sabato 30 luglio 2011

Rom a Firenze. Lettera aperta al Papa e alla Conferenza Episcopale Italiana



Lettera aperta a Papa Benedetto XVI e alla Conferenza Episcopale Italiana

Firenze, 29 luglio 2011

Sua Santità Papa Benedetto XVI, Vostre Eminenze Monsignor Mariano Crociata e Cardinale Angelo Bagnasco, illustri Monsignori,

chiediamo un vostro intervento diretto sulla Curia Fiorentina affinché anche questa Chiesa sappia ritrovare le origini e aprire le porte delle sue proprietà agli stranieri e ai Rom, come fecero Abramo e i Padri della Chiesa.

Chiediamo di mettere al centro delle politiche sociali il Rispetto per la Dignità Umana, per i bambini, le donne, gli anziani, i malati, gli uomini che si trovano in uno stato di completo abbandono ed emarginazione. A Firenze sono decine le famiglie costrette a nascondersi sotto i ponti, le aiuole dei giardini, in campi di fortuna.

Chiediamo di avviare Progetti di Inclusione Sociale in cui l’Educazione e la creazione di percorsi di completa autonomia siano la chiave per affrontare la povertà. Con il lavoro, ricostruendo il paese nella morale e nell’etica prima ancora che nelle case e nelle strutture.

I Rom possono rappresentare un fattore di ricchezza per tutta l’Italia.
La Comunità Europea riconosce questo problema ed è disposta ad aiutarci anche con cospicui finanziamenti.

Si deve però smettere di usare i finanziamenti in modo improprio, per arricchire questo o quel funzionario. Si devono usare i finanziamenti in modo corretto e onesto.

Rimettiamo la Cultura Umana al centro del mondo. L’essenza degli esseri umani è difendere ed affermare la vita. I Rom sono da sempre portatori di cultura, di musica, di teatro, di arte, di valori umani come il non abbandonare nessuno e proteggere tutti dalle persecuzioni.

I Rom hanno salvate molte vite umane dal Nazismo e dal Fascismo.
I Rom sono stati massacrati nei campi di concentramento, annientati nelle camere a Gas.
Nessun Tribunale Internazionale ha mai riconosciuto l’Olocausto Rom, il Porrajmos.

Iniziamo a processare le nostre coscienze perché ognuno di noi è responsabile.

Apriamo le nostre case, i nostri cuori e le nostre menti alla vita umana.
Nessun essere vivente può esserci estraneo, amiamo lo straniero, amiamo la vita umana.
Siamo tutti Rom.

In attesa di un vostro gradito riscontro, con sollecitudine

Cordiali Saluti

Marcello Zuinisi

OSCE human rights chief welcomes declaration of official Roma genocide remembrance day in Poland

ODIHR Director Ambassador Janez Lenarcic at the Sejm, Poland's parliament, in Warsaw on 16 November 2010.
(OSCE/Curtis Budden)
 
 
WARSAW, 29 July 2011

Ambassador Janez Lenarčič, the Director of the OSCE Office for Democratic Institutions and Human Rights (ODIHR), welcomed today’s decision by the Polish parliament to declare 2 August as the official Roma and Sinti Genocide Remembrance Day.

“This is a historic step forward in the official recognition of the persecution and extermination of Roma and Sinti during World War II,” Lenarčič said.

He encouraged other OSCE participating States to follow Poland’s example in recognizing and commemorating the deportation and killing of Roma and Sinti under Nazi rule.

The 2 August marks the day when the last group of 2,897 Roma and Sinti, mostly elderly people, women and children, were killed in the Auschwitz-Birkenau extermination camp in 1944. In total some 23,000 Roma and Sinti died in the "Zigeunerlager" and gas chambers of Auschwitz-Birkenau.

The official recognition of the suffering of Roma and Sinti during World War II is important for raising awareness of this long-neglected genocide and integrating it into mainstream remembrance and education, Lenarčič said.

“Remembering the past is indispensable if we are to be successful in our contemporary efforts to fight intolerance, discrimination and hate crimes,” he added.

On the occasion of this year’s remembrance day, ODIHR is organizing an international seminar in Cracow, Poland, on 1 August to discuss ways to teach about the Roma and Sinti genocide with the aim of preserving the legacy of the victims and combating modern forms of racism and discrimination. Representatives of national and local authorities, historians and other experts, as well as some 90 young Roma will participate in the meeting.

ODIHR and the Council of Europe will also launch a website on the Roma and Sinti genocide. The website has been jointly developed to promote knowledge and teaching on the subject.

ODIHR assists the OSCE's participating States in implementing their commitments to combat hate crimes and promote tolerance and non-discrimination. The 2003 OSCE Roma and Sinti Action Plan calls for the inclusion of Roma history and culture, particularly their experience during the Holocaust, in educational material.
 
 
 

venerdì 29 luglio 2011

Lettera aperta alla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) a Firenze la Chiesa e la Caritas discriminano e perseguitano il Popolo Rom


Firenze 29 luglio 2011

Lettera aperta: a Firenze la Chiesa e la Caritas discriminano e perseguitano il Popolo Rom
alla Conferenze Episcopale Italiana (CEI)
Circonvallazione Aurelia, 50 - 00165 Roma
Tel. +39.06663981
S. Em. Card. Angelo  Bagnasco

al Segretario Generale
S. E. Mons. Mariano Crociata

al Papa Benedetto XVI

e p.c.
alla Chiesa Fiorentina
alla Caritas Diocesana di Firenze


Questa lettera nasce nell’intento di farvi conoscere e denunciare quanto sta accadendo a Firenze in relazione al comportamento ed iniziative della Caritas locale che si sta rendendo protagonista di politiche sociali discriminanti ed di abusi istituzionali ai danni della Comunità Rom.

Stasera una giovane donna, cittadina Rumena, con problemi di salute verrà messa in strada e sfrattata dalla Caritas dalla struttura del San Paolino di Firenze insieme ai suoi piccoli figli.



Negli ultimi 5 anni la Caritas di Firenze ha ricevuto almeno 16 milioni di euro dalla Regione Toscana, dal Comune di Firenze, dal Comune di Sesto e dalla Società
della Salute per affrontare il gravissimo stato di emarginazione nel quale vive la comunità Rom locale.

Mentre il Papa Benedetto XVI riceveva la Nazione Rom all’interno del Vaticano, nella Chiesa di San Pietro lo scorso 11 giugno il Campo Rom di Quaracchi veniva
raso al suolo. Erano passati pochi giorni da quando le famiglie Rom chiedevano in una pacifica manifestazione davanti al Comune di Sesto un miracolo al beato
pontefice Carol Wojtyla ed al Martire Rom Ceferino Malla: una casa, lavoro, scuola e soprattutto inclusione sociale.

http://nazionerom.blogspot.com/2011/05/noi-rom-abbiamo-fede-nella-santita-di.html

La Regione Toscana aveva da due mesi (26 aprile) approvato l’ultimo finanziamento di 400.000 euro con la delibera 279 destinato nella sua totalità a politiche
di integrazione per questa comunità. I fondi vennero trasferiti al Comune di Firenze e di Sesto che a loro volta assegnarono questi fondi alla Caritas. Il "progetto
elaborato" da questa con i Comuni fu direttamente ed esplicitamente rivolto al rimpatrio delle famiglie cambiandone la destinazione d’uso.


Nonostante la ferma opposizione delle famiglie che non volevano essere rimpatriate il 16 giugno il Campo di Quaracchi venne raso al suolo ed ad alcune famiglie
assegnati dei soldi per tornare in Romania. Chi è rimasto ha continuato ad essere sgombrato da ogni giardino o ponte sotto il quale cercasse riparo e rifugio.
Le tende acquistate sequestrate come le coperte ed i pochi averi.


Già due anni prima la Regione Toscana deliberò, il 3 agosto 2009 uno schema di protocollo n. 709 per favorire le famiglie presenti nel territorio Sestese all’interno
di un Ospedale occupato: il Luzzi.

Lo schema doveva servire a favorire l’inclusione sociale, l’autonomia alloggiativa, la scolarizzazione dei bambini, l’autonomia economica delle famiglie. In realtà questo schema rimase solo sulla carta dei progetti. Nella realtà molte famiglie furono illuse ed ingannate. Venne promesso che se accettavano di rientrare in
Romania sarebbero state seguite ed aiutate in loco. Create delle imprese lavorative. La Caritas avrebbe seguito questo percorso insieme alla Fondazione Michelucci.

Le famiglie rientrarono nel loro poveri paesi e furono abbandonate a se stesse, tanto da costringerle ad una nuova migrazione in Italia.
In Romania le famiglie Rom vivono in condizioni di povertà assoluta, sono discriminate, vengono costruiti muri nelle città per separarle dal resto della popolazione,
i prezzi per il mangiare fatti pagare di più che agli altri cittadini. I bambini non ricevono le cure necessarie negli ospedali. Ultimamente un piccolo bambino di nove mesi,
Daniel, proveniente da Cluj è stato salvato da sicura morte grazie al lavoro ed all’accoglienza predisposta dal Comune di Roma, dal Responsabile della Croce Rossa
per l’accoglienza dei Rom Marco Squicciarini e dai volontari che ne hanno permesso il viaggio come Roberto Malini di Every One, Alina Silvas mediatrice rumena ed altri.
Daniel sta ricevendo cure adeguate al Bambin Gesù di Roma. A Firenze questa possibilità non sarebbe stata realizzabile. Daniel sarebbe morto.

A Firenze lo stesso schema di esclusione è stato riproposto dopo due anni nel giugno del 2011. La Caritas percepisce finanziamenti pubblici. Ne cambia la natura.
Costringe le famiglie alla deportazione, aiutata in questo dalla Polizia locale, dai Sindaci e dalle Amministrazioni per poi abbandonare le famiglie ad un destino
di povertà e privazione. Non c’è nessun progetto. Solo allontanare i Rom da Firenze. Le porte delle strutture e delle Case della Chiesa rimangono chiuse per i Rom.
Solo Don Daniele Bani di Sesto ha accolto una piccola famiglia nella sua Chiesa.


Ci siamo rivolti a Pax Christi.
Una delle strutture di proprietà della Chiesa, la Casa della Pace è utilizzata dai volontari per fare delle cene. Ci sono decine di camere
vuote e libere. Anche loro ci hanno chiuso la porta in faccia perché raccontiamo la verità sulla Caritas di Firenze.
A Firenze oltre a morire di stenti e privazioni non si può neanche denunciare la verità sulla Chiesa e sulla Caritas.

Per anni decine di cittadini hanno denunciato per anni gli abusi e le violenze sessuali di cui un prete si è reso responsabile: Don Cantini. Questi cittadini per anni non
hanno ricevuto nessun aiuto ed ascolto dalla Chiesa. La situazione fiorentina è peggiore di quando Don Lorenzo Milani venne cacciato perché aiutava i poveri insegnando
l’educazione ed il rispetto per la dignità umana.

A Firenze ho personalmente subito umiliazioni, persecuzioni, vessazioni, minacce (anche dalle autorità) perché cerco di difendere gli ultimi della terra, i poveri, gli immigrati,
gli stranieri, i Rom.

Questo comportamento vergognoso è contrario ai principi stessi su cui si fonda ogni religione monoteista. Abramo diceva di amare lo straniero ed apriva la sua tenda
perché potessero essere accolti. Nello straniero vive la verità, l’essenza umana. Abramo, Mosè, Gesù Cristo amavano gli stranieri.

Perché la Chiesa Fiorentina caccia gli stranieri?

In questi giorni la Caritas di Salerno organizza un corso di formazione per mediatori interculturali Rom in aperta collaborazione con il Consiglio d’Europa.
Preti della Caritas di Ostia scrivono al Sindaco Alemanno per richiedere di sospendere sgomberi e persecuzioni. I Vescovi di Milano e Torino entrano nei campi,
elevano la loro voce in aiuto dei poveri e degli ultimi. Si oppongono a chi incita all’odio razziale. Lo stesso Pontefice accoglie i Rom nella sua Chiesa e nella sua casa.
La Caritas Romana offre una struttura alle famiglie Rom che si erano recate a pregare nella Basilica di San Paolo. Perché la Caritas di Firenze e la Chiesa Fiorentina
non accoglie i Rom? Perché cacciano i poveri? Perché si rendono protagonisti delle deportazioni?


Due settimane fa, ad altre 30 cittadini Rom, vengono assegnati, negli uffici della Caritas 150 euro a testa. Non gli viene consegnata nessuna ricevuta.
Ai giornalisti che indagano sulla vicenda il direttore della Caritas Alessandro Martini minaccia denunce e querele se riportano la notizia sui quotidiani.
Perché questo comportamento? Perché negare la verità?
Perché i finanziamenti non vengono spesi per progetti di inclusione che mettano l’educazione al centro della progettazione?

Perché da un lato si deporta e dall’altro si fanno le elemosina?
Perché le famiglie non vengono aiutate a trovare una strada ed un percorso di autonomia?
Sembra che mantenere le famiglie nell’indigenza e nella povertà sia un affare per la Caritas di Firenze.

Ci siamo rivolti alla Magistratura ed alla Procura di Firenze per denunciare questi illeciti nella speranza di ripristinare percorsi di legalità.
Anche oggi un nostro Avvocato volontario (Riccardo Piazza) in modo completamente gratuito e senza aver percepito un solo euro ha depositato una denuncia sulla
truffa subita da una di queste famiglie.

Se la nostra richiesta alla Procura di Firenze è quella di accertare gli abusi e le violazioni di legge la nostra richiesta alla Conferenza Episcopale Italiana ed al Papa
è di ordine morale e teologico.

Di fronte al Nazismo ed al Fascismo che stanno cercando nuovamente di annientare l’essenza umana, di fronte agli attentati ed alle stragi che subiscono i giovani,
gli immigrati ed i Rom non si può rimanere in silenzio. In Italia le svastiche razziste rivendicano la morte per rogo di quattro bambini Rom a Roma.

I figli di Elena Moldovan continuano ad essere bruciati ogni giorno da chi esclude, dai razzisti, da chi perseguita e caccia il popolo più pacifico della terra: il Popolo Rom.

http://nazionerom.blogspot.com/2011/07/polonia-ministro-degli-esteri-radek.html

Chiediamo al Papa Benedetto XVI di candidare il Popolo Rom al Premio Nobel per la Pace in quanto unico popolo del mondo che da secoli abita in Europa senza armi, eserciti e soprattutto senza fare mai la guerra a nessuno. Il Popolo Rom è un popolo di Pace.

Chiediamo un vostro intervento diretto sulla Curia Fiorentina affinché anche questa Chiesa sappia ritrovare le origini ed aprire le porte delle proprie proprietà agli stranieri, ai Rom come fece Abramo ed i suoi successori.

Chiediamo di mettere al centro delle politiche sociali il Rispetto per la Dignità Umana, per i bambini, le donne, gli anziani, i malati, gli uomini che si trovano in uno stato di completo abbandono ed emarginazione. A Firenze sono decine le famiglie costrette a nascondersi sotto i ponti, le aiuole dei giardini, in campi di fortuna.

Chiediamo di avviare Progetti di Inclusione Sociale in cui l’Educazione e la creazione di percorsi di completa autonomia siano la chiave per affrontare la povertà.
Con il lavoro, ricostruendo il paese nella morale e nell’etica prima ancora che nelle case e nelle strutture.
I Rom possono rappresentare un fattore di ricchezza per tutta l’Italia. La Comunità Europea riconosce questo problema ed è disposta ad aiutarci anche
con cospicui finanziamenti.

Si deve però smettere di usare questi finanziamenti in modo illecito, per arricchire questo o quel funzionario. Si devono usare i finanziamenti in modo corretto ed onesto.

http://nazionerom.blogspot.com/2011/07/every-one-che-fine-fanno-i-soldi-per-i.html

Rimettiamo la Cultura Umana al centro del mondo.
L’essenza degli esseri umani è difendere ed affermare la vita.

 http://nazionerom.blogspot.com mail operanomadi.toscana@hotmail.it

I Rom sono da sempre portatori di cultura, di musica, di teatro, di arte, di valori umani come il non abbandonare nessuno e proteggere tutti dalle persecuzioni.

 I Rom hanno salvate molte vite umane dal Nazismo e dal Fascismo.
I Rom sono stati massacrati nei campi di concentramento, annientati nelle camere a Gas.
Nessun Tribunale Internazionale ha mai riconosciuto l’Olocausto Rom, il Porrajmos.

Iniziamo a processare le nostre coscienze perché ognuno di noi è responsabile.

Apriamo le nostre case, i nostri cuori e le nostre menti alla vita umana.
Nessun essere vivente può esserci estraneo, amiamo lo straniero, amiamo la vita umana. Siamo tutti Rom.

In attesa di un vostro gradito riscontro
con sollecitudine

Cordiali Saluti

Marcello Zuinisi
Educatore Professionale
Via Ricortola 166/a
54100 Marina di Massa
tel 320 9489950


Opera Nomadi Toscana


Opera Nomadi Toscana

Rom a Milano: picchiata giovane pittrice Rom premio Unicef



Rom a Milano: è questa la linea politica di Pisapia?
Milano, 25 luglio 2011.

Ancora nessuna risposta da parte del sindaco Pisapia dopo l'invio della nostra lettera, mentre a Milano non abbiamo notato una diminuzione degli sgomberi di microinsediamenti né delle espulsioni da parte delle autorità, sempre per "mancanza di mezzi di sostentamento".

Nessun argine è posto contro la crescente discriminazione, caratterizzata da gravi episodi di intolleranza, l'ultimo dei quali verificatosi ieri sera e consistente nel pestaggio, in zona Navigli, di una giovanissima Rom, nota peraltro in tutto il mondo per il suo talento artistico e per aver vinto il Premio Unicef per l'arte applicata all'intercultura.

La linea-Pisapia sembra la seguente: non tocchiamo i campi al centro dell'attenzione mediatica e associazionistica, ma non fermiamo le attività di contrasto riguardanti piccoli gruppi indifesi.

Se il sindaco ci darà un riscontro, coinvolgeremo in un eventuale incontro le pochissime realtà che si occupano di vera difesa dei diritti dei Rom nel capoluogo lombardo. Vi è da dire che il centro-sinistra milanese non ama il nostro gruppo, da quando abbiamo criticato pubblicamente le dichiarazioni di Penati e altri rappresentanti del partito riguardo ai Rom, improntate a rifiuto e intolleranza.

Siamo stati minacciati - come da copione e come sempre inutilmente - di querela se avessimo "continuato a parlare male della coalizione di centro-sinistra a proposito dei Rom".

Il sindaco, al momento attuale, non ha risposto neanche riguardo all'opportunità di incontrare i rappresentanti di organizzazioni nazionali e internazionali la cui esperienza ha già prodotto efficaci programmi di inserimento sociale, professionale, scolastico nonché di supporto medico-sanitario.

Il sindaco sembra non rendersi conto dell'importanza di valutare tutte le realtà che possono contribuire alla soluzione delle problematiche che fino a oggi hanno impedito ai Rom e Sinti di ottenere a Milano opportunità di lavoro, casa, scolarizzazione dei minori e inserimento nella vita sociale della città. Pisapia pare invece orientato a interagire solo con le organizzazioni già vicine da anni al comune di Milano. Nella nostra lettera abbiamo offerto la consulenza gratuita del Gruppo EveryOne, chiedendo semplicemente un incontro. Incontri fra sindaci e realtà umanitarie locali sono, in tutte le città dell'Unione europea, una prassi e non un privilegio.

http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2011/7/12_Rom_a_Milano._Il_Gruppo_EveryOne_scrive_al_sindaco_Pisapia.html

 
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
+39 393 4010237 :: +39 331 3585406

martedì 26 luglio 2011

Juan de Dios Ramirez Heredia (Union Romani): l'Italia ha perso da molto tempo il rispetto per le minoranze



Lettera da Juan de Dios Ramírez Heredia

Barcellona (Spagna), 25 luglio 2011

Caro Roberto Malini, cari fratelli del Gruppo EveryOne,

grazie mille per i vostri aggiornamenti. Mi fa molto piacere sapere che continuate a lottare in difesa dei diritti umani in un paese come l´Italia, che giá da molto tempo ha perso il rispetto per le minoranze e nel quale si porta avanti una vera e propria persecuzione della comunitá zingara.


Mi rattrista molto pensare agli ultimi avvenimenti che si sono verificati in cittá come Pesaro, Bologna, Rimini e Firenze e con estremo stupore prendo nota dell´attitudine deplorevole adottata dai politici italiani a prescindere dal partito a cui appartengono.

Ed é per questo motivo che vi invito a non abbandonare il valoroso impegno profuso in questi ultimi anni con l´obiettivo di modificare una realtá sconcertante che non dá segni di migliorare in breve termine.


Vi invio il mio saluto più fraterno
Salute e libertá

Juan de Dios Ramírez Heredia, presidente di Union Romani

 

lunedì 25 luglio 2011

Assessore al Welfare della Regione Toscana (Prc) responsabile di Deportazione ed illegalità istituzionali: Pogrom Anti Rom a Firenze e Sesto




A Firenze la Sinistra attua Politiche Razziste
e Naziste


Fermiamo il Pogrom anti Rom
A Firenze da anni si stanno consumando crimini contro la Comunità Rom di Quaracchi e di tutta la Provincia.

Mentre ad Oristano la Regione e la Protezione Civile intervenghono immediatamente per garantire la sopravvivenza dei cittadini rimasti senza una casa a seguito di un incendio di probabile natura dolosa in Toscana prosegue industurbata l'azione anti Rom dell'Assessore di Rifondazione Comunista Salvatore Allocca che in accordo con i Sindaci Razzisti Matteo Renzi e Gianni Gianassi stanno da mesi perseguendo.

Incuranti di ogni rispetto della legalità e dei principi e valori democratici e costituzionali gli abusi vengono addirittura rivendicati.

I fatti: il 26 aprile 2011 la Regione Toscana approva la delibera 279 scritta dalla Dott.sa Giovanna Faenzi.
Nella delibera vengono istituito un fondo di 400.000 euro. I soldi devono servire nella loro totalità a favorire l'integrazione dei cittadini Rom nel territorio Regionale.

L'Assessore Salvatore Allocca destina 200.000 euro al Comune di Firenze e altri 200.000 euro al Comune di Sesto. I Comuni a loro volta danno i soldi alla Caritas di Firenze per rimpatriare i Rom in Romania.

Parte dei Rom parte per la Romania per tornare pochi giorni dopo.

Le azioni illegali di Allocca e dei Comuni razzisti del Fiorentino sono molteplici.
E' stata cambiata la destinazione d'uso dei fondi: da Integrazioni a Rimpatri detti "Assistiti".
Le famiglie Rom non hanno ricevuto nessuna forma di assistenza in Romania nonostante la Caritas abbia fatto figurare a bilancio l'impiego di 10 operatori al costo di 25.000 euro per questa Assistenza.


Sono state violate le direttive Europee sulla non discriminazione 2000/43/CE e sulla libera circolazione 2004/38/CE visto che le famiglie sono state a più riprese espulse dalla Prefettura di Firenze in questi anni.

L'Assessore Allocca di Rifondazione Comunista attua in accordo con il Sindaco Matteo Renzi e Gianni Gianassi le politiche richieste da Forza Nuova. Espulsioni dei Rom Comunitari. Siamo di fronte ad un tentativo di Pogrom.



 
La vergognosa campagna è stata denunciata alla Magistratura di Firenze.



La Vergognosa campagna razzista denunciata  dai Media e nelle principali TV Toscane

http://www.facebook.com/video/video.php?v=10150689028625623&comments

Un vero e proprio tentativo di pogrom concertato tra i Sindaci Renzi e Gianassi in accordo con l'Assessore Stefania Saccardi, la Società della Salute Nord Ovest Questura ed il capo gabinetto della Prefettura dott. Massidda, Digos e Polizia Municipale quelloc he si sta s consumando nel territorio del fiorentino.

http://nazionerom.blogspot.com/2011/06/le-bugie-di-stefania-saccardi-abuso-del.html%20(DOSSIER%20ROM)

Lanciamo un appello a chi in Toscana crede ancora nella legalità per ripristinare quei diritti violati ed abusati.

Chiediamo alla Magistratura di aprire una inchiesta sulle palesi illegalità commesse dall'Assessore Salvatore
Allocca (di Rifondazione Comunista dai Comuni di Firenze e Sesto e dalla Caritas di Firenze e Sesto.

                                             Opera Nomadi Toscana

Incendio al Campo Rom di Oristano: scatta la solidarietà. Regione e Protezione Civile con i Rom

 
 
San Nicolò Arcidano: campo rom incendiato ed impraticabile
di Eleonora Casula

San Nicolò D'Arcidano, una delle prime comunità stabili Rom della provincia di Oristano, ieri pomeriggio rimane vittima di un tragico incendio che ha completamente distrutto il "campo". Non ci sono feriti tra i rom che vivono nel campo, una novantina, tra i quali molti bambini. Fiamme alte anche 20 metri, che nel giro di meno di due ore hanno praticamente raso al suolo tutte le baracche del campo. Momenti di paura per l'esplosione di alcune bombole di gas.

 Per domare le fiamme sono dovuti intervenire due elicotteri del servizio antincendi regionale. La natura dell'episodio è ancora da accertare ma non si esclude il dolo.

La Protezione Civile ha lavorato sino a notte inoltrata e, nel campo sportivo del comune sono state issate 7 tende che come si legge sulla Nuova Sardegna online, sono state fornite dal Servizio di Protezione civile della Regione.

 Le tende sono equipaggiate di biancheria pulita e nell'arco della giornata dovrebbero essere montati alcuni gazebo per creare ombra e refrigerio. Attualmente anche gli spogliatoi e i servizi igienici del campo di S.N.Arcidano sono utilizzati dai cittadini di etnia Rom, l'amministrazione comunale poi già da ieri, con grande solerzia, ha predisposto un servizio catering e, d'intesa con l'Asl, l'erogazione dell'assistenza medica ad alcune persone ammalate, inoltre sembra persino che per evitare ulteriori disguidi la tendopoli sia costantemente vigilata dai locali L volontari della Protezione civile.


La comunità rom di San Nicolò d'Arcidano, la più "antica" della provincia è da sempre integrata ottimamente con la comunità locale, e, attualmente sembra essere composta da circa 100 rom stanziali. Nell'incendio di ieri però tutto è andato distrutto persino i mezzi che i Rom usano per lavorare. è composta da 94 persone, molti sono i bambini e diverse anche le persone anziane. Nell'incendio di ieri pomeriggio hanno perso tutti i loro averi. Con le baracche sono bruciati arredi e suppellettili e il fuoco ha incenerito anche alcuni mezzi parcheggiati nelle adiacenze. Al comune sono già pervenute richieste di aiuto economico.

Da qui ad un mese la situazione sarà delicatissima e, fortunosamente già da tempo, grazie a dei fondi Europei, si lavorava alla sistemazione di un'area nei pressi del campo rom, per poter creare alcuni spazi abitativi migliori e così già tra un mese i rom arcidanesi potranno avere le nuove "case" fatto sta che però la situazione potrebbe rivelarsi critica dal punto di vista del disagio economico in cui verseranno alcune famiglie zingare.

CONDENAN A UN POLICÍA LOCAL POR EMPUJAR Y LLAMAR «GITANA DE MIERDA» A UNA MUJER


MÁLAGA Lunedi 25 luglio 2011

CONDENAN A UN POLICÍA LOCAL POR EMPUJAR Y LLAMAR «GITANA DE MIERDA» A UNA MUJER

 La víctima fue a pedirle explicaciones al agente que había agredido a su padre

Que nadie entienda que estamos contentos al divulgar esta noticia. Lo ideal sería que no se hubiera producido porque el guardia urbano malagueño no se hubiera comportado de la forma que lo hizo. Pero, habida cuenta de que esta vez la justicia nos ha dado la razón (y no es la primera vez, acordémonos de Cortegana) tenemos especial interés en difundir la sentencia con el fin de que sea noticia aleccionadora para los guardias que nos maltratan ─que todavía los hay─ y para todos los gitanos que padeciendo agravios como los sufridos por la familia gitana malagueña, no se atreven a denunciar a los policías agresores.

La noticia tiene los siguientes antecedentes, como nos recuerda Montse Martín, periodista del diario SUR.es. Un agente de la Policía Local de Málaga empujó bruscamente a una mujer a la que insultó llamándola «gitana de mierda» cuando ésta fue a pedirle explicaciones al agente, que momentos antes había agredido a su padre por negarse a mostrarle la documentación. El tribunal de la Audiencia Provincial de Málaga le ha impuesto al policía una multa de 800 euros por dos faltas de lesiones y una de vejaciones y le obliga a indemnizar a padre e hija con un total de 625 euros.

El gitano también ha sido condenado por una falta leve de desobediencia a la autoridad al pago de 90 euros de multa.

Los hechos ocurrieron el 15 de octubre de 2009, cuando el agente ahora condenado se dirigió a la mujer, que era conductora de un coche de caballos, para ponerle una multa, ya que obstaculizaba el tráfico en el Paseo de los Curas de la capital. Una vez impuesta la sanción, el mismo agente se dirigió a otra parada de coches de caballos situada enfrente de la entrada al puerto donde se encontraba el padre de la mujer, al que requirió la documentación. El hombre se negó a mostrársela, entregándosela posteriormente al otro agente que le acompañaba. Pese a ello, el policía le cogió por la camisa y tirando de ella le golpeó en el hombro con el puño.

Al ver lo que estaba sucediendo, la mujer se acercó al agente y le pidió explicaciones. Éste entonces la empujó bruscamente al tiempo que le decía: «Vete de aquí gitana de mierda». Debido al empujón la mujer se golpeó en la zona lumbar con uno de los coches que estaba aparcado. Como consecuencia de la agresión, la mujer sufrió lesiones que tardaron tres días en curar, mientras su padre estuvo diez días impedido.

La sentencia de la Audiencia de Málaga, que ratifica la dictada el pasado mes de febrero por un juzgado de la capital, por lo que ya es firme, desestima el recurso presentado por el policía local, a quien reprocha «un uso incorrecto del ejercicio de sus atribuciones» y a quien culpa, junto con otro hombre, de ser «parte desencadenante del altercado» y de haber obrado «en reacción iracunda». En ese sentido, afirma que su comportamiento fue contrario al de su compañero, quien «haciéndose respetar en su condición de agente de la autoridad y respetando los derechos del ciudadano al que requería, instruyéndole de forma educada y debidamente del motivo de la solicitud de identificación, logró el resultado perseguido con su intervención».

Nos reiteramos en nuestras palabras del principio: No todos los policías actúan como el urbano de Málaga. Es más, los que se comportan como este guardia condenado, son una minoría, pero una minoría que existe. Negarlo sería negar la evidencia. Todavía quedan elementos en nuestros Cuerpos y Fuerzas de Seguridad del Estado que actúan con violencia y desprecio de cuanto supone el respeto a los derechos cívicos y ciudadanos de nuestra comunidad. Abusan del uniforme que llevan y descargan sobre nuestra gente sus frustraciones personales o sus convicciones racistas.

Por otra parte es bueno difundir el resultado de nuestra denuncia para que las gitanas y los gitanos que sean víctimas de abusos de autoridad como el que nos ocupa pierdan el miedo y se animen a presentar sus denuncias en el Juzgado más cercano al lugar donde hayan sido agredidos. Bien sabemos cómo todavía hoy nos invade un miedo heredado de épocas no demasiado lejanas en las que el guardia nos clavaba la punta de su bota negra en las costillas.

La sentencia de la Audiencia de Málaga ha supuesto una magnífica noticia siquiera sea para ratificarnos que el artículo 14 de la Constitución también nos ampara a nosotros, los gitanos, como ciudadanos españoles.

Juan de Dios Ramírez-Heredia
Presidente de Unión Romani


UNION ROMANI
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Fax. +34 934127040
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domenica 24 luglio 2011

Rom in Palestina, Libano e Medio Oriente. L'emarginazione di 2,2 milioni di esseri umani


Roma, 15 Luglio 2011

In Europa li chiamiamo Rom, in Medio Oriente Dom. Ma per i popoli arabi sono semplicemente "nawar". Sono zingari, una volta nomadi, ora stanziali, in Libano sono tra le comunità più emarginate. DI BARBARA ANTONELLI

Sono 2,2 milioni in tutto il Medio Oriente, tra Libano, Giordania, Territori Palestinesi, Turchia, Iran e Iraq. In Libano sono una delle comunità più emarginate. Rom in Europa, Dom in Medio Oriente è il nome che designa le comunità "zingare"*. I loro antenati, secondo la teoria ormai accettata, sono migrati verso ovest, dall'India, più di 1000 anni fa. Quando si parla di loro nei paesi arabi, ci si riferisce a "nawar". Un termine che se usato per designare queste comunità, assume una connotazione negativa, spesso associato a sporcizia, pigrizia, furto, elemosina e una moralità discutibile. Vale a dire che, anche il più povero tra i libanesi, si sente superiore ad un Dom.

Si calcola, secondo uno studio fatto nel 2000, che nel paese dei Cedri, ve ne siano circa 8000; famiglie numerose con una media di 7, 8 bambini per nucleo, vivono ai margini delle città, in baraccopoli, in prossimità di altri gruppi marginalizzati dalla società, come i profughi palestinesi o i libanesi poveri.

A differenza dei profughi palestinesi e dei beduini però, con i quali vengono spesso erroneamente confusi, sono stati "naturalizzati" dal governo libanese nel 1994; ma la cittadinanza non gli assicura l'accesso ai più basilari diritti umani. Né li tutela dall'emarginazione e la discriminazione. Sono infatti più poveri dei profughi palestinesi, secondo una recente ricerca della ONG Terre des Hommes (basata su interviste a comunità in 4 diversi luoghi del paese dei Cedri) in collaborazione con la libanese Insan; se infatti secondo i dati rilasciati dall'American University di Beirut, in media un profugo palestinese in Libano vive con 2,7 dollari al giorno, il 30% dei Dom sopravvive con meno di 1 dollaro al giorno. Un alto tasso di disoccupazione, dato che oltre il 44% non lavora, e il resto sopravvive tra elemosina e "lavoretti" improvvisati, tra cui suonare a feste e matrimoni.

Un popolo nomade che dopo la naturalizzazione è diventato stanziale, come i beduini, stabilendosi in ricoveri precari, fatti di latta, zinco, e legno. Il 36,4% di loro non riceve acqua potabile e la maggior parte delle abitazioni non è connessa al sistema fognario. Circa il 68% dei minori di 18 anni non ha mai messo piede in un'aula scolastica. Sono i minori i più vulnerabili nella comunità Dom: esposti a violenze, malnutrizione, condizioni di lavoro precarie, quando non pericolose, sfruttamento.

Secondo il direttore della ONG Insan, Charles Nasrallah, "l'accesso di queste comunità all'assistenza legale, al sistema sanitario ed educativo e ad un'adeguata quantità di cibo, non è garantito". Problemi a cui si aggiunge la marginalizzazione sociale. Ignorati dai libanesi, ma anche dalle ONG e dalle agenzie umanitarie.
E non è un caso che poco si sappia su di loro, e che in questo senso la ricerca congiunta di Insan e TDH rappresenti uno dei pochi documenti disponibili su questo gruppo etnico. Uno studio volto ad individuare bisogni e necessità delle comunità Dom, ma anche a valutare l'impatto sulla società libanese e la percezione che se ne ha.

Come risposta all'emarginazione, i Dom hanno interiorizzato gli stereotipi negativi che gli sono stati "appiccicati" addosso in questi anni, tanto da rifiutare la loro cultura e le loro tradizioni, sottolinea la ricerca. Secondo TDH, i pregiudizi contro questa comunità sono un macigno tale che i Dom stessi desiderano lasciarsi alle spalle la loro "identità etnica". Lo dimostra il fatto che la lingua Domari, ciò che li accumuna ad altre comunità in tutto il Medio Oriente (sebbene coesistano altri dialetti), quindi il marchio indelebile della loro identità, sta rapidamente lasciando terreno all'arabo. Tra gli intervistati, metà degli adulti, ma solo un quarto dei bambini, parlano il Domari; una lingua, di cui non esistono né libri, né testimonianze (i Dom in Medio Oriente usano infatti l'arabo per scrivere).

* Dom è una parola di origine indiana; secondo lo storico britannico Donald Kenrick, , la coesistenza di entrambi le parole si deve al fatto che la prima lettera era pronunciata "dr"; ma altri studiosi rifiutano tale tesi.
NDR: Contemporaneamente è uscito un articolo (in inglese) sui Dom del Libano su MiddleEast.com
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giovedì 21 luglio 2011

DOSSIER SHOCK: Sarkozy, Matteo Renzi e Gianni Gianassi deportano e perseguitano il Popolo Rom

Marsiglia 12 luglio 2011


il Popolo Rom viene perseguitato e cacciato

                                                           Sesto Fiorentino 16 giugno 2011

                                                      Rom sgombrati: Firenze 22 giugno 2011

            Sesto Fiorentino, Firenze e Marsiglia: stesse ruspe e stesso razzismo Giugno Luglio 2011

Marsiglia 12 luglio 2011

Marsiglia 12 luglio 2011

 
Firenze 18 giguno 2011-  Stazione di Santa Maria Novella. Rom invalido sgombrato


Firenze 18 giugno 2011

                                                                     
           Firenze 22 giugno 2011         


Firenze - Ponte all'Indiano 22 giugno 2011 - Rom sgombrati
                                           

           
Firenze 22 giugno 2011

                  
                                                               Marsiglia 12 luglio 2011

                                                               Firenze 16 giugno 2011


                                                          Sesto Fiorentino 16 giugno 2011


                                                                                     
                                                                 Marsiglia 12 luglio 2011

                                                            Sesto Fiorentino 16 giugno 2011

                                                               Marsiglia 12 luglio 2011


Firenze 20 giugno 2011 - Le famiglie sgombrate dormono sulla strada e nei giardini



Questo è il Razzismo
di Sarkozy
Matteo Renzi
Gianni Gianassi

ecco il video della vergogna

I ROM SONO ESSERI UMANI

Questa la nostra denuncia


                                   Queste le nostre richieste







Rom a Milano: Il Gruppo EveryOne scrive al sindaco Pisapia. Inclusione Sociale per tutti

Milano, 12 luglio 2011.

Dopo una serie di incontri con il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e l'assessore comunale alla Sicurezza, Marco Granelli, è stata riconosciuta la Consulta rom di Milano, organismo che si propone come "rappresentativo di Rom e Sinti degli insediamenti della città".

La Consulta, estensione del "Tavolo Rom" che dialogò con la precedente giunta di centro-destra, si pone quale interlocutrice della nuova amministrazione, ponendo l'accento su tre priorità: la sospensione degli sgomberi senza alternative sociali e senza assistenza, la ridiscussione del piano Maroni e la valorizzazione delle risorse umane delle comunità. E' importante che il lavoro già svolto da questa associazione cittadina prosegua, anche se è auspicabile che il Comune di Milano attivi ulteriori sinergie con realtà dotate di esperienza, competenze e risorse logistiche in grado di mettere in atto programmi di accoglienza, inserimento professionale, scolarizzazione efficaci, non limitandosi a mettere in campo una seppur lodevole buona volontà.

La maggior parte delle comunità Rom e Sinte che versano in condizioni di esclusione sociale ed indigenza, sempre a rischio di sgombero ed espulsione, chiedono piani effettivi di sostegno, diritto al lavoro come ogni altro cittadino, assistenza medica e legale di fronte alle continue emergenze. Se Milano vuole diventare battistrada di politiche solidali, in linea con il diritto europeo e i suggerimenti dell'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, deve dotarsi di strutture capaci di risolvere definitivamente tali legittime richieste e porre in essere sistemi di monitoraggio riguardo ai fondi che destinerà a tali emergenze, per sottrarsi alla cattiva gestione delle risorse che caratterizza, da sud a nord, il nostro paese.

Il Gruppo EveryOne, dopo aver notato una "corsa all'appuntamento" con il sindaco da parte di alcune associazioni antirazziste che operano a Milano, ha scelto una via differente.

Ieri abbiamo inviato una lettera al sindaco Giuliano Pisapia in cui, dopo aver lamentato come la condizione in cui vivono le comunità Rom non sia finora cambiata in seguito all'insediamento della nuova giunta, proponiamo l'adozione da parte dell'amministrazione di quelle politiche che negli ultimi anni hanno fornito risultati reali.

Già: risultati concreti e verificabili e non solo proclami di successi che non trovano riscontro in seno alla comunità Rom, la cui condizione di esclusione e precarietà rimane tragica. "Se nulla è cambiato nella prima fase del Suo mandato," abbiamo scritto al sindaco, "non pensiamo sia a causa di una Sua scelta non tollerante, ma di una notevole confusione che alcune realtà vicine al comune fanno, da tempo, su un'emergenza complessa e delicata. Da parte nostra, siamo in contatto da anni con le principali organizzazioni che si occupano efficacemente di politiche sui Rom e con le istituzioni internazionali che promuovono inclusione e pari diritti.

In Italia, purtroppo, non vi è né conoscenza delle fenomenologie sociali e umanitarie connesse alla presenza Rom, né preparazione per avviare programmi attuati su basi scientifiche, in vista di un futuro diverso dal passato, in cui la comunità Rom e Sinta entri realmente a far parte della popolazione del nostro paese, con identiche opportunità".

 Il Gruppo EveryOne ha messo la propria esperienza al servizio del nuovo sindaco, incondizionatamente, ma soprattutto ha segnalato alcune delle realtà - italiane e internazionali - in grado di operare con successo sulla via della realizzazione di un programma finalizzato a sostituire all'intolleranza o a procedure approssimative di solidarietà, una vera efficacia nel breve, medio e lungo termine (non indichiamo in questo articolo quali sono le organizzazioni da noi presentate al sindaco, data la necessità di operare con discrezione, nell'attuale clima scarsamente tollerante che aleggia sul capoluogo lombardo). "Se lei davvero vuole che si cambi strada e si inizino ad attuare progetti razionali e utili, già sperimentati," scrivono i fondatori del Gruppo EveryOne al primo ciittadino, "le chiediamo di entrare in contatto con i responsabili umanitari che possono dimostrare l'attuazione di progetti efficaci e che si sono già dimostrati capaci di salvare vite umane ed evitare tragedie umanitarie. E' importante che Lei decida quali politiche mettere in atto sotto il profilo dell'accoglienza, dell'integrazione professionale, della scolarizzazione, dell'assistenza sanitaria, dei servizi medici di emergenza o quotidiani, in base a progetti che si basino su risultati "storici" e non su ipotesi e promesse".

EveryOne ha fornito al nuovo sindaco i contatti necessari per avviare nuovi incontri e decidere come Milano si porrà di fronte alla sua più importante sfida di civiltà.

EveryOne Group
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Polonia - Ministro degli esteri Radek Sikorski denuncia il Nazismo Europeo «Quello che ha cominciato Hitler lo porteremo fino in fondo. Che finiscano nelle camere a gas, nei forni».



Ebrei, musulmani, gay, russi, zingari: l'odio corre in rete - di Rudolf Stefanicki -
Articolo pubblicato su Il manifesto il 2 luglio 2011

VARSAVIA, 4 luglio 2011 (IPS) - «Quello che ha cominciato Hitler lo porteremo fino in fondo. Che finiscano nelle camere a gas, nei forni». Quando il ministro degli esteri Radek Sikorski ha letto questo e altri commenti simili in un foro di discussione di Internet, ha deciso di andare dal giudice. «Il grado di razzismo e di odio sui siti Internet polacchi è incredibile. Chiunque può leggerli e farsi un'opinione sulla Polonia», ha detto.



Il ministro ha denunciato due gruppi mediatici, Ringier Axel Springer, proprietaria del giornale Fakt, e Bonnier Business Polska, padrone di Puls Biznesu. Ha chiesto un indennizzo di circa 7mila dollari e delle scuse pubbliche sui siti Internet coinvolti.

Sikorski si è sentito personalmente colpito perché alcuni commenti attaccavano in modo volgarissimo lui (i più leggeri erano «traditore» e «manovrato a distanza da ebrei statunitensi») e sua moglie, Anne Applebaum, editorialista del quotidiano Usa Washington Post. La legge prevede, per quanto in forma un po' vaga, che i responsabili siano obbligati a cancellare commenti illeciti o a rispondere per essi.

La reazione dei responsabili è stata di disabilitare i fori di discussione, ciò che però ha provocato critiche di censura. Così li hanno rimessi rete, pur depurati. Hanno anche presentato le loro scuse al ministro, ma Sikorski ha mantenuto la denuncia alla magistratura.

Dopo la denuncia la procura ha aperto un'indagine. Tuttavia in genere l'80% di questi casi termina con l'archiviazione perché «è impossibile scoprire gli autori». Molti utilizzano cybercaffè per conservare l'anonimato e di solito usano server di paesi stranieri in cui le leggi in materia sono più liberali.

In Polonia su ogni 100 messaggi inviati a un foro di dibattito su qualsiasi argomeno, uno contiene un atteggiamento negativo verso le minoranze, stando al rapporto di quest'anno della Fondazione per la conoscenza locale. E il 60% ha un contenuto discriminatorio.

I più criticati sono gli ebrei, seguiti dai russi, gli omosessuali, gli zingari, i tedeschi e i musulmani. A volte i commenti che attizzano l'odio sfociano in episodi di violenza fisica (è capitato contro rifugiati ceceni).



La maggior parte delle persone consultate in un sondaggio del febbraio scorso, afferma che bisognerebbe controllare Internet. il 72% ritiene che bisognerebbe eliminare i contenuti che incitano all'odio contro minoranze nazionali, religiose, sessuali.

Il Rapporto sulle minoranze è un possibile strumento e prevede di realizzare «una mappa» dei siti che «favoriscono l'odio» che serva per orientarsi e intervenire. «Quando gli attivisti che difendono i diritti delle minoranze si presentano dal giudice, questi rifiuta di intervenire con l'argomento che si tratta di pochi commenti isolati - dice Marek Troszynski, direttore del progetto -. Bene, adesso ne avrà a disposizione più di 130 mila».



Le autorità polacche ora sembrano più sensibili all'antisemitismo, ma non alla situazione delle minoranze sessuali. La Fondazione di Helsinki sui diritti umani ha chiesto al ministero della giustizia riforme legislative.

«Le posizioni discriminatorie sono difficili da sradicare perché non riguardano solo le minoranze», dice il sociologo dell'università di Varsavia Antoni Sulek. E non basta una legge per risolvere il problema.