martedì 24 gennaio 2012

Firenze: ancora violazioni dei diritti umani.Sgombrate 28 famiglie rom. La nostra denuncia e la proposta al Governo Italiano



Firenze 24 gennaio 2012
Con questa lettera l'Associazione Nazione Rom suggerisce al Governo Italiano
una Strategia di Inclusione Sociale della

Popolazione Rom, Sinti e Camminanti denunciando i recenti sgomberi avvenuti a
Firenze e Sesto Fiorentino  come gravi violazioni dei diritti umani
Ieri mattina abbiamo registrato l’ennesimo sgombero di 8 famiglie rom dallo stabile di Via del Cantone a Sesto Fiorentino (Fi). Lo comunica in una nota del 23/01/2012 la stessa Questura di Firenze precisando di aver denunciato 14 persone, “tutte adulte di nazionalità rumena e di etnia rom”
per invasione di edifici e danneggiamento.
http://questure.poliziadistato.it/Firenze/articolo-6-181-38329-1.htm

Stamani, all’alba altre 20 famiglie di nazionalità rumena ed etnia rom sono state sgombrate dal Comune di Firenze nell’area di San Piero a Quaracchi (Fi). Le baracche distrutte e rase al suolo. http://firenze.repubblica.it/cronaca/2012/01/24/foto/sgombero_campo_rom_a_quaracchi_demolite_venti_baracche-28668449/1/

I due sgomberi delle famiglie rom rumene si aggiungono ad altri due molto recenti effettuati dal Comune di Firenze il 1 e 5 dicembre 2011 da Piazza SS Annunziata e Ponte all’Indiano. http://nazionerom.blogspot.com/2011/12/firenze-sgombrato-campo-rom-in-piazza.html


Molte Amministrazioni Comunali continuano a sostenere di offrire delle alternative alle famiglie rom sottoposte agli sgomberi e riferiscono agli organi di stampa il rifiuto delle sistemazioni offerte. Le soluzioni proposte comportano sempre la divisione dei nuclei familiari, separare le donne ed i bambini dagli uomini, separare i padri dai figli, le mogli dai mariti. Le famiglie rom vedono nell’unità familiare il principale valore e rifiutano queste soluzioni.

Gli esempi sopra riportati rappresentano solo gli ultimi gravi atti di discriminazione che la società civile rom vive all’interno dello Stato italiano. L’Associazione che legalmente rappresento è costretta a denunciare costantemente alle autorità preposte gli abusi che quotidianamente si verificano sul territorio dello Stato Italiano.

Compito istituzionale come Osservatorio sulle Discriminazioni Razziali dovrebbe essere esercitato dall’Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.
Denunciare un abuso, una discriminazione razziale,
denunciare una Amministrazione Comunale è un compito ingrato che mette in una situazione scomoda
esponendo il denunciante alle antipatie di molte istituzioni.

L’attuale assetto dell’Unar istituito dallo Stato Italiano recependo la direttiva 2000/43/Ce lo vede collocato alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questo assetto impedisce una effettiva indipendenza dell’Osservatorio sulle discriminazioni razziali dalle stesse istituzioni che dovrebbe controllare nel caso di abusi.

Il Governo Italiano ha indicato l’Unar, a seguito della riunione tenutasi il 10 novembre 2011 c/o il Comitato Tecnico Permanente Integrato del CIACE - Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quale punto di contatto nazionale PCN per le strategie di integrazione dei Rom fino al 2020, con il compito di elaborare nei termini stabiliti uno schema di piano strategico di interventi da sottoporre all’attenzione della Commissione Europea.

L’essere il PNC lo rende organo di Governo effettivo della strategia di inclusione sociale per conto dello Stato Italiano.
Come può un organo di Governo controllare se stesso nel caso di discriminazioni?


Una Strategia di Inclusione sociale per Rom, Sinti e Camminanti


In base alle considerazioni sopra riportate suggeriamo al Governo Italiano le seguenti
proposte costruttive per implementare una corretta strategia di inclusione sociale della società civile rom rom:

  1. Rendere autonomo l’Unar svincolandolo da compiti di Governo. Solo in questo modo l'Unar potrà essere il garante effettivo come Osservatorio sulle Discriminazioni Razziali in base alla direttiva 2000/43/Ce. In ogni Stato dell’Unione Europea i corrispettivi osservatori sulle discriminazioni sono autonomi ed hanno una effettiva indipendenza dai Governi.
  2. Istituire un Consiglio Nazionale Rom (CNR) direttamente collegato al Consiglio dei Ministri. Il CNR composto da rappresentanti del Ministero degli Interni, del Lavoro e Politiche Sociali, della Giustizia, dell’Istruzione Università e Ricerca, delle Pari Opportunità, dell’Integrazione e Cooperazione Internazionale, della Salute, della Conferenza Presidenti delle Regioni, dell’UPI, dell’ANCI, della Società Civile Rom, della Commissione Europea (rappresentanza in Italia) e del Consiglio d’Europa (Mediatori Interculturali – Romed) potrebbe rappresentare una garanzia per una effettiva e concreta implementazione della Strategia di Inclusione Sociale all’interno del quadro UE.

  1. I mediatori interculturali (Romed) formati dal Consiglio d’Europa in base agli accordi sottoscritti dal nostro Stato il 20 ottobre 2010 nella riunione di alto livello convocata dal Consiglio d’Europa a Strasburgo per la condivisione di una strategia di inclusione sociale dovrebbero essere assunti direttamente dal Ministero dell’Integrazione e Cooperazione Internazionale costituendo una importante e professionale mediazione e raccordo tra il Ministero, le famiglie rom, comunità locali e le Amministrazioni stesse.

  1. Ogni Amministrazione locale dovrebbe istituire un Consiglio Cittadino Rom composto dai rappresentanti istituzionali locali, assistenti sociali, mediatori interculturali, educatori professionali, ed Associazioni Rom con il preciso compito di individuare i bisogni, le necessità e garantire la progettazione inclusiva. All’interno di questo organismo si dovrebbe garantire l’uso corretto e l’impiego dei Fondi Sociali Europei previsti dalla Commissione Europea.

  1. Creazione di Consigli Regionali Rom con il compito di indirizzo e coordinamento della progettazione inclusiva. Consiglio Nazionale, Regionale e Locale garantirebbero una effettiva strategia di inclusione sociale sui quattro piani concordati nell’accordo sottoscritto il 23-24 giugno 2011 tra lo Stato Italiano e la Commissione Europea: alloggio, lavoro, formazione ed educazione, protezione sanitaria.

  1. Per affrontare le emergenza degli insediamenti spontanei proponiamo la costituzione di Case della Pace e dell'accoglienza in ogni città e quartiere. Le Case dovrebbero garantire immediatamente un luogo alle famiglie rom dove poter trovare una sistemazione provvisoria e garantire una immediata protezione sociale. Strutture messe a disposizioni dalle Amministrazioni Comunali, dalle Chiese locali, dalle Province dove ogni nucleo inizierebbe a percorre una strada di inserimento lavorativo per gli adulti ed inclusione scolastica per i bambini. Strutture anche da recuperare con il lavoro delle stesse famiglie rom recependo gli insegnamenti positivi di esperienza già in essere come il Dado di Torino. http://terradelfuoco.org/topos/ildado/

  1. Programmi ed iniziative educative, diffusione della culture rom rivolti alla popolazione maggioritaria e di minoritaria. Dibattiti pubblici, iniziative culturali, seminari, formazioni che vedano il coinvolgimento dell’Associazionismo Rom e pro Rom, della società civile e delle Istituzioni completerebbero una strategia di inclusione possibile. Troppo spesso molte amministratori usano il termine nomade nel riferirsi alla popolazione Rom. Le indagini ed i recenti rapporti elaborati da importanti istituzioni italiane come la Commissione Diritti Umani del Senato indicano nella percentuale dello 0,2% i rom con caratteristiche non sedentarie. Il linguaggio appropriato e la correttezza istituzionale nell’approcciarsi alla questione rom il presupposto di una valida e concreta strategia di inclusione sociale.


Associazione Nazione Rom

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