le famiglie di etnia rom sgomberate dal Centro di Accoglienza di Via Salaria
donne, uomini e bambini messi sulla strada senza nessuna ipotesi di inclusione
Ieri mattina, decine di famiglie Rom
residenti nel Centro di Accoglienza di Via Salaria sono state
sgomberate. Tantissimi i cittadini lasciati sulla strada, tra loro
molti bambini frequentanti le scuole.
Solo una famiglia è stata trasferita
nel Campo di Via Salone mentre ad altri è stata offerta solo ed unicamente la
possibilità di essere accolti in altri centri di accoglienza
dividendo le famiglie, dividendo i padri, dalle mogli, i genitori dai
bambini.
Una grave illegalità istituzionale in aperta violazione degli Accordi Quadro Strutturali Europei e della Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti (RSC) che prevede la chiusura dei campi e l'inserimento delle famiglie in normali case.
le famiglie di etnia rom sgomberate dal Centro di Accoglienza di Via Salaria
donne, uomini e bambini messi sulla strada senza nessuna ipotesi di inclusione
Una grave illegalità istituzionale in aperta violazione degli Accordi Quadro Strutturali Europei e della Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti (RSC) che prevede la chiusura dei campi e l'inserimento delle famiglie in normali case.
l'Onorevole Giovanna Martelli - Camera dei Deputati
ha sostenuto la lotta per i diritti umani delle famiglie
del Centro di Accoglienza di Via Salaria a Roma
L'Associazione Nazione Rom (ANR) aveva
protocollato a Roma Capitale, il 21 marzo 2016, la richiesta di
incontro e relativa sospensione dell' ordinanze di sgombero della
struttura firmata da Antonino De Cinti direttore responsabile del
Dipartimento Politiche Sociali.
le famiglie di Via Salaria in lotta per i diritti umani davanti
al Dipartimento delle Politiche Sociali di Roma Capitale
Con
quel documento si dava voce alle famiglie presenti nella struttura.
Esse dichiaravano: “siamo
abitanti del Centro di raccolta di Via Salaria a Roma. Siamo 385
persone delle quali la metà bambini. Siamo tutti Rom e siamo
arrivati in questo centro dopo lo sgombero di Casilino 700 nel
novembre del 2009. Il luogo dove abitiamo è un edificio industriale,
senza finestre, i servizi igienici sono senza nessun tipo di
aerazione e pochi. Il centro è a pochi metri da un impianto della
Azienda Municipalizzata Ambiente per il trattamento e la selezione
dei rifiuti solidi urbani. Il Comune di Roma ha speso milioni di
euro, 20 mila euro all’anno per singola famiglia. La maggior parte
di queste risorse è stata utilizzata per la sola gestione del centro
e per sicurezza e vigilanza, solo il 6,5% per i servizi di
scolarizzazione, mentre neanche un euro è stato destinato per i
percorsi di inclusione sociale per favorire la indipendenza abitativa
e lavorativa delle nostre famiglie. Tra di noi c’è un numero
altissimo di persone e anziani con gravissimi problemi di salute.
Nonostante il trattamento disumano i nostri bambini vanno
regolarmente a scuola, hanno dei buoni risultati”
le famiglie di etnia rom sgomberate dal Centro di Accoglienza di Via Salaria
donne, uomini e bambini messi sulla strada senza nessuna ipotesi di inclusione
Ed
ancora “il Comune di Roma ci ha informato che il centro per
mancanza di risorse economiche chiuderà entro luglio 2016 e che
dobbiamo andarcene. Nessun altra possibilità per noi, solo la
strada, altre baracche e altri sgomberi. Siamo disperati. Chiediamo
al Comune di Roma, alle istituzioni nazionali ed europee di attivare
percorsi di inclusione con progetti dedicati e in accordo con noi
gestiti direttamente con la comunità per realizzare percorsi
lavorativi e abitativi veri e concreti per tutte le nostre famiglie.
Solo in questo modo la nostra uscita dal centro che ora ci ospita
sarà possibile e non si trasformerà nell’ennesima rovina di una
comunità rom”
le famiglie di Via Salaria in lotta per i diritti umani davanti
al Dipartimento delle Politiche Sociali di Roma Capitale
Le
famiglie di Via Salaria presentavano ricorso al Tar ed alla Corte
Europea dei Diritti Umani che accoglievano le istanze. ANR richiedeva
acceso agli atti a Roma Capitale in data 6 Aprile 2016, ricevendo, in
data 8 luglio 2016, il documento con prot. 34937 Roma Capitale –
Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della Salute a firma
del direttore Antonino De Cinti: “si comunica che la scrivente
Direzione, preso atto del ricorso presentato al TAR del Lazio e del
ricorso al Consiglio d'Europa – Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
nr. 15920/16 Italia (riferimento 7360) ha notificato ai ricorrenti la
sospensione del provvedimento di dimissioni, consentendo agli ospiti
la permanenza alloggiativa temporanea nella struttura di Via Salaria”
le famiglie di etnia rom sgomberate dal Centro di Accoglienza di Via Salaria
donne, uomini e bambini messi sulla strada senza nessuna ipotesi di inclusione
Oggi,
2 agosto 2016, mentre in Polonia, ad Auschwitz, centinaia e centinaia
di cittadini ricordano il Porrajmos, l'Olocausto di 500.000 RSC
operato dal nazismo e dal fascismo, a Roma Capitale si violano le
leggi, le disposizioni dei Tribunali Nazionali ed Europei, si
calpestano i diritti umani, si mettono sulla strada donne, uomini,
bambini. Una vergogna chiamata razzismo anti Rom. Una vergogna che
verrà prontamente denunciata alla Procura della Repubblica del
Tribunale di Roma
Auschwitz 2 agosto 2016 - Porrajmos
in ricordo dell'Olocausto di 500.000
cittadini Rom, Sinti e Caminanti
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Nazione Rom
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