martedì 18 ottobre 2011

Rom: Massa - Lettera di Angelica Gatti - Circolo Politico Culturale Fabrizio de Andrè


Circolo Politico Culturale Fabrizio de Andrè - Via Alberica - Massa

Massa 17 ottobre 2011


12 milioni di persone in Europa. La prima minoranza etnica. 160.000 persone in Italia.
Una bandiera: il colore dei prati, del cielo, una ruota rossa con 16 raggi.



Un inno: Gelem Gelem.
Nessuno viene abbandonato. Un popolo.

30.000 persone Rom in Italia vivono oggi in una condizione di estrema emergenza, di emarginazione sociale, pubblica e privata. Cinque famiglie tra queste 30.000 persone, sono parte della nostra comunità. Residenti a Massa, da sempre, vivono una situazione di intollerabile disagio.

Trovare una soluzione alla loro difficoltà è compito della comunità tutta. Creare un Comitato, mettere insieme delle persone sotto la sigla No al Campo Nomadi, è aberrante e paradossale. Le famiglie di cui stiamo parlando non sono nomadi, non si spostano da un sito ad un altro.

Solo in Italia si affronta una emergenza abitativa creando dei “campi nomadi”, quindi ghettizzando e tentando di chiudere nell'invisibilità e nella marginalità una minoranza etnica. Solo nel nostro paese e oggi nella nostra piccola comunità si istiga all'odio razziale sfruttando la difficoltà di qualcuno. Esponenti della nostra amministrazione scrivono e agiscono per creare una tensione sociale distruttiva e aberrante. “Se si inizieranno i lavori per il Campo” scrive Benedetti “è molto probabile che ci saranno problemi di ordine pubblico”. Non voglio che questa sia la mia comunità. Quello dei Rom è un popolo. Quelli a cui stiamo dicendo no sono persone. È umiliante dover scrivere qualcosa di così ovvio.

Le proposte avanzate dal consigliere Benedetti ecc per trovare un nuovo sito, lontano dalle abitazioni, controllabile (chiuso da un cancello), per scrivere alle porte del nostro territorio città -  DENOMADIZZATA, le azioni compiute in questi giorni radunando una comunità contro qualcuno,  dimostrano odio e paura. Respingere, rimandare a casa loro, nascondere alla vista dei “normali e onesti cittadini” è la soluzione che da sempre ci propongono.

Vorrei veramente che nessuno dei miei concittadini si facesse piegare a questa rappresentazione agghiacciante.

L'amministrazione comunale ha messo in campo una soluzione temporanea per rispondere all'emergenza di queste cinque famiglie. È stato portata la questione all'interno di una commissione, sono stati interpellati i servizi sociali, la fondazione Michelucci che si occupa di queste situazioni emergenziali in Toscana, si sono fatti incontri, sopralluoghi, si sono valutate le alternative.

C' è un errore macroscopico in tutto questo e forse dovremmo ringraziare il consigliere Benedetti che ci da la possibilità di rimediare. Non è stata coinvolta la comunità delle Jare in questo percorso. È una mancanza enorme, è una necessità di tutti, forse per prime proprio di queste famiglie per non essere percepite come un corpo estraneo da espellere, da tollerare con distanza. È una occasione.


È possibile riuscire a pensare che qualcuno che arriva sia una ricchezza e non un nemico da combattere, da abbattere.

Occorre creare un percorso, con tutti i soggetti coinvolti avendo una prospettiva ampia: oggi dobbiamo rispondere all'emergenza di 5 famiglie ma dalla strada che cominciamo a percorrere deve uscire un progetto di prospettiva, si deve aprire un dialogo interculturale, un dialogo fra pari, che si conformi a quelle che sono le direttive europee sulla situazione dei Rom nella nostra comunità (Risoluzione del parlamento Europeo del 9 Marzo 2011 sulla strategia dell’UE per l’inclusione dei Rom).

Casa, istruzione e lavoro. mettiamo a sistema tutte le forze e le risorse di cui possiamo disporre: dall'amm. comunale, ai singoli cittadini, alla Regione, a tutte quelle associazioni che da anni si battono e si impegnano in progetti di integrazione reale come l'ass. Nazione Rom, che opera nella nostra regione (http://nazionerom.blogspot.com).

Progetti di inclusione sociale, finanziati anche dalla UE possono essere messi in campo con successo nella nostra città, che potrebbe diventare un esempio da seguire per le altre comunità, anziché farsi dipingere come uno dei tanti, troppi, luoghi razzisti e respingenti del paese. Pensiamo alla nostra comunità in positivo, proviamo a scorgere, dietro le difficoltà oggettive che abbiamo davanti, delle opportunità e a costruire quindi le nostre soluzioni percorrendo questa strada. Contro la paura.

di Angelica Gatti
Circolo Politico Culturale Fabrizio de Andrè (Sinistra Ecologia e Libertà)
Via Alberica - Massa
tel +39 3204475199

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