giovedì 10 marzo 2011

In memoria di Eva, Danchiu, Mengji, Tutsa, Raul, Fernando, Sebastian, Patrizia e per Giulia che ancora vive.

                        
Consiglio Provinciale di Potenza del 9 marzo 2011



In memoria di Eva, Danchiu, Mengji, Tutsa, Raul, Fernando, Sebastian, Patrizia e per Giulia che ancora vive.

Nella notte fra il 10 e l’11 agosto del 2007, quattro bambini, Eva (10 anni), Danchiu (8 anni) e Mengji (4 anni) e Lenuca “Tutsa” (6 anni), bruciarono vivi sotto un cavalcavia alla periferia di Livorno. Eva e Mengji erano sordomuti. Si disse mai più.

Domenica 6 febbraio 2011, quattro bambini, Raul (4 anni), Fernando (5 anni), Sebastian (11 anni) e Patrizia (8 anni), perdevano la vita nel tragico incendio di uno dei tanti “non luoghi” della periferia romana. Raul e Fernando erano sordomuti.

Sono molti i bambini Rom, presenti sul territorio italiano che, giorno dopo giorno, rischiano la vita per il freddo, gli incendi e le malattie, e rischiano il proprio futuro, come Giulia (6 anni), che ogni volta che vede un Vigile si fa la pipì addosso, che negli ultimi mesi a Milano ha subito 15 sgomberi, ed oggi vive “nascosta” ma non ha rinunciato alla Scuola, l’unico luogo che le consente di sentirsi “bambina”.

Nell’Italia dei nostri giorni, la “disperazione” si è fatta “uomo”, la “povertà” è divenuta “clandestina” e sopravvive nelle miserie dei campi Rom.

Tutto ciò premesso

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

nel ricordare la tragica morte di Eva, Danchiu, Mengji, Tutsa, Raul, Fernando, Sebastian, Patrizia e per Giulia che ancora vive

DELIBERA

di dare mandato al Presidente della Provincia ed all’Assessore alle Politiche Sociali, Pace ed Immigrazione, affinché si rendano portavoce presso la Presidenza della Repubblica, del profondo sconcerto di questo Consiglio Provinciale;

- per sollecitare reali politiche di sostegno alla povertà, ripartendo dalle miserie dei campi Rom, dando voce e speranza a queste persone, che oggi non hanno rappresentanza;

- per l’attuazione di un Piano Nazionale, che superi gli egoismi locali, la cui gestione non potrà essere
demandata alle sole Amministrazioni Comunali né, tantomeno, delegata al variegato mondo del “volontariato”, ritrovando il sano protagonismo delle Istituzioni attraverso l’attivazione, su base provinciale, di strumenti di concertazione tra Università, Scuole di ogni ordine e grado, Presidi Sanitari, Consultori Familiari, Uffici del lavoro, al lato delle Famiglie, tutti insieme, per superare la triste logica dei “campi”;

- per ricordare nella “Giornata della Memoria”, istituita ai sensi della Legge 20 luglio 2000, n. 211, la persecuzione su base razziale, il Porrajmos (divoramento), subita dai Cittadini italiani e stranieri appartenenti alle minoranze Sinte e Rom;

- per sostenere l’inclusione della lingua “Sinta e Romanes”, in tutte le sue accezioni, nel patrimonio di tutela delle minoranze linguistiche storiche ai sensi della Legge 15 dicembre 1999, n. 482;

- per riconoscere i diritti negati ai profughi dei Balcani e per dare cittadinanza alle migliaia di minori nati in Italia;

- per ridare luce alla nostra Costituzione, laddove riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e stabilisce che, noi tutti, abbiamo pari dignità sociale senza distinzioni di sesso, religione o razza, nel caldo delle nostre case o al freddo di un accampamento Rom.

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