sabato 19 marzo 2011

Sgombero di 250 Rom. Emergenza umanitaria a Tivoli. BASTA CON LE PERSECUZIONI

Sgombero di 250 Rom a Tivoli. Emergenza umanitaria

Tivoli (Roma), 15 marzo 2011. Da ieri mattina le ruspe sono in azione nel campo Rom di Stacchini. Numerose abitazioni in cui erano rifugiate le famiglie Rom sono state distrutte, mentre le operazioni proseguono, nonostante le proteste della Caritas Diocesana di Tivoli e delle ong locali, che da tempo si adoperavano con ottimi risultati per l'assistenza umanitaria e un progetto di inclusione sociale. Lo sgombero è condotto dalla Polizia di Tivoli e dalla Questura di Roma, coadiuvate da polizia locale e protezione civile. L'area in cui si svolge l'evacuazione, nonostante i numerosi casi umanitari, è interdetta ai difensori dei diritti umani, mentre il Comune di Tivoli non ha diramato alcun comunicato in merito all'azione poliziesca contro la comunità Rom, che conta circa 250 persone, con bambini, donne incinte e malati. Agenti di polizia locale hanno affermato che le baracche distrutte erano abbandonate da tempo, ma i Rom di Tivoli testimoniano il contrario e spiegano che alcune famiglie si sono allontanate spontaneamente prima dell'arrivo delle ruspe, dopo essere state informate dello sgombero dalla polizia locale, per timore di essere denunciate per occupazione abusiva, con il rischio di perdere la patria potestà sui bambini. Secondo fonti locali, le autorità proporranno alle famiglie ospitalità per donne e bambini presso il centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto, mentre nessuna alternativa umanitaria riguarderà gli uomini e i ragazzi maggiorenni. Poiché le donne Rom quando si sposano secondo il loro rito, giurano di non separarsi dai familiari, neanche nella malasorte, è prevedibile che - come di consueto - il "piano accoglienza" sarà rifiutato. Il Gruppo EveryOne, dopo aver appreso dello sgombero, ha allertato la rete per i diritti umani del Lazio con l'obiettivo di recuperare le tracce di alcuni bambini portatori di gravi patologie, nonché di pazienti oncologici che ricevevano cure necessarie alla sopravvivenza.

Nella foto, il campo Rom di Tivoli

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