martedì 2 agosto 2016

FAMIGLIE ROM SGOMBERATE DAL CENTRO DI VIA SALARIA gravi illegalità istituzionali a Roma Capitale nel giorno del Porrajmos

le famiglie di etnia rom sgomberate dal Centro di Accoglienza di Via Salaria
donne, uomini e bambini messi sulla strada senza nessuna ipotesi di inclusione



Ieri mattina, decine di famiglie Rom residenti nel Centro di Accoglienza di Via Salaria sono state sgomberate. Tantissimi i cittadini lasciati sulla strada, tra loro molti bambini frequentanti le scuole.



Solo una famiglia è stata trasferita nel Campo di Via Salone mentre ad altri è stata offerta solo ed unicamente la possibilità di essere accolti in altri centri di accoglienza dividendo le famiglie, dividendo i padri, dalle mogli, i genitori dai bambini. 




le famiglie di etnia rom sgomberate dal Centro di Accoglienza di Via Salaria
donne, uomini e bambini messi sulla strada senza nessuna ipotesi di inclusione


Una grave illegalità istituzionale in aperta violazione degli Accordi Quadro Strutturali Europei e della Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti (RSC) che prevede la chiusura dei campi e l'inserimento delle famiglie in normali case.



l'Onorevole Giovanna Martelli - Camera dei Deputati
ha sostenuto la lotta per i diritti umani delle famiglie 
del Centro di Accoglienza di Via Salaria a Roma


L'Associazione Nazione Rom (ANR) aveva protocollato a Roma Capitale, il 21 marzo 2016, la richiesta di incontro e relativa sospensione dell' ordinanze di sgombero della struttura firmata da Antonino De Cinti direttore responsabile del Dipartimento Politiche Sociali.



le famiglie di Via Salaria in lotta per i diritti umani davanti 
al Dipartimento delle Politiche Sociali di Roma Capitale


Con quel documento si dava voce alle famiglie presenti nella struttura. Esse dichiaravano: “siamo abitanti del Centro di raccolta di Via Salaria a Roma. Siamo 385 persone delle quali la metà bambini. Siamo tutti Rom e siamo arrivati in questo centro dopo lo sgombero di Casilino 700 nel novembre del 2009. Il luogo dove abitiamo è un edificio industriale, senza finestre, i servizi igienici sono senza nessun tipo di aerazione e pochi. Il centro è a pochi metri da un impianto della Azienda Municipalizzata Ambiente per il trattamento e la selezione dei rifiuti solidi urbani. Il Comune di Roma ha speso milioni di euro, 20 mila euro all’anno per singola famiglia. La maggior parte di queste risorse è stata utilizzata per la sola gestione del centro e per sicurezza e vigilanza, solo il 6,5% per i servizi di scolarizzazione, mentre neanche un euro è stato destinato per i percorsi di inclusione sociale per favorire la indipendenza abitativa e lavorativa delle nostre famiglie. Tra di noi c’è un numero altissimo di persone e anziani con gravissimi problemi di salute. Nonostante il trattamento disumano i nostri bambini vanno regolarmente a scuola, hanno dei buoni risultati”




le famiglie di etnia rom sgomberate dal Centro di Accoglienza di Via Salaria
donne, uomini e bambini messi sulla strada senza nessuna ipotesi di inclusione


Ed ancora “il Comune di Roma ci ha informato che il centro per mancanza di risorse economiche chiuderà entro luglio 2016 e che dobbiamo andarcene. Nessun altra possibilità per noi, solo la strada, altre baracche e altri sgomberi. Siamo disperati. Chiediamo al Comune di Roma, alle istituzioni nazionali ed europee di attivare percorsi di inclusione con progetti dedicati e in accordo con noi gestiti direttamente con la comunità per realizzare percorsi lavorativi e abitativi veri e concreti per tutte le nostre famiglie. Solo in questo modo la nostra uscita dal centro che ora ci ospita sarà possibile e non si trasformerà nell’ennesima rovina di una comunità rom



le famiglie di Via Salaria in lotta per i diritti umani davanti 
al Dipartimento delle Politiche Sociali di Roma Capitale


Le famiglie di Via Salaria presentavano ricorso al Tar ed alla Corte Europea dei Diritti Umani che accoglievano le istanze. ANR richiedeva acceso agli atti a Roma Capitale in data 6 Aprile 2016, ricevendo, in data 8 luglio 2016, il documento con prot. 34937 Roma Capitale – Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della Salute a firma del direttore Antonino De Cinti: “si comunica che la scrivente Direzione, preso atto del ricorso presentato al TAR del Lazio e del ricorso al Consiglio d'Europa – Corte Europea dei Diritti dell'Uomo nr. 15920/16 Italia (riferimento 7360) ha notificato ai ricorrenti la sospensione del provvedimento di dimissioni, consentendo agli ospiti la permanenza alloggiativa temporanea nella struttura di Via Salaria



le famiglie di etnia rom sgomberate dal Centro di Accoglienza di Via Salaria
donne, uomini e bambini messi sulla strada senza nessuna ipotesi di inclusione


Oggi, 2 agosto 2016, mentre in Polonia, ad Auschwitz, centinaia e centinaia di cittadini ricordano il Porrajmos, l'Olocausto di 500.000 RSC operato dal nazismo e dal fascismo, a Roma Capitale si violano le leggi, le disposizioni dei Tribunali Nazionali ed Europei, si calpestano i diritti umani, si mettono sulla strada donne, uomini, bambini. Una vergogna chiamata razzismo anti Rom. Una vergogna che verrà prontamente denunciata alla Procura della Repubblica del Tribunale di Roma



Auschwitz 2 agosto 2016 -  Porrajmos
in ricordo dell'Olocausto di 500.000 
cittadini Rom, Sinti e Caminanti





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