovedì 14 aprile 2011

delegazione di rom d'Italia e difensori dei diritti umani ricevuta a Bruxelles e Strasburgo



http://www.radiopopolareroma.it/audio/download/4278/interferenze_rom_140411.mp3.mp3

Il libro bianco

Una delegazione di rom d'Italia e difensori dei diritti umani ha ottenuto due appuntamenti importanti, a Bruxelles con Viviane Reding della Commissione Europea e a Strasburgo con Thomas Hammarberg, Commissione dell'Unione per i diritti umani. Il gruppo porta con sè un Libro Bianco sugli episodi di persecuzione e sulla sequenza impressionante di sgomberi senza alternativa sociale che hanno colpito i rom e i sinti in Italia. Saremo lì con Marcello Zuinisi, presidente dell'Opera Nomadi Toscana, e Roberto Malini, del gruppo EveryOne

martedì 12 aprile 2011

Ariella Borghi, sindaco di Treviglio, amica dei Rom e dei Gay proposta per il Premio Nobel per la Pace

Milano, 11 aprile 2011. 

Chiediamo ad Associazioni umanitarie, difensori dei diritti umani, intellettuali e cittadini democratici di inviarci una mail di sostegno alla candidatura di Ariell Borghi al Nobel per la Pace. Ariella Borghi è il sindaco dei Rom, dei migranti, delle persone Lgbt, degli emarginati

Ariella Borghi, sindaco di Treviglio, proposta per il Premio Nobel per la Pace

Un'amica di migranti, rom e gay; una donna per un ambiente pulito: sosteniamola per un Nobel diverso

Il Premio Nobel per la Pace è in tutto il mondo un grande simbolo di speranza. Esso incarna gli ideali delle persone che ogni giorno si impegnano per un mondo senza guerre, senza violenze, senza persecuzioni. E' un faro, per i difensori dei diritti umani e tutti coloro che, spesso in silenzio, con umiltà, fanno della solidarietà una ragione di vita. Il Gruppo EveryOne ha chiesto in una lettera indirizzata ai giurati del Premio Nobel per la Pace di valutare, oltre ai leader politici e a coloro che dirigono grandi agenzie internazionali, proprio quelle persone che, con un'azione quotidiana e spesso oscura, portano un po' di luce nel buio che ci circonda, migliorando le condizioni di vita dei perseguitati e salvando vite umane. Una di queste persone è una donna italiana, si chiama Ariella Borghi ed è il sindaco di Treviglio (Bergamo), una piccola città. La nostra organizzazione segue da vicino il lavoro di Ariella Borghi da molto tempo e porta la testimonianza di centinaia di esseri umani che, appartenendo a gruppi sociali emarginati, avrebbero sofferto gravi drammi umanitari a Treviglio, se non vi fosse stato l'impegno di questa donna volto sempre a tutelarli. Treviglio è l'unica città italiana in cui vive una comunità Rom che non ha subito, negli ultimi anni, sgomberi né azioni repressive. Nel resto d'Italia, le comunità Rom sono state oggetto di persecuzione, tanto che la popolazione Rom di nazionalità non italiana si è ridotta dal 2006 a oggi da 170 mila a 14 mila unità (censimento Croce Rossa Italiana e Gruppo EveryOne 2010). Il comune di Treviglio, inoltre, ha promosso, dal 2006 (anno in cui fu eletta sindaco la signora Borghi) una cultura della tolleranza, dell'antirazzismo e della pace che ha creato un'atmosfera di solidarietà in tutta la cittadinanza, tanto che la convivenza fra trevigliesi e migranti è decisamente buona, gli episodi di discriminazione sono rari e la gioventù ha un'inclinazione alla convivenza multiculturale. Ariella Borghi, inoltre, esponendosi in prima persona, si impegna contro le speculazioni industriali che hanno condotto a gravi fenomeni di inquinamento delle faglie acquifere ed è la sola personalità politica che si sia impegnata per risolvere definitivamente il grave problema, battendosi contro poteri forti e a volte oscuri. Infine, Ariella Borghi è il sindaco che per la prima volta in Italia ha portato un Gay Pride in una cittadina di provincia, tenendo personalmente discorsi pubblici contro l'omofobia, la transfobia e l'emarginazione di genere. Per questa sua iniziativa Ariella Borghi ha ottenuto gli elogi di tutte le organizzazioni per i diritti LGBT ed è candidata al Premio Makwan 2011, assegnato dal Gruppo EveryOne su votazione di una giuria formata da difensori dei diritti umani.

Ariella Borghi, foto Steed Gamero

Ariella Borghi

Ariella Borghi è nata a Treviglio il 27/01/1947. Laureata in lingue e letterature straniere all'Università Bocconi di Milano, ha insegnato francese fino al 1978 ed è stata poi Preside di scuola media fino al 1997. A seguito delle consultazioni elettorali del 28 e 29 maggio e dell'11 e 12 giugno 2006 è stata eletta alla carica di Sindaco del Comune di Treviglio. Dal 1999 al 2009 per due legislature è stata Consigliere Provinciale, occupandosi sempre di tematiche connesse ai diritti umani e al progresso sociale; è stata membro delle commissioni "Risorse economiche e patrimoniali", "Affari istituzionali e partecipazione" e Vicepresidente della commissione "Pari Opportunità" del Consiglio Provinciale. 

Inviare la mail di sostegno, con il proprio nome e cognome o il nome dell'associazione a: roberto.malini@everyonegroup.com

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ALTRA LAMEZIA - Sullo sgombero del campo Rom di Scordovillo

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Sullo sgombero
del campo Rom di Scordovillo

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da Altra Lamezia   
lunedì 11 aprile 2011
Dal giorno del sequestro del campo Rom di Scordovillo ad oggi, abbiamo ascoltato e letto attentamente tutte le notizie, i comunicati stampa, le belle e le brutte parole dette e, tranne che per qualche rarissimo caso, non ci siamo trovati d’accordo con qualcosa di quanto è stato detto.
Su nessuna cosa, poi, ci siamo trovati d’accordo di quanto fatto. Ma questo perché mai è stato mosso un dito per provare a risolvere il problema dei Rom di Lamezia Terme.
L’ultimatum dei 30 giorni sta inesorabilmente scadendo, cosa succederà?
Analizziamo intanto la situazione, partendo dallo sgombero.
Siamo consapevoli della pericolosità del campo rom, delle pessime condizioni igieniche e sanitarie, della vicinanza all’ospedale e al centro cittadino, su questo non ci piove, ma oltre a fare proclami occorrerebbe analizzare il problema diversamente. Il campo deve sparire e per fare questo serve un piano di integrazione dei sui abitanti nel resto della città.
Si deve necessariamente tenere conto della composizione delle famiglie che dovrebbero essere sgomberate, della presenza di anziani, donne e, soprattutto, bambini.
È necessario, quindi, avviare un confronto con la comunità Rom per procedere al graduale abbandono del campo senza intervenire con la forza, anche alla luce delle dichiarazioni di alcuni cittadini rom che si sono detti favorevoli a lasciare Scordovillo, purché gli sia data la possibilità di avere una casa.
Evitando di creare nuovi ghetti in altre zone di Lamezia, si potrebbero utilizzare gli immobili confiscati alla ‘ndrangheta mai destinati ad attività sociali, si potrebbero ultimare gli scheletri mai completati sotto Capizzaglie destinati proprio ai Rom, si potrebbe sbloccare finalmente l’edilizia popolare, si potrebbero erogare contributi per la rivalutazione dei centri storici abbandonati aiutando le famiglie rom a comprare o prendere in affitto appartamenti chiusi da anni.
Ovviamente le case non si mantengono da sole. Serve pensare, quindi, ad un sistema di integrazione nel mondo del lavoro e un esempio concreto da prendere in considerazione potrebbe essere la Cooperativa Sociale “Ciarapanì”. Nell’ottica di potenziamento della raccolta differenziata porta a porta, passo obbligatorio se si vuole risolvere l’emergenza rifiuti, assumere nuovi lavoratori Rom in questo settore potrebbe essere una prima idea facile da realizzare in tempi rapidi.
Senza ipocrisia e senza demagogia, tutti vorremmo un lavoro e una casa e probabilmente a nessuno piace che ci siano persone privilegiate in questo, ma se vogliamo veramente risolvere questa emergenza occorre uno sforzo da parte di tutti, amministratori nella ricerca della soluzione, associazioni, cittadini e comunità Rom nel metterla in atto.
Un minimo di sacrificio non è nulla se si riesce a risolvere definitivamente il problema dei Rom a Lamezia.

lunedì 11 aprile 2011

Conferenza Stampa: Delegazione Rom ricevuta dalla Commissione Europea e dal Consiglio d'Europa 13-14 Aprile 2011 -


Conferenza Stampa: Delegazione Rom ricevuta dalla Commissione Europea e dal Consiglio d'Europa
                                  13-14 Aprile 2011


                                           MARTEDI 12 APRILE
                                                      ore 09.30                                           
                                Conferenza Stampa in Largo Chigi n. 19
                                  Ministero Pari Opportunità - Roma

                                                        ore 16.00
                     Conferenza Stampa c/o Cgil - Salone di Vittorio - Piazza Segeste n. 4
                                 ingresso Via Albertini n. 14 - Milano
                                     
Vi mando questa breve lettera per informarvi che martedi 12 aprile i rappresentanti della Nazione Rom in Italia saranno  a Roma in Largo Chigi c/o gli Uffici dell'Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale) ad accompagnare  la delegazione che inizierà una formazione per Mediatori Interculturali promossa dal Consiglio d'Europa.

Una seconda delegazione rappresentativa della principali realtà Rom presente nello Stato Italiano partirà per
Bruxelles e Strasburgo per incontrare la Commissione Europea (Viviane Reading) ed i Commissari del Consiglio d'Europa nei giorni 13 e 14 aprile.

Lo scopo del viaggio e consegnare un Dossier Nazionale e chiedere al contempo che le indagini ufficiali che
la Commissione Europea Giustizia Cittadinanza e Diritti Umani ha aperto il 25 gennaio contro lo Stato Italiano per  Discriminazioni Razziali verso i Rom si concludano e si apra una Procedura di Infrazione con conseguente deferimento  e processo davanti alla Corte  di Giustizia Europea per il Capo del Governo Silvio Berlusconi,  il Ministro degli Interni Roberto Maroni ed i Sindaci complici del Razzismo Istituzionale.

Cordiali Saluti

Marcello Zuinisi
Presidente Opera Nomadi Toscana
Via XXV Aprile 61, Ameglia (Sp) - Italia
tel +39 3209489950
mail operanomadi.toscana@hotmail.it
http://nazionerom.blogspot/

Roberto Malini - Matteo Pegoraro - Dario Picciau
Co-Presidenti Every One
tel +39 3313585406    +39 3934010237mail info@everyonegroup.com

Enza Papa
Associazione La Kasba - Cosenza
tel +39 3470920375mail enzapapa@libero.it

Programma di Formazione Europea per Mediatori Interculturali Rom - Consiglio di Europa



Firenze 8 aprile 2011
Al Projet Manager Consiglio d'Europa
Aurora Ailincai

Al Dirigente Unar
Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali
Pietro Vulpiani

Al Governatore della Regione Toscana
Enrico Rossi

Al Presidente della Provincia Massa-Carrara
Osvaldo Angeli

Al Sindaco di Campi Bisenzio
Adriano Chini

All'Assessore al Sociale di Massa
Gabriella Gabrielli

Al Dirigente Formazione Regione Liguria
Antonella Berettieri

Al Consigliere Comunale di Genova
Gianpaolo Malatesta

Al Dirigente Formazione e Sviluppo Economico
Provincia di La Spezia
Ulderico Fusani

Al Sindaco di Sarzana
Massimo Caleo

All'Assessore al Sociale di La Spezia
Omero Belloni


Oggetto: Programma di Formazione Europea per Mediatori Interculturali Rom - Consiglio di Europa
Invito all'incontro del 15 aprile c/o la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri  (via Santa Maria in Via N. 37)

Siamo con la presente ad invitarvi ufficiosamente all'incontro promosso dal Consiglio d'Europa previsto per il 
15 aprile presso la
Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri  (via Santa Maria in Via N. 37)

Opera Nomadi Toscana è parte di un programma di Formazione Europeo promosso dal Consiglio d'Europa a seguito della Risoluzione del 20 ottobre 2011
volta al superamento delle condizioni di estrema marginalità nella quale sono costretti le popolazioni Rom presenti in Italia.

Martedi 12 aprile alcuni nostri rappresentanti Rom,  sono stati convocati  negli uffici dell'Unar Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali a Roma dove si terrà la Formazione per Mediatori Interculturali Rom promossa dal Consiglio d'Europa con la risoluzione del 20 ottobre 2010.
Nicuser Stefan Rom del Campo di Quaracchi (Consiglio Direttivo Opera Nomadi Toscana) e Sergio Cizmic Rom del Campo la Molassana (Vice Presidente Opera Nomadi Genova) saranno tra i 20 Rom convocati per questo importante appuntamento istituzionale convocato nei giorni 12, 13, 14 aprile nella sala riunioni Monumentale della Presidenza del Consiglio in Largo Chigi 19.

Il 15 aprile la formazione si terrà c/o la sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri in Via Santa Maria n. 37.Per quel giorno il Consiglio d'Europa convocherà  rappresentanti delle Istituzioni di ogni regione italiana per permettere l'avvio di concreti progetti di inclusione sociale per i Rom che vivono nel nostro paese attraverso un confronto diretto con i mediatori Interculturali Rom sotto la mediazione dello  stesso Consiglio d'Europa.

Per la Regione Toscana vogliamo suggerire  al Consiglio d'Europa, tramite gli uffici dell'Unar e del dott. Pietro Vulpiani, i nominativi del Governatore Enrico Rossi del  Sindaco di Campi Bisenzio Adriano Chini, del Presidente della Provincia di Massa Carrara Osvaldo Angeli, dell' Assessore al Sociale di Massa Gabriella Gabrielli.
Per la Regione Liguria vogliamo suggerire Antonella Berettieri dirigente del Settore Formazione Regione Liguria, Ulderico Fusani dirigente Sviluppo Economico e Formazione della Provincia di Spezia, Gianpaolo Malatesta Consigliere Comunale di Genova, Omero Belloni Assessore al Sociale di La Spezia, al Sindaco di Sarzana Massimo Caleo

Queste personalità politiche hanno dimostrato nel corso del tempo una particolare sensibilità e vicinanza alle questioni dei Rom e si sono dimostrati interlocutori credibili per le Associazioni che difendono i Diritti Umani della perseguitata Nazione Rom.

Queste personalità politiche possono rappresentare e permettere concretamente la costruzione di percorsi di inclusione sociale durevole per i Rom in Toscana e Liguria permettendo la piena è completa attuazione delle direttive emanate dalla recente risoluzione del Parlamento Europeo del 9 marzo 2011.
 
Vi informiamo che il 12 aprile alle ore 10.00 è convocata una conferenza stampa, davanti agli uffici dell'Unar in Largo Chigi, luogo dal quale una delegazione rappresentativa delle realtà Rom di tutto lo Stato Italiano partirà in direzione di Bruxelles e Starsburgo.


La delegazione attraverserà l'Italia per incontrare altre delegazioni nelle città di Prato, Firenze, Bologna e Milano. 

A Milano è previsto un incontro con  importanti figure intellettuali ed artistiche Rom come Dijana Pavolovic e Jovica Jovic degni rappresentati della migliore espressione culturale di questo popolo che da sempre arrichisce in tutto il mondo le popolazione capaci di apprendere ed aprire il cuore alla musica, alle danze, la parola ed il canto, le migliori capacità di cui un essere umano dispone.

Il giorno 13 aprile la delegazione sarà a Bruxelles per presentare un Libro Bianco sulle discriminazioni subite dalla Popolazione Rom in Italia:  Espulsioni di Massa, Sgomberi, Minacce Razziste, Esclusione Sociale, trattamenti disumani inferti dalla Polizia Italiana in alcune Questure e nelle carceri, morti di bambini costretti a vivere in baracche di cartone e fango come nelle favelas di Calcutta e Bombei,  le denunce presentate alle Procura Italiane riguardanti la vita di migliaia di Cittadini Rom Europei.
Il dossier verrà consegnato nelle mani di Miss Dana Trama-Zada Cabinet Member of Vice-President Viviane Reding,  .

Il giorno 14 aprile ci recheremo a Strasburgo dove incontreremo i Commissari del Consiglio d'Europa tra cui Mister Thomas Hammarberg, la Segreteria Generale aggiunta Maud de Boer ed il Rappresentante Speciale per le questioni dei Rom  Jeroen Schokkenbroek
 
Il giorno 15 aprile il nostro caravan ritornerà a Roma dove è previsto l'incontro con le autorità italiane degli Enti Locali convocati da un Commissario
di Strasburgo, in accordo con l'Unar (dott. Pietro Vulpiani) sulla situazione dei Rom all'interno dello Stato Italiano.

Alleghiamo in seguito la lettera ricevuta dal Projet Manager del Consiglio d'Europa Aurora Alincai.

Negli allegati l'avvio della procedura Eu di indagine, la lettera di Solidarietà espressaci dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano e la recente  risoluzione del Parlamento Europeo del 9 marzo 2011.


Cordiali Saluti
 

Marcello Zuinisi
Presidente Opera Nomadi Toscana
Via XXV Aprile 61, Ameglia (Sp) - Italia
tel +39 3209489950
 
Roberto Malini - Matteo Pegoraro
Co-Presidenti Every One
tel +39 3313585406    +39 3934010237
 
Enza Papa
Associazione La Kasba - Cosenza
tel +39 3470920375

venerdì 1 aprile 2011

Fallados los premios de la primera edición - “Emilio Castelar a la Defensa de las Libertades”

Fallados los premios de la primera edición “Emilio Castelar a la Defensa de las Libertades”

Juan de Dios Ramírez-Heredia ha sido distinguido en el apartado de “Políticos del ámbito internacional y nacional que hayan desarrollado desde la coherencia entre su discurso y su acción a la defensa de los valores de la Libertad y el Progreso”

Un centenar de propuestas han participado en la Primera Edición de los premios “Emilio Castelar a la Defensa de las Libertades”, constituidos con el objetivo de premiar y visualizar el trabajo de personas individuales, colectivos o instituciones, a nivel nacional e internacional, en favor de la Libertad y el Progreso de los Pueblos.
Los Premios “Emilio Castelar a la Defensa de las Libertades”, divididos en siete categorías, son una iniciativa de la Asociación Progresista de España, agrupación configurada como un espacio abierto de librepensamiento y compuesto por personas de diferentes ámbitos sociales, políticos, culturales y económicos, en donde la formación de la ciudadanía en los valores del progresismo son las líneas esenciales de su actuación.
El jurado, compuesto por 12 profesionales independientes de diferentes ámbitos, seis mujeres y seis hombres, ha reconocido la labor de 14 personas e instituciones.
Los galardones se entregarán el próximo 14 de abril en el Monasterio de San Clemente. La escultora Mercedes Naranjo ha creado la imagen oficial de los premios, una escultura de bronce que representa la libertad del hombre y su capacidad frente al mundo.

Más información en http://www.unionromani.org/

UNION ROMANI
Dirección Postal/Postal Address:
Apartado de Correos 202
E-08080 BARCELONA (Spain)

Tel. +34 934127745
Fax. +34 934127040
E-mail:
u-romani@pangea.org
URL: http://www.unionromani.org/

Rom - La Scuola di alfabetizzazione a Firenze. Storia di un giovane Rom

Cimitero degli Inglesi a Firenze
Rom - La Scuola di alfabetizzazione
Storia di un giovane Rom

di Mihai Copalea

Spoleto 1 Aprile 2011

Sono un giovane Rom Rumeno di 16 anni.
Nella mia vita non ho potuto andare a scuola perché la mia famiglia era molto povera.
Mio padre era molto malato ed ho dovuto andare a lavorare da quando avevo 11 anni.
Mi dispiaceva non andare a scuola, anche i miei 6 fratelli non hanno potuto frequentare dei regolari corsi di studio per lavorare, aiutare la nostra famiglia per mangiare e curare nostro padre.
In Romania negli ospedali bisogna pagare tutto: medicine, mangiare, analisi, interventi.
Quando ho compiuto 16 anni mi sono trasferito a Firenze. Tutta la mia famiglia si è trasferita.
Abitavo al Campo Rom all’Osmannoro Ex-Osmatex insieme a 185 miei concittadini Rumeni.
Dormivo in una baracchina senza luce, acqua e servizi igienici.
Ho iniziato a frequentare la scuola che Suor Julia Bolton Halloway ha organizzato per noi Rom dentro al Cimitero degli Inglesi in Piazza Donatello a Firenze.
Per la prima volta potevo studiare ed ho imparato a scrivere il mio nome e cognome.
Il 16 gennaio 2010 il Sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi ed il Prefetto di Firenze hanno deciso di sgomberare le nostre baracche. La mattina all’alba hanno distrutto tutto quello che avevamo senza dare a nessuno una soluzione alternativa di alloggio o casa.
Era molto freddo, c’era la neve e con la famiglia siamo andati a dormire sulla strada.
Viviamo da 1 anno e mezzo in Piazza Santissima Annunziata a Firenze e con noi solo delle coperte.
Una notte, a mezzanotte, la Polizia Municipale, ci strappa le coperte, ci butta l’acqua fredda addosso e ci dice che dobbiamo andare via. Noi però resistiamo e continuiamo a cercare di vivere.
La notte senza dormire a prendere il freddo. Alcuni italiani però non sono razzisti e ci aiutano in ogni modo e ci portano nuove coperte. La Polizia nuovamente sequestra le nostre coperte.
Io continuo ad andare alla Scuola di Suor Julia. Lei mi insegna a leggere e scrivere. Anche un altro Professore della Scuola Giorgio La Pira mi insegna. Io in cambio pulisco l’aula dove altri studenti vanno a Scuola durante la mattina. Tutto quello che imparo lo insegno ai bambini Rom che frequentano la Scuola al Cimitero degli Inglesi. Ho 37 piccoli bambini Rom a cui insegno le lettere dell’alfabeto. Per questo lavoro mi aiuta anche mio fratello Vasile ed un mio amico Marius.
La mia famiglia lavora con Suor Julia per ristrutturare il Cimitero.
Abbiamo ripulito tutte le tombe grazie agli insegnamenti del Maestro Alberto Casciani – Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Alberto è molto bravo ed ha restaurato anche il David di Michelangelo in Piazza della Signoria. Con lui siamo riusciti a sbiancare i marmi. Abbiamo ricostruito i muri a secco, fatto il giardinaggio, ricostruito i cancelli e messo le nuove scritte sulle tombe.
Con i soldi guadagnati vorremmo ricostruire le nostre case in Romania ma purtroppo la Polizia a volte ci ruba il denaro che noi guadagniamo onestamente.
Io vorrei continuare a frequentare la scuola: imparare ed insegnare.
Per scrivere questo articolo mi ha aiutato un gagio, Marcello, perché ancora non so scrivere bene.
Spero che riuscirò a scrivere da solo un articolo e per questo voglio imparare ancora tante cose.
Vorrei che la Polizia smettesse di rubarci i soldi e sequestrare le nostre coperte.
Vorrei che ci rispettassero. Io sono un Rom, tutta la mia famiglia è Rom, siamo esseri umani.

Rom - Educazione: Per uscire dalla marginalità dobbiamo studiare

Una ricostruzione del viaggio e delle migrazioni della popolazione rom


Spoleto 1 aprile 2011

Rom - Educazione:
Per uscire dalla marginalità dobbiamo studiare

Di Perseo Sergio Cizmic  (vice Presidente Opera Nomadi Genova)

Noi Rom facciamo sempre fare ai gagi (non Rom) ed è assurdo che i gagi sappiano più di noi della nostra storia. Noi giovani Rom dobbiamo mantenere, ricercare ed approfondire la storia delle nostre origini che si perdono lontano nelle notti. Dobbiamo arricchirci di tutte le culture che incontriamo. Penso che avere un bagaglio di tante culture è un universo.
Noi Rom siamo capaci di dare spazio e prendere il meglio che incontriamo.
Siamo dei bravissimi musicisti perché sentiamo l’umanità di tutte le persone dell’universo, cosi come il ballo. Le nostre danza partono da molto lontano ed abbiamo nel nostro bagaglio le danza del mondo. Solo per queste piccole cose penso che dovremmo essere i protagonisti, i primi a parlare della nostra cultura e far conoscere la nostra storia al resto dell’umanità. I gagi dovrebbero stare al nostro fianco ed imparare e non dovrebbero essere loro ad insegnare quale è la nostra cultura e le nostre origini. Noi dobbiamo cominciare ad approfondire la ricerca sulla storia dei nostri antenati lontani. Siamo nel 2011 ed i gagi hanno iniziato a scrivere su di noi 500/600 anni fa.
Ciò che più mi stupisce, nonostante la nostra storica ricchezza di cui da sempre siamo portatori, è che lasciamo ancora far fare ai gagi.
Noi Rom dobbiamo studiare, formarci, trasformare e prendere le difficoltà non come una sfortuna ma come una possibilità, una sfida che dobbiamo lottare e vincere. Noi Rom cerchiamo lavoro dai gagi e loro non ce lo danno perché c’è pregiudizio. E’ la paura della diversità. Noi Rom possiamo fare qualsiasi lavoro: perché non scienziati o dottori? Visto che già ci sono ma si nascondono per colpa di qualche razzista ancora in circolazione. Io sogno che un giorno noi Rom offriremo del lavoro ai gagi.